venerdì 29 aprile 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 19 marzo 1998 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

Avvocato Filastò: Di questa ipotesi dell'interesse che potevano avere questi signori a far scarcerare Francesco Vinci, non è emerso assolutamente niente nel processo. Il processo da quel punto di vista là, come dicevo prima, è una specie di rivoletto d'acqua che poi finisce nella sabbia e attenzione a. metterci i. piedi perché, tutto sommato, forse, proprio acqua non è; è qualche cosa di peggio, se si pensa a: Sgangarella e a Calamosca. E quindi, ecco, io non ho fatto un tentativo di ricostruzione di una realtà diversa, me ne sono guardato bene. Ora, anche qui, è stato molto enfatizzato quell'accenno a quella ipotesi che ho fatto. Ne ho parlato per dieci minuti. Ho fatto una ipotesi a titolo esemplificativo per dire: guardate, che alternative ce ne sono, c'è questa, per esempio, a me sembra abbastanza cospicua'. Basta, fine, o finiamola con questa musica, con le giornalate in cui dice: 'eh, ve lo dimostrerò'. Ma chi ha mai detto che dimostrerò una certa cosa, io, ma che scherziamo? Non ho né i mezzi né la voglia, né... ma niente ho per poter fare una cosa di questo genere. Semplicemente sto discutendo un processo, dico: 'guardate c'è questa ipotesi qui, ve la racconto, così, ve la affido alla vostra valutazione'. Su sei giorni un quarto d'ora, dieci minuti, un quarto d'ora, sembra che non abbia detto altro. Anche nella replica del Pubblico Ministero, eh: 'e lui ha detto che potrebbe essere un...'. Quest'altra volta non lo dico, non lo dico più. Quindi, la constatazione finale è una indagine che ho definito tendenziosa, mirata a costruire una certa accusa anche a costo di automutilarsi, e di autoescludere tutto un campo di indagini importante. Quanto poi a quella eccezione che dicevo prima vale a dire, su dieci implicati nei delitti del "mostro”, l'unica eccezione, nel senso che l'unica persona che non tocca il carcere è Giancarlo Lotti e che è osservabile. come straordinaria eccezione, anomala; mi spingerei fino a definirla abnorme, soprattutto se si ha sottocchio la galera fatta dagli altri. Pensate un po', prendiamo lo Spalletti, ma lo Spalletti che cos'è che dice quando viene incarcerato la prima volta, dice: 'io ho visto'. 'Ah, te hai visto? E allora dicci come'. Lui non sa dire le cose: subito in galera. E così tutti gli altri, insomma, no, con vari meccanismi; a uno gli si imputa la falsa testimonianza, a quell'altro maltrattamenti in famiglia, a quell'altro un omicidio, che poi era un suicidio, avvenuto in Sardegna; mah, insomma. Come si fa a non definire strumentale la non carcerazione di Giancarlo Lotti? Su questo sono in buona: compagnia, perché il signor Presidente nel corso dell'ultima udienza del 17 marzo del '98, di fronte ai balbettamenti, ai soliti atteggiamenti, alle domande che si trasformano... alle quali si dovrebbe, dar risposta e che invece si trasformano in domande da rivolgere all'avvocato, insomma, spettacolo insopportabile da parte del Lotti, il Presidente ha detto: 'sa cosa gli sarebbe stato bene a lei, le manette', gli ha detto. L'ha detto, perfettamente d'accordo. Oppure si deve credere al Pubblico Ministero il quale dice che questa non carcerazione di Lotti è un fenomeno amministrativo in cui lui non c'entra nulla, lui come Pubblico Ministero? Io, francamente, ecco, non me ne intendo; l'avvocato Mazzeo questa materia l'ha studiata meglio di me, ma insomma, come? Sarebbe ordinaria amministrazione la galera, oppure no, di un cittadino? Mah, insomma, qualcosa non quadra, eh. Fin dall'origine-, senza che intervenga l'ufficio del Pubblico Ministero almeno in forma consultiva? No, non è così, vero. E qui permettetemi una riflessione, senza voler bacchettare nessuno, per carità, qua nessuno bacchetta nessun altro, si fa semplicemente delle riflessioni sul punto. Ma io mi domando, ma secondo me, l'ufficio del Pubblico Ministero avrebbe dovuto riflettere su questo punto prima di prendere quella decisione, che poi perdura fino a oggi, no, perché con questa disinvoltura nell'uso di uno strumento legislativo come quello della legislazione cosiddetta premiale che riguarda i collaboratori ma se ne rende conto, il Pubblica Ministero, che lo mette in discussione, l'Istituto? Per questo che io, a suo tempo, feci un'osservazione che venne interpretata come una sorta di intimidazione nei confronti della Corte, dissi: 'no, se ne parlerà'. Per forza, eh. Capite, voglio dire, è uno strumento delicatissimo quello là, utilissimo, sono perfettamente d'accordo, ultrautile, necessario. Nella guerra che lo Stato sta combattendo nei confronti della criminalità organizzata è assolutamente indispensabile questo strumento. Ma nel momento che lo si usa in questo modo, in forma strumentale, eh, lo devo dire, rispetto ad una prova che non c'è, eh, diventa antipatica la cosa. Cioè, si dà spazio a tutte quelle persone che lo vogliono ridiscutere, lo vogliono mettere in discussione di nuovo, l'istituto, che vogliono annullarlo. Eh, voglio dire, non è mica una bella cosa, perché se venisse meno quella struttura, quell'Istituto, sarebbe un danno per tutti, anche per voi. Qui bisognava pensarci. Prima di mettere in movimento quel meccanismo per cui Lotti, imputato di reati che, va bene, non hanno, nulla a che vedere con quelle previsioni che sono e che riguardano quel tipo di strumento e di previdenza legislativa... dice: 'no, te stai pure tranquillo, tieni la casa, tieni lo stipendio, vattene al ristorante'. No, non si doveva fare, ecco. Convinto che non si doveva fare. Se lo si applica in questo modo, e a me sembra che... no, cioè ne sono convinto, non che mi sembra, son convinto che sia stato usato per tenere al coperto la prova carente di Lotti, non nel senso di preservarla da possibili attacchi, perché capite, una giustificazione potrebbe essere questa: io, a un certo punto, temo che andando in galera te ti trovi gli amici 'degli "amici di merende” che ti fanno fuori in carcere con la "sferra", che come voi sapete è quell’oggetto ricavabile dal manico di un cucchiaio che diventa appuntito e col guai e si ammazza le persone nella galera. Ma avete percepito qualche cosa, di tutte questo in questo processo? Io l'analisi sul reato associativo, sugli altri misteriosi "amici di merende" che in qualche modo graviterebbero intorno a questo gruppo l'ho fatta. Eh, che devo dire, mi è stato risposto, da parte del dottor Giuttari - vedo che stamattina non c'è, tutto sommato non è che mi dispiaccia molto — e insomma, dico: 'ma allora che è venuto fuori?' 'Non si sa, perché le indagini sono in corso'. Ma non è vero nulla, lo sa benissimo che non hanno... non si può far venire fuori l'inesistente. La verità è questa. E allora, da quali possibili attacchi il signor Lotti andava preservato in questo modo? Ma io ho l'impressione, sono convinto che il signor Lotti è stato in questo modo protetto perché si mantenesse tale: collaboratore d'accusa, senza ripensamenti, senza riserve psicologiche che nascessero dalla constatazione che, insomma, quando si parla in un processo, bisogna sapere quello che si dice, perché poi la cosa può riverberarsi a nostro danno e Sollicciano non è un posto gradevole. Eh, voglio dire, può darsi che si sia pensato al Lotti che va a Sollicciano e che a Sollicciano riflette su una certa situazione, ci ripensa, un po' non vorrei dire si munisce di un difensore, perché il difensore gliel'hanno dato, non lo vorrei dire, anche se questo difensore... C'è una pagina del verbale del dibattimento in cui... Tu mi guardi male? 
Avvocato Mazzeo: No, no, me la sto ricordando anch'io.
Avvocato Filastò: Quale? Quella in cui fa quelle domande a non so quale testimone per sapere se un certo periodo di tempo Lotti aveva un sacco di soldi oppure no, è vero? Ma che vuole fargli? Voleva che gli venissero negate le attenuanti generiche? 
Avvocato Bertini: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: No, no, c'è, c'è, c'è, c'è a verbale, nel verbale del dibattimento. Insomma... Ma poi lui, questa cosa, il Lotti, che sto dicendo l'ha detta, l'ha detta. Ai consulenti Fornari e Lagazzi, che riferiscono le loro constatazioni, come vi ho chiarito a suo tempo, gliel'ha detta, che se lui va in galera cambia. Perché non si sa in che modo può cambiare, vero? In gergo carcerario, signor Pubblico Ministero, questa si chiama "fibbia". É una fibbia che le ha fatto. "Fibbia" vuol dire "minaccia". E poi se si trasferisce il discorso nei confronti dell'altro interlocutore privilegiatissimo di questo processo, perché Lotti è un privilegiato, lo sa, è consapevole, lo dice, gli sta bene così. Ma insomma tutte quelle cose che ho già detto, ho detto non voglio ripetere nulla, c'è anche Pucci. E il discorso del Pucci è perfettamente identico. Ma anche Pucci. Pucci arriva, dice: 'io ero sul posto', 'a far che scusi?', dice: 'a fare un bisogno', 'Non è vero. Allora che c'è andato a fare?' E Pucci su questo: 'che c'è andato a fare' risponde con quel vecchio proverbio che dice "per compagnia prese moglie un frate". Bisogna credergli? 'Ah, ' — si dice — 'allora se è così andate pure'. Eh, no, non si può, eh. Come minimo, se sei lì per un altro scopo, se, addirittura, come dice Lotti, nel pomeriggio precedente sei andato a spiare quella coppia che poi verrà ammazzata, ma insomma, Pucci, per piacere, anche te accomodati là. E non c'è niente da fare. O per lo meno, s'è proprio visto che sei un oligofrenico cento per cento, invalidità totale, insomma sei — scusi signor Pucci, non c'è’ — ma insomma, lo scemo del villaggio, insomma alla fine per lo meno, voglio dire, imputato sì, eh, di qualcosa, sì, eh. Montelupo sì, ma insomma, a voler essere cattivi, perché si può anche tenere uno agli arresti domiciliari. Insomma, però, dirgli: 'guardi che lei sta raccontando delle cose per cui lei ha questa imputazione', perché è un'imputazione. Su questo, tra l’altro, ci fu nel dibattimento un intervento dell'avvocato Pepi piuttosto puntuale; e aveva ragione, il collega, che ricordo sempre con stima e affetto, non contraccambiato, insomma io, alla fine, da questo punto di vista da questi e da altri punti di vista, ho criticato un'indagine in certe sue scelte essenziali, di fondo, di partenza, che poi sono quelle che contano, capite? Perché quando un'indagine parte così e parte su questo piede sbagliato, c'è da aspettarsi, per l'appunto, quei risultati che abbiamo avuto in questo dibattimento. E l'ho definita tendenziosa a ragion veduta. E se ho rilevato alcune abnormità, deformazioni, deformazioni suggestive, concitazioni, ma dico la verità: l'ho fatto con la morte nel cuore, non divertendomi punto. Non divertendomi punto, come credo non si sia affatto divertito quell’onesto Giudice del processo Pacciani, il quale poi si dimise e paragonò quell'inchiesta al processo secentesco degli untori della Colonna Infame. Ecco, quindi, se poi ogni tanto il tono si è alzato, e va bene, non invettiva; il tono si è alzato per una certa punta di indignazione che è reale, anche rispetto a quei problemi che accennavo prima, più generali, che riguardano l'applicazione di quella legge sulla collaborazione, sui collaboratori, quella normativa premiale. Una certa indignazione reale, sincera, da cittadino; da cittadino anche, non solo come avvocato. E, però, devo dire che se le mie intonazioni non piacciono al Pubblico Ministero, per certi versi siamo pari, perché a me non piacciono le sue. E non da un punto di vista soltanto formale. Troppa freddezza, troppi tatticismi, in un processo che gronda sangue e che vede sedici vittime innocenti e sedici famiglie in lacrime, benché siano passati ben dodici anni dall'ultimo delitto. E quando parlo di tatticismi io lo dico anche in senso sostanziale. Guardate le richieste di pena. Per lui ha chiesto l'ergastolo, e va bene. 21 anni al Lotti. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Scusa, eh, ora" mi metto a far l'avvocato Crescipena nei confronti... 
Avvocato Bagattini: Avrei voluto dirlo.
Avvocato Filastò: ...del simpaticissimo avvocato Bagattini. 21 anni a Faggi? Tira baralla Lotti, perché lui è collaboratore... insomma, mah. Non sarà che vale quel detto famoso: "poca prova, poca pena"? Beh, io dico, ma si dovrebbe pagare con il minimo edittale delitti di questa atrocità, di questa natura? Mah, voglio dire, insomma, siamo qui in questo Paese, in questa città con tutte quelle tradizioni che ha, anche giuridiche, oppure siamo da un'altra parte? Ci siamo trasferiti, che lo so io, su un'astronave, su qualche asteroide che gira intorno alla terra? 

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