giovedì 21 gennaio 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 10 marzo 1998 - Settima parte

Segue dalla sesta parte.
Avvocato Filastò: Dice: "Quindi portai in avanti, cioè verso il volante, il sedile di guida." Gli contesta il Pubblico Ministero. E il Gargalini dice: "Ma per tirarlo fuori, scusi" - dice - "non per accertarmi della causa della persona, non per accertarmi se la persona, quell'altra, era viva o morta." "Vuol dire dopo, per poter lavorare, per tirarlo fuori?" "Sì, ha ragione, dopo l'ho reclinato." Certo, è ovvio che è andata così. E qui poi si scatena, fino a arrivare così, a una discussione addirittura col Presidente. Il Pubblico Ministero dice: "Come fa a reclinarglielo sopra?" Reclinarglielo sopra? Spostato un po'. "Dobbiamo renderci conto, ha capito..." Allora, poi alla fine, dopo tutta questa bagarre che dura per diverse pagine del verbale, e non è una lettura molto gradevole da fare, per dir la verità, per chi fa il mio mestiere, almeno. E mi ci sono messo anch'io a complicare le cose, in qualche modo, con degli interventi... Benissimo. In dibattimento c'è dei momenti di questo genere qui e non giova molto all'accertamento... Per fortuna, però, qui noi abbiamo un testimone che è uno che proprio, non c'è niente da fare, vero, le cose che lui ha visto e che ha constatato, lui ci tiene, perché è una persona per bene, sicura. E alla fine lui, a pagina 106, dice: "Io sono salito sul sedile." Allora, a questo punto, a sinistra, così, in questo modo. "Non arrivando a fare quello che dovevo fare, ho dovuto fare questa manovra, spostando un po' questo schienale. Poi, quando ci siamo resi conto che questa persona dava dei segni di vita" - il Mainardi - "allora mi sono precipitato in terra, ho alzato il sedile" - dice - "e si è tirato fuori." Va bene? Lo volete più chiaro di così, il testimone? Finalmente? Dopodiché, dice: "Ma, guardi, lei prima ha detto che è entrato da destra." "Sì" - dice lui - "all'inizio sono entrato da destra e ho constatato che la donna era morta. E ho accertato di questa donna che lì per lì non dava nessun segno di vita." L'avvocato Colao vuol sapere se la destra è lo sportello del passeggero o del guidatore. Si vede che a lui gli risulta oscura la situazione. E questo gli risponde: "Dalla parte del passeggero", si capisce. A destra, vero. "Sono salito su questo sedile." Eccetera e va bene. Dice: "Sì, sì, va bene, va bene. Allora si tira fuori lui... Ecco, allora sono sceso, si è tirato su il sedile, si è tirato fuori e si è portato via. E poi noi siamo andati via." Ecco. Che passione, come si dice in Toscana! Poi c'è la forzatura dello sportello; parla della forzatura dello sportello. Insomma... A proposito dell'Allegranti, che a sentire il Pubblico Ministero non dovrebbe aver fatto niente in questa operazione di soccorso, il teste Gargalini dice, gli si chiede chi sono gli altri che hanno lavorato, eccetera: "Gli altri ragazzi erano con noi; gli altri due ragazzi erano con noi." Infatti erano quattro: lui, due ragazzi e l’Allegranti. "Poi anche l'Allegranti naturalmente, perché aveva tirato fuori la lettiga. Ci ha aiutato anche lui." Il Presidente dice: "Ah, vi ha aiutato anche lui?" "Eh, dopo sì." Che l'Allegranti poi, che è una persona anziana, di una certa esperienza, abbia voluto sincerarsene anche lui delle condizioni di quella ragazza, caso mai, l'altro avesse visto sbagliato, che fosse invece vivente anche lei. Sono tutti lì, sono tutti lì. I ragazzi, quelli giovani, stanno un po' più in disparte. Ma i due, quelli più anziani, sono lì a vedere quello che succede, a prestare i primi soccorsi. Forse si tratterà di fare una respirazione bocca a bocca; non lo fanno, ovviamente. Ma perché si rendono conto che c' è una carotide che butta fuori sangue. E quindi si danno da fare velocemente, il più possibile, per portarlo in ospedale, per cercare di salvargli la vita. Perché è questo il loro... L'avvocato Bertini, l'avvocato Bertini – chissà che gliene importa all'avvocato Bertini - dice: "Si, ma a parte la mano, fisicamente l'Allegranti dentro la macchina c'era insieme a lei, poco prima di lei? Lo ha visto lei?" "No, questo non lo ricordo." Dice il Gargalini. Non se lo ricorda di questo. Non è che lo esclude. Dice: "Non lo ricordo." Pagina 127, verbale del 19 dicembre: "Non lo ricordo." Non se lo ricorda. Naturalmente ciascuno di loro, sia l'Allegranti che il Gargalini, per un normale effetto di normale vanità, tende evidentemente ad amplificare il proprio ruolo, a stabilire che ha fatto tutto lui. E quindi ciascuno dei due praticamente annulla l'altro. Ma questo è normale, è umano. Ma tutti e due sono intervenuti, tutti e due hanno compiuto quelle azioni, tutti e due hanno... L'avocato Bertini insiste, l'avvocato Bertini difende Lotti. Siccome Lotti deve essere stato lì, a prendersi l'imputazione, allora è giusto che insista a dire: "Forse non ho seguito bene io, non ho capito bene. Lei ha detto che è entrato dalla parte dello sportello destro del passeggero per verificare se la ragazza era morta..." "Esatto." Dice Gargalini. "Ha poi detto che ha dovuto fare quella manovra di reclinamento del sedile anteriore?" "Sì, per arrivare alla ragazza." "Alla ragazza." "Sì. " "Ora io mi domando questo, forse ho capito male io: se il ragazzo, come lei dice era dietro..." "Sì." "Dico, lei è dalla parte dietro dell'auto. Che noia le dava?" Come, "che noia le dava"? O avvocato Bertini, mi scusi, ma come "che noia le dava?" C'è il sedile, no? Il sedile, per portar via uno di dietro, il sedile dà noia. Si sposta, accidentaccio, no? Sì o no? O si deve star qui a perder tempo con le domande insulse. Grazie, Vanni. No, stia comodo, stia comodo.
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Va bene. Allora il Gargalini dice che era dietro. E siamo a due. Senonché ne arriva un'altra. Per fortuna, attraverso questo inciso introdotto da questo difensore all'interno di un processo che di questa cosa proprio non se ne voleva occupare, arriva anche il Martini Marco. Il Martini Marco è un ragazzotto, il quale… No, ora non lo è più, all'epoca era un ragazzotto, al quale, intanto, si comincia a cercare di togliergli l'età a quell'epoca. 'Quanti anni c'aveva?' 18 anni, c'aveva. È del '64, aveva 18 anni. Quindi un'età più che ragguardevole per rendersi conto delle cose. Mica il ragazzino. Perché poi svolge un compito che è anche piuttosto delicato, ci vogliono persone coscienti, no? Dice il Martini: "I giovani in macchina?" "Sì, in macchina, sì." Gli domanda il Presidente. "Sì, erano dietro i sedili, accasciati. Insomma, con la testa reclinata all'indietro." Dietro i sedili, accasciati, con la testa reclinata all'indietro. E poi dice che: "Siamo entrati in macchina, si è soccorso chi doveva, insomma, il Mainardi..." Poi è stato interrogato dai Carabinieri, solo dai Carabinieri di Montespertoli, lui è stato interrogato. Dice: "Quanti anni aveva?" "19. " "18." Dice il Pubblico Ministero. "Sì, 18..." Va bene, aveva 18 anni. Allora il Pubblico Ministero gli contesta questa dichiarazione resa a suo tempo. Dice: "La stessa, alla domanda, la stessa che le ha fatto il Presidente, se questo ragazzo era davanti o di dietro, lei ha risposto: 'non sono in grado invece di precisare l'esatta posizione del corpo del Mainardi in origine, in quanto, al momento del mio intervento, il corpo stesso era già stato spostato dal mio collega'. E oggi" - dice il Pubblico Ministero - "invece che lei, che lo ha visto sul sedile dietro. Allora?" E questo ragazzo dice: "Dopo..." - ragazzo ora non più, uomo fatto -"Dopo..." Il Pubblico Ministero insiste: "Invece di precisare l'esatta posizione del corpo del Mainardi, come mai oggi se lo ricorda così bene, se a 24 ore, dice, era già stato spostato dal suo collega?" E il testimone, secco, gli dice: "Ora glielo spiego." "Ora glielo spiego." "Dopo circa tre ore, tre ore e mezzo di interrogatorio, alla fine, a Montespertoli, dissi: 'fatemi firmare, scrivete quello che vi pare e fatemi firmare quello che vi pare'." Va bene così? "Lei ha fatto" - dice il Pubblico Ministero - "tre ore, tre ore e mezzo di interrogatorio?" Si meraviglia, perché il verbale di questo ragazzotto è corto così, siamo a mezza pagina. E il Martini dice: "Un tartassamento continuo. Eh, sennò..." "Mi scusi, ma tre ore e mezzo" - dice - "ad aspettare." Dice il Pubblico Ministero. "No, no, no." - "No", uno; "no", due; "No, tre -"Interrogato." "Loro, mi scusi, di chi sta parlando?" "Non lo so, un magistrato, una signora. Non mi ricordo chi era." Dice. "Va be', un magistrato c'era, no? Donna?" "Penso di sì, non so se era… Alla fine di tartassarmi con tante domande, alla fine..." "Ma che domande? Tarta. . . " "Tutto, praticamente tutto quello che era successo." Dice il teste Martini. "Gli dissi quello che era successo, dice: 'non è possibile'. 'Come non è possibile', gli dissi. 'Vedrà che... c'ero io, un c'era lei'. Giusto?" "Eh, certo." "Allora mi fecero anche provare. Mi ricordo mi fecero anche provare: 'ci faccia vedere come ha fatto'. Mi portarono addirittura a una macchina simile, una 127. Ora, insomma... E io gli feci vedere come feci. Dice: 'niente, non è possibile. Qui lei sta facendo falsa testimonianza'. Gli dissi: ragazzi..." - simpatico. Sta facendo falsa... - "O ragazzi", dice questo qui. "Io mi stufai e qli dissi, mi ricordo batteva a macchina, scriveva un so chi, alla fine dissi: 'sì, va be', tutto quello che tu scrivi...', io firmai e venni via. Vedrai, che tu vuoi fare?" Che bellezza stare in Toscana, però, tante volte. Che bellezza sentire questo linguaggio così... e anche così colto, per certi versi. 'Icché tu vuoi fare? Va be', vuoi mettere così? Metti che ti pare...' . "Cioè, gli dissi: scrivete pure quello..." Dice il P.M.. Cioè, gli disse: 'scrivete pure quello che vi pare a voi'?" "Sembrava... Sì, sì." "Perbacco." Dice il signor Martini. "Noi ne prendiamo atto." Dice il Pubblico Ministero, eh. "Quando ero lì all'interrogatorio c'era un continuo contestare, a diritto, a diritto, cioè mi portarono a bere fuori" - dice - "anche. Insomma, fu un continuo... veramente sennò unn'è che poi..." Il Pubblico Ministero gli ricontesta che ha detto: "Non sono in grado, invece, di precisare l'altra posizione." Io intervengo: "L'ha bell'e detto tre volte, Pubblico Ministero, questa contestazione." Infatti era tre volte che gliela faceva. "Questo" - dice il teste Martini - "l'hanno scritto loro." Il Pubblico Ministero si indispettisce della mia interruzione e mi dice: "Ma mi lascia fare, per piacere? Via, io non l'ho mai interrotto. Perché ho visto che la giornata, che non è il caso." E infatti proprio non era il caso, la giornata, eh. Metteva proprio male. 

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