martedì 9 giugno 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 20 febbraio 1998 - Ottava parte

Segue dalla settima parte.


P.M.: Appare chiaro da queste testimonianze delle persone che sono arrivate per prime che il ragazzo stava sul sedile davanti, reclinato, con la testa indietro. E quindi sono loro a cui dobbiamo quantomeno, non certo per il numero, un debito di credibilità perché sono quelli che sono arrivati primi, non vorrei che poi si fosse mosso qualcosa su quel corpo, qualcuno lo avesse spostato, questo non lo sapremo mai. Però una cosa è certa, nel momento in cui era avvenuta da poco l'azione, cioè, il ragazzo era finito nel fossetto, il suo corpo era davanti. Guidare aveva guidato lui, non c'è niente da fare, è inutile tentare di dimostrare delle ipotesi salottiere o non salottiere. Allora vediamo chi è intervenuto dopo, l'equipaggio dell'ambulanza che è stato portato come teste, questi ragazzi, per dire cosa hanno visto loro, ci hanno obiettivamente, serenamente, posto davanti a una circostanza di fatto, anche questa molto importante, che riguarda la Croce D'Oro di Baccaiano, che era stata costituita da un mese. Questi ragazzi c'hanno tutti raccontato che ricevettero la segnalazione da quelli che erano stati sul posto, che la segnalazione arrivò dopo mezzanotte. Quindi ci danno riscontro al fatto che loro, Croce Verde, sono intervenuti dopo, dopo che altre persone erano andate sul luogo. Quindi, in qualsiasi momento sono arrivati, sono arrivati dopo e hanno visto qualcosa dopo. Quindi, dobbiamo pensare che, indipendentemente dalla certezza o meno del loro racconto, sono persone che hanno visto una scena sicuramente successiva a quella... all'azione della macchina che va indietro. E però questi ragazzi ci dicono una cosa ancora in più, ci fanno oggettivamente presente che due di loro, Martini Graziano e Ciappi Paolo erano al primo servizio. Non che uno al primo servizio debba essere creduto meno di uno che ha fatto mille servizi come un maresciallo dei Carabinieri che chissà quante cose del genere ha visto, o a un P.M., però sono due ragazzi di diciassette anni, che avessero firmato i genitori o meno, i quali ragazzi, che si chiamano esattamente Martini Graziano e Ciappi Paolo, questi ragazzi dicono: 'era il primo servizio'. Pensate voi due ragazzi di diciassette anni che anziché nel primo servizio andare a raccogliere la signora in casa che ha quaranta di febbre e deve essere portata all'ospedale o a raccogliere il coetaneo in motorino che si è fratturato una gamba, si trovano davanti uno scempio simili, una situazione in cui c'è uno vivo da portare in ospedale, in cui ci sono colpi di arma da fuoco, al primo servizio si trovano davanti questo. Diamogli tutta l'esperienza, avevano fatto tutti i corsi che volevano, ma vi immaginate voi il carico di emozione e di concitazione di questi due poveretti? Come possono essere oggi in condizioni di raccontarci obiettivamente una situazione? Tant'è che il loro racconto è impreciso, è preciso solo su un fatto: 'ah, per noi era dietro'. Due, per la verità, dicono così. Gli altri cominciano a dire: 'mah, io non mi sono avvicinato. Io sono stato un po' distante'. Quindi sono due ragazzi o dei soccorritori che hanno, non certo sulla coscienza, perché non è imputabile a loro, quella difficoltà di soccorso di quella notte, ma sicuramente il caso in quell'omicidio ha operato molto ai danni di quel ragazzo. Perché se ci fossero stati, per fortuna, per accidente, dei soccorsi come quelli che ci sono oggi, la famosa autoambulanza rianimazione col medico a bordo, forse c'era da sperare un qualche cosa di meglio, ma oggettivamente quel soccorso andò in quel modo. Ma c'è un punto fondamentale che secondo me taglia la testa al toro e ci dà proprio la certezza di come sono andate le cose. Questi ragazzi, il Ciappi Paolo dice: "Io rimasi fuori, mi passarono il corpo...” "Ma te lo passò l''Allegranti" - gli si chiede -"perché era 1'Allegranti che ha detto arrivò per primo a tirare fuori il corpo." Il Ciappi Paolo, onestamente, non poteva fare in modo diverso, dice: "No, io ero fuori, l'Allegranti addirittura o era all'ambulanza o era lì nei pressi a sistemare la barella." Quindi, nella concitazione di quei racconti, abbiamo anche una situazione in cui il teste Allegranti che dovrebbe averci portato la ricostruzione alternativa vera, quando ci ha fatto il suo racconto, secondo il suoi stessi compagni di soccorso o di difficile soccorso, non vorrei insistere sul fatto che fu uno scarso soccorso, per colpa di nessuno ma del fato, l'Allegranti è persona che stava nei pressi. Quindi, nel momento in cui ci dice: 'fui io a spostarlo', sappiamo che c'è addirittura un Gargalini Salvano che dice: 'l'ho spostato io'. E non si capisce bene allora... Alcuni sono lontani, alcuni non l'hanno spostato, sicuramente Allegranti no, capite che tutta questa ricostruzione alternativa lascia il tempo che trova. Allora noi abbiamo per fortuna gli elementi oggettivi di cui si è parlato. E noi abbiamo la convinzione che in una situazione di concitato soccorso dobbiamo credere a quei ragazzi che dicono: 'quando arrivammo noi c'era la ressa intorno a quella macchina'. Perché questo hanno detto. È ovvio. Vi immaginate voi nell'attesa dei Carabinieri, nell'attesa dell'ambulanza, già s'erano fermate ' macchine, quante altre macchine si sono fermate e cosa mai è successo? Potrebbe anche esserci stato qualcuno che ha reclinato lui il sedile all'indietro per facilitare... che ne sappiamo, ma I cosa volete noi che possiamo ipotizzare oggi. Qualcuno che magari è voluto intervenire... Sicuramente nessuno ha toccato nulla perché in quei casi il profano, nella maggior parte delle circostanze sta lontano, però è sicuro che quando arrivò l'ambulanza, intorno a quella macchina c'era una confusione tale che è difficile pensare a un Allegranti e a quei ragazzi che possono aver visto una situazione obiettiva. Chi l'ha vista? L'hanno vista quelli che sono intervenuti per primi. Allora, nella tragica realtà di quel soccorso, capite che l'ipotesi, che io ho definito Allegranti, non è né salottiera né nulla, è un'ipotesi che come doveva essere è un'ipotesi, è rimasta tale, non c'è assolutamente alcun elemento di riscontro, anzi gli elementi sono tutti contrari. E quindi, tornando al punto di partenza, doveroso punto di partenza che ha portato a questa lunga disgressione sull'omicidio dell'82 e sulla ricostruzione oggettiva, dobbiamo tenere presente che la ricostruzione oggettiva è, non solo perfettamente in linea, ma è la ricostruzione in tre fasi, vista dal Lotti dalla distanza che sappiamo. E allora, dobbiamo prendere atto che 1' attività difensiva, doverosa in questo caso, e l'attività della Corte che si è prodigata nel cercare di ricostruire questi fatti, ha prodotto un oggetto ricostruzione assolutamente inconcludente, assolutamente da non prendere in considerazione che vale come deve valere, una volontà di cercare, di dimostrare quello che era possibile dimostrare, che assolutamente non ha avuto alcun esito. Questo è: niente di più. Prendiamone atto, non vogliamo in nessun modo cercare di fare considerazioni diverse. Oggettivamente le cose sono in questo modo. Quindi, quando si tuonava qua: la ricostruzione ufficiale fa acqua, ve lo dimostreremo. Allegranti: 'abbiamo documenti'. Ecco, noi abbiamo preso atto, nessuno si è tirato indietro, è emerso che Allegranti, il quale fa quelle dichiarazioni, non ha nemmeno estratto il corpo. Io non vorrei aggiungere nemmeno una parola. Vorrei aggiungere soltanto questo, perché è arrivato un altro teste su questo omicidio, da parte della difesa, il teste Calonaci. Secondo me è una persona più che corretta, abbiamo fatto bene a sentire il teste Calonaci, perché abbiamo capito che ci ha riferito cose che non hanno niente a che fare con questo processo. E' una persona che si è presentata spontaneamente, due, tre anni, quattro anni è stata sentita non sentita. Dopo, ma nella convinzione di poter dare un contributo, correttamente il Presidente, gliel'ha fatto presente, dice: 'no, signor Calonaci, ci dica tutto, noi la crediamo'. Perché era il P.M. che magari nell'enfasi dell'esame, nel controesame, in quel momento gli diceva: 'ma guardi, lei ci sta dicendo forse cose non vere'. No, ha fatto bene il Presidente a interrompere il P.M. e a dire: 'no, sentiamolo questo signore'. Io gliene do atto al Presidente, un'altra volta, perché lo devo fare, lo faccio in pubblico ma è questa la verità. Ha detto: 'P.M. statti un attimo zitto, non ti fare... non ti inserire più di tanto, sentiamo questo signore. E' un signore che si è presentato, sentiamo cosa ha da dire'. E cosa ha detto il teste Calonaci indotto dalla difesa: 'io, sentite, in quel periodo, nei mesi dopo, nei tempi dopo, ho sentito dire che forse si sospettava uno della Polizia che poteva essere il mostro. L'ho letto sul giornale... allora, mi rivolsi alla Questura, telefonai e dissi guardate che io ho visto una macchina e mi è sembrata della Polizia'. 'Ah, bene, dove?' 'A otto chilometri di distanza dal fatto'. 'A che ora?' 'Alle nove e mezzo'. Quindi, è un signore che innanzi tutto, qualunque cosa abbia visto ci riferisce cose che ha visto davanti a casa sua alle nove e mezzo di sera, l'ora dell'uscita della processione, a otto chilometri dal fatto. Ora mi capite che siamo... facciamo mezzanotte, undici e mezzo, sappiamo la ricostruzione quindi un paio di ore prima del fatto, un signore a otto chilometri di distanza viene davanti alla Polizia e dice una situazione: 'ho visto una macchina della Polizia con uno solo a bordo. Vi interessa?' La Polizia cosa fa? Fa un'annotazione, scrive, l'annotazione ve l'abbiamo fornita, è quella annotazione fatta dall'agente della Questura di allora, Accuaro, il quale correttamente dice: 'si è presentato un signore', e stila quello che gli ha raccontato. Non fa un verbale, forse dimostra in questo che anche lui, già come semplice agente si rende conto che la cosa ha l'importanza che ha, questo è il punto fondamentale, è un'agente di Polizia che forse prende un diritto che magari era meglio portarlo davanti al funzionario, chi lo sa, sarà stato il funzionario che gli ha detto: fai tu un'annotazione. Comunque la cosa certa è che la Polizia, intesa come istituzione di questo Stato, di questa presenza del signor Calonaci in Questura, dà atto, c'è un documento, è vero, il signor Calonaci è stato due o tre anni dopo i fatti, ma non ha importanza, ci è andato. Quindi, la Polizia ha... di fatto gli investigatori tutto quello che arrivava, tutte quelle che erano segnalazioni le documentava. Allora il signor Calonaci è stato un po' scavato in questo dibattimento, forse dal P.M., forse più del necessario, lo riconosco, ma era per vedere se si poteva capire come la difesa pensasse di poter portare un elemento utile a questa ricostruzione di un fatto delle undici e mezzo a otto chilometri di distanza. Due ore prima. Beh, insomma, c'era una macchina della Polizia, c'era, due ore prima, a otto chilometri di distanza. Vi immaginate quella sera fra Carabinieri e Polizia, per fortuna, in giro quante macchine ci potevano essere e quante possano avere a che fare con questo omicidio e quante no. Magari ce ne fosse stata qualcuna più vicina. Ma il pensare che questa testimonianza ci possa portare qualcosa di utile, perché quel Polizia era il mostro che era in giro, mi sembra un passaggio anche logico che, insomma, lasciamolo lì. Anche perché poi il teste Calonaci ci ha spiegato, dice: 'mah, Polizia mi sembra di aver visto, l'ho capito io' . Gli abbiamo fatto tutte le domande che gli abbiamo fatto e poi ha avuto quella contraddizione che è sostanziale ma che ci fa capire cosa ha visto. Quel signore ha creduto di avere visto una macchina della Polizia, perché ha sempre detto, dice: 'mi sembrò strano che c'era uno solo'. Nella annotazione quando si presentò in Questura disse: 'era in divisa'. Me lo ricordo bene, qui ha detto: 'c'aveva la camicia bianca'. Capite, allora è un ricordo corretto del signor Calonaci ma è un suo ricordo che voleva essere una macchina della Polizia, sarà stata con uno solo a bordo, una macchina, come viene chiamata, di istituto con qualcuno in divisa è difficile che fosse uno solo a bordo. Il Presidente, come sempre, che vede più lontano delle singole parti, per questo fa il Presidente di Corte d'Assise, dice: 'ma per caso era una macchina dei Vigili, per caso era un'auto delle Guardie Giurate?' E il Calonaci dice: 'sarà stata, non sarà stata, non so, io quel che vi dovevo raccontare ve l'ho raccontato, fateci quello che volete, non date noia a me, non pensate che da questo voi potete sicuramente risolvere il caso, se volete chiamate mio genero che anche lui all'epoca ha visto qualche cosa'. Tutto qui, queste sono le... la tesi alternativa che vi è stata fornita sull'episodio Baccaiano. Una alternativa alla ricostruzione ufficiale che avrebbe consentito di mettere seri dubbi sulla credibilità di Lotti. E con questo che è la ricostruzione degli omicidi '85, '84, '83, '82, a cui Lotti dice di avere partecipato, credo che questo dibattimento abbia correttamente, perché non poteva essere in modo diverso, dimostrato come la ricostruzione ufficiale in tutti i casi è non solo perfettamente in sintonia, ma è sorprendentemente identica alle dichiarazioni di Lotti. Allora direi che ci rimane da esaminare quelli... questi sono i riscontri oggettivi, tutti perfetti, l'unico in cui vi era stata offerta un'ipotesi diversa è quello di Baccaiano, credo di avere esaminato gli elementi obiettivi. Dobbiamo ora continuare il nostro lavoro, vedere come oltre a elementi obiettivi c'è una serie di deposizioni testimoniali che danno ulteriore riscontro al Lotti. Vi ricordavate come siamo partiti? Lotti dice la verità perché una serie di motivi che nascevano dalla sua condotta. Ora vi abbiamo cercato di dimostrare, credo dimostrato, che gli elementi obiettivi, documentali come li ho chiamati sono perfettamente in sintonia. Passiamo a quelli testimoniali. Sono numerosi. Vi chiedo cinque minuti di sospensione per andare avanti.
Presidente: Sospendiamo un quarto d'ora.
P.M.: Un quarto d'ora meglio ancora, Presidente.

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