giovedì 7 maggio 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 28 gennaio 1998 - Sesta parte

Segue dalla quinta parte.
 
P.M.: Verrei quindi, nel richiedere il rigetto di tutte queste istanze, ex 507, verrei all'argomento che penso sia il più importante, quello sul quale è bene avere le idee chiare, nel momento in cui la Corte deve prendere una decisione. Quello, sostanzialmente, che mira a ottenere che la Corte disponga una perizia psichiatrica sull'imputato Vanni. Non mi sembra questa la sede perché il P.M. faccia valutazioni sul fatto che al termine di un processo così importante, per fatti così gravi, la difesa, oggi, insista su questa perizia psichiatrica. Sono valutazioni che in questo momento non ho nessun motivo di fare, sono valut...
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
P.M.: Ho detto insistere, avvocato, non ho detto chiedere. Ho detto, volutamente, insistere. Sono valutazioni sul fatto che, al termine di un processo per fatti così gravi, uno degli imputati, o meglio, il suo difensore dica: 'beh, ma io forse ero incapace di intendere e di volere'. Io non... le valutazioni sul fatto che questa richiesta la dice lunga le farò a tempo debito. Vorrei solo tenere presente quali sono gli spazi, al di là di quelle che sono state le argomentazioni del difensore, perché la Corte oggi possa prendere in considerazione questa istanza. Sono quelle perché uno degli esiti, nel caso in cui la perizia, in ipotesi disposta e in ipotesi con risultato tale da poter dire che i periti possano dire qualcosa sulle capacità di intendere e di volere del Vanni, è una perizia che oggi può essere ammessa esclusivamente per valutare - dice l'articolo sia l'88 che l'89 del Codice - per stabilire quale era la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento dei fatti. "Era", nel senso - è bene avere tutti chiaro, mi rivolgo in particolare ai giudici popolari - che una istanza di questo genere dovrebbe avere come oggetto, accertare quale era la capacità di intendere e di volere del Vanni imputato, al momento dei delitti a lui ascritti, cioè, anni '81-'85. Cioè, noi si dovrebbe poter dire oggi che ci sono elementi per dire che a quell'epoca era, era allora, '81-'85, con una capacità di intendere e di volere, o totalmente scemata, o parzialmente scemata. Questo potrebbe influire sulla eventuale pena -l'ha detto espressamente il difensore - su una eventuale scriminante, su attenuanti o cose di questo genere. Allora, signori, per poter valutare sotto questo profilo la capacità di intendere e di volere di Vanni dobbiamo subito metterci a una valutazione per gli anni '81-'85. Come è ora, signori, non ha assolutamente alcuna rilevanza, se non come spunto, come giustamente ha fatto presente il difensore. Allora, per poter dare spazio a una simile istanza, occorre che, chi fa questa richiesta, fornisca elementi che possano dimostrarci in qualche modo il fumus che negli anni '81-'85, non oggi, il Vanni si trovava in una situazione di incapacità o semicapacità, totale o parziale, di intendere e di volere. Allora vediamo se il difensore, o chi ha fatto l'istanza, comunque ha portato elementi in proposito. Normalmente chi ha interesse a portare avanti questo elemento, se è un elemento oggettivo che appare perché è un elemento che ha possibilità di prova, vi porto una perizia di parte, vi porto un consulente, chiede di sentirlo, gli fa dimostrare al consulente proprio come ha fatto in fondo il Lotti... il P.M. per il Lotti ad altro fine, e vi dice: guardate, se non credete al mio consulente, fate una perizia. Di questi elementi, cioè, di fumus, che nell'81-'85, il Vanni fosse incapace di intendere e di volere, non c'è minimamente traccia. Ci son le asserzioni convinte del difensore. Però, al di là delle convinzioni del difensore, dobbiamo vedere gli elementi oggettivi. Allora, vediamo se ci sono elementi contrari che fanno pensare che nell'81-'85, il Vanni invece fosse persona completamente cosciente o capace di attendere alle proprie occupazioni. Eh, signori, ci sono in atti e ci sono dichiarazioni dello stesso Vanni, nei verbali che vi ho depositato, ma c'è un atto che secondo me è quello che ci dà la possibilità oggi di dire che nel 1981-'85, il Vanni era persona perfettamente cosciente. E è quell'atto che proviene dalla direzione delle Poste che è negli atti del P.M. e che loro, se credono, lo possono acquisire, ma comunque sono dichiarazioni dello stesso Vanni, il quale dichiara di essere andato in pensione esattamente il 31 maggio del 1987. Cioè, nel 1987 il Vanni va in pensione per raggiunti limiti di età. Mai nessuno ha detto che è andato per invalidità o c'era qualche motivo per pensare che, negli anni precedenti, quando il signor Vanni espletava regolarmente il proprio servizio di portalettere, sia pure a livello suo, nessuno pensa che fosse direttore delle Poste del Ministero Poste e Telegrafi, era un postino ma a tutto il 1987 il signor Vanni espletava il suo servizio. Nessuno ha mai pensato che fosse incapace di intendere e di volere. Direi che questo argomento è assorbente su tutti gli altri. Ne uso qualchedun'altro, perché sono stato invitato a questo dalle istanze del difensore. Il signor Vanni ha una patente, se non sbaglio è una patente B, per la guida di motoveicoli. È una patente che non risulta ritirata. Fino al 1987, il signor Vanni guidava regolarmente. Metteva solo la prima, come dice suo nipote, metteva la seconda, quello che volete, ma ha sempre avuto un permesso di guida fino, penso, ad oggi, perché nessuno glielo ha ritirato - ma su questo io non ho argomenti o non ho elementi per dire se gli è stato ritirato o meno - comunque nessuno vi ha portato un elemento per pensare che questa abilitazione alla guida, rilasciatagli dalla pubblica amministrazione è stata ritirata. Quindi, fino al 1987, e quindi in epoca successiva a quella per cui vi si vuol far credere che fosse incapace di intendere e di volere aveva la patente di guida, categoria B, penso, se non oltre. Categoria A, forse, la patente del motociclo. Categoria A. Tutto da verificare ma è un argomento che nasce dalle sue dichiarazioni. Allora, direi, vediamo se c'è qualche altra cosa. Vi si dice: guardate, oggi, in quella perizia che sapete, per la quale ci son tutte le argomentazioni di parte del difensore, vi è stato detto che comunque il signor Vanni ha qualche alterazione, ha una TAC particolare, episodi di epilessia, eccetera. Però sono tutti episodi pacificamente riferibili ad oggi, al momento in cui alcuni giorni fa è stato visitato,’ all'anno prima nel quale ha avuto la TAC, o ha avuto quegli episodi di ischemia, tutto quello che può essere successo. Io dico, il signor Vanni ha una particolarità, beve e ha bevuto e questo è il suo grosso difetto, ha qualche problema che riguarda l'arteriosclerosi per l'età. Niente hanno a che vedere queste patologie oggi, né con la capacità di stare in 1 giudizio - e vi è già stato detto dai periti -, né queste patologie di oggi hanno qualcosa a che fare con eventuali patologie regresse di 16 anni fa, come minimo, 17, forse 18, che dovrebbero avere afflitto Vanni e che potrebbero, in qualche modo, influire sulla sua capacità di intendere e di volere oggi. C'è qualcosa in più. Vi si dice: guardate, il Paolo Vanni, nipote, vi ha detto che cascava e è stato trovato a dormire in piazza a San Casciano per un paio di volte. A parte che gli è stato contestato che questo elemento contraddice quello che Paolo Vanni aveva detto la udienza precedente che andava la sera alle sei a letto, ma non è questo l'argomento. L'argomento è che il signor Paolo Vanni, nipote, nel dirvi: 'mio zio ogni tanto si addormenta', è perché lo trovavano ubriaco. Sicché, signori, ubriachezza con incapacità di intendere e di volere, almeno che non sia un etilismo cronico conclamato, non ha niente a che vedere, spiega esclusivamente lo stato attuale del Vanni. Vorrei aggiungere un ultimo argomento su questo proposito. Dice: il Vanni in aula si è comportato in modo tale che non si è capito cosa voleva, cosa dicesse, se ha capito. Eh, no, signori, loro tutti hanno visto che ogni volta in cui è stato di interesse per l'imputato di dire qualche cosa si è sempre alzato, ha fatto le sue dichiarazioni, tutte le volte a proposito, non ha mai sbagliato una volta, compreso davanti alle dichiarazioni della Sperduto ieri, ha detto: 'no, non è vero'. Cioè, è persona che quando vuole dorme, ma quando la cosa gli interessa non solo sta attenta, ma fa le sue dichiarazioni a proposito. E quindi, venirvi a dire oggi che, addirittura, del Vanni non si sa come la pensa, addirittura non si sa se ha voluto veramente non rispondere all'interrogatorio, è un argomento che non si può usare. Perché il Vanni, quando ha ritenuto opportuno non solo si è alzato, ha fatto le sue dichiarazioni, ha fatto le sue invettive nei confronti del P.M., ha fatto le sue invettive nei confronti della Patria o tutto quello che ha fatto, ma quando si è trattato di fare dichiarazioni a lui utili, le ha fatte sempre in ogni momento, compresa l'udienza di ieri, quando gli...
Avvocato Filastò: ... ci dirà quali sono le invettive di Vanni nei confronti del P.M., eh.
P.M.: Eh, sì...
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Avvocato, no, no...
Avvocato Filastò: Le inesattezze che sta dicendo... tutte le inesattezze che sta dicendo...
Presidente: No, no, lo ricordo benissimo io, una volta sola ha detto che... parlava di un cancro che possa colpire il Pubblico Ministero. Questo...
P.M.: Se non è invettiva questa, io, per fortuna...
Presidente: Se non è questa un'invettiva, lasciamo stare.
P.M.: ...sicuramente, come tutti finiamo i nostri gironi per qualche malattia. Però, insomma, non è che faccia piacere. Chiusa la parentesi, era per spiegare l'invettiva. E quindi, era un argomento che io usavo per dire che il signor Vanni, quando qualcosa non gli va, sa benissimo come andare a fondo. Tant'è che fa... 
(voce fuori microfono)
P.M.: Ma non saranno invettive, saranno quello che volete, saranno maledizioni, non lo so. Lasciamo fare è un argomento che non mi interessa.
Presidente: No, non classifichiamo, solamente era una...
P.M.: Non mi interessa, non mi interessa.
Presidente: L'espressione, lo ha usato lui “il cancro...
P.M.: Non mi intere... Presidente, io non volevo nemmeno andare... anche perché sono argomenti, a questo punto, personali non volevo certo portarli sotto questo profilo. Mi ero limitato ad una indiretta... racconto. Se non c'era il difensore, io non ci posso fare nulla.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
P.M.: Non ci posso fare nulla. Allora, prima di parlare si documenti.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
P.M.: Andiamo avanti. Direi che questi argomenti mi servono anche perché la Corte prenda in seria considerazione l'argomento difensivo. Dice: ma non si è capito se vuole rispondere o meno. Ma scherziamo davvero? Signor, Presidente, gli è stato chiesto a tutte lettere se voleva rispondere o meno...
Presidente: Scusi, Pubblico Ministero, a questo punto devo precisare un cosa, per correttezza, verificheremo i verbali su questo punto. Io mi ricordo questo: che quando lei anticipò gli interrogatori degli imputati, gli esami degli imputati, compreso il Faggi, il Zanobini che protestò dicendo che non doveva rispondere subito, ma doveva rispondere alla fine... È vero, avvocato Zanobini?
Avvocato Zanobini: (voce fuori microfono)
Presidente: Sì, sì, insomma, poi la cosa è superata dal coso. Io mi ricordo, in quel contesto lì, salvo errore, l'avvocato Filastò anticipò dicendo che il Vanni non si voleva sottoporre all'esame, che non intendeva rispondere...
P.M.: Esatto, era un argomento che volevo usare io.
Presidente: E il Vanni rispose lui, confermò questo.
P.M.: Esatto, Presidente.
Presidente: Dico io: comunque si rimanda a domani quando si sarà fatto esami. 

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