lunedì 16 febbraio 2015

De Fazio, Luberto, Beduschi, Galliani e Pierini - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 12 gennaio 1998 - Sedicesima parte

Segue dalla quindicesima parte. 

Francesco De Fazio: Qua io vorrei portare un contributo di chiarezza. Per quello che ricordo io, e penso di ricordare bene, noi in sede di ricostruzione dell'ultimo delitto - del delitto verificatosi fra il 7 e l'8 settembre '85 - non abbiamo avanzato, non è apparsa, non abbiamo mentalizzato l'ipotesi di due aggressori. Noi abbiamo soltanto fatto una ricostruzione, che io rileggo qua, non ricordavo: "(legge: incomprensibile, un'ipotesi ricostruttiva) ...consente di ipotizzare come prima area le lesioni d'arma da fuoco al volto, entrambe con tramite superficiali, le quali lesioni al volto, in quanto palesemente di striscio, rendono plausibile che la donna sia stata attinta accidentalmente in primis, mentre a qualche titolo nel movimento e con una azione necessariamente approssimativa a casaccio da parte dello sparatore. Naturalmente, la sostanziale identità della direzionalità dei due tramite ... questi primi due colpi in successione fra di loro." Cioè, la donna è stata attinta da due colpi da sparo di cui il primo è così, un po' sparato a casaccio, il secondo più mirato. "Ipotizzando ulteriormente la logica operativa dell'aggressore, è da ritenere che, avendo questo già in mano l'arma da fuoco, in successiva istanza abbia esploso il terzo colpo, prima di cioè impugnare l'arma bianca per produrre le ferite al collo di cui si dirà oltre. Il terzo colpo invece è stato esploso, questa volta, in condizioni logistiche tali da poter essere mirato al capo con sufficiente precisione, in modo da esplicitare un potere d'arresto decisivo, se non immediatamente alla morte della vittima. Ipotesi, quest'ultima, probabile si dirà dopo il perché. Come terzo momento dell'azione sulla donna, con un possibile lasso di tempo intermedio necessario all'inseguimento del maschio e della sua neutralizzazione" - perché andava... il maschio è scappato - "l'aggressore, dopo aver riposto in qualche modo l'arma da fuoco e impugnando ormai l'arma bianca, che potrà plausibilmente aver già in mano a perfezionamento dell'azione omicida sul maschio, può aver inferto il colpo alla donna alla regione sovraclaveare, latero-cervicale sinistra, colpo vibrato in profondità con intento evidentemente definitorio sul corpo ancora in vita della donna." Allora, noi abbiamo fino ad adesso ipotizzato tutta una situazione un po' disordinata, per la verità dei fatti, rispetto a quella fase di apprendimento che il nostro presunto autore aveva raggiunto, di uccisione della donna; che è stata uccisa, praticamente, finita, con il colpo d'arma bianca. Quarto ed ultimo la messa in opera del rituale. E a questo proposito emergono ... alcune impressioni. Praticamente: L'escissione aveva avuto luogo prima sul seno, quindi sul pube. Cioè in quanto in corrispondenza topografica col tronco, è stata rilevata sul materassino un'ampia gora di sangue con coaguli. Gora orientativa, fra l'altro, di un'attività circolatoria ancora in atto nella vittima. Minori tracce sono invece viste sulla parte sinistra del materassino in corrispondenza del pube e del ciò... Quale conseguenza discende che all'atto di escissione del seno, il soggetto aveva ad essere ancora in limini vitae, cioè era proprio... stava per morire, ma non era ancora morto. E ciò non contrasta con i tempi di possibile sopravvivenza della donna in rapporto alla lesione encefalica, che era topograficamente alta, cioè non .. ...sui centri vegetativi. Ciò sarebbe adesso asseverato dai caratteri di maggior... (legge: incomprensibile). Quello che è certo in questo ultimo delitto è, rispetto ad altri precedenti delitti, una maggiore congruenza di un'azione lesiva, perché... praticamente una maggior disordine che può essere dovuto anche a circostanze ambientali: una tenda non era un'autovettura; non lo so, ecco. La morfologia delle lesioni al- pube può esser spiegabile con le condizioni di ristrettezza di spazio, derivanti dal dover lavorare all'interno della tenda; e ciò, sia per una maggiore sbrigatività dell'azione, per accelerare i tempi, ovvero al contrario, al fine di poter lavorare con calma al coperto dalla vista di occasionali... di persone di passaggio. Allora, è verosimile che il soggetto abbia usato una fonte luminosa e che potrebbe aver avuto saldamente fissata al capo, nell'ambito ad esempio di un caschetto speleologico, eccetera, eccetera. Allora, il problema che ci pone il Pubblico Ministero è, per quanto mi riguarda, un problema nuovo. Cioè, noi abbiamo fatto tutte queste: considerazioni nella prospettiva di un autore unico. Il problema è non quello di affermare - io non me la sento in questa situazione qua - è quella, solo, del quesito che il Pubblico Ministero ci pone se è teoricamente possibile...
P.M.: Compatibile.
Francesco De Fazio: Beh, se teoricamente è possibile che in quest'ultimo delitto... in quest'ultimo delitto o nei delitti tutti?
P.M.: La domanda che le ho fatto è sulla base di queste frasi, che poi sembre...
Francesco De Fazio: Sì. Che quest'ultimo delitto siano state ad operare due persone distinte: uno sparando e un altro azionando il coltello.
P.M.: Il coltello.
Francesco De Fazio: Il termine, l'affermazione di possibilità da parte mia viene attesa e dire è possibile significa non fornire, da parte nostra, almeno da parte mia in quello che ho detto, un elemento probatorio.
P.M.: Certo, non è certo...
Francesco De Fazio: Possibile. Questo, a maggior ragione, porterebbe a disagi ambientali - entrare e uscire da questa tenda, una persona, due persone - però io non ho elementi per escludere, ma nessun elemento per acclarare questa ipotesi.
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Presidente, io volevo fare osservare, avvocato Filastò... 
(voce fuori microfono) Chiedo scusa...
Avvocato Filastò: No, ma io, si dovesse proseguire l'esame dei periti su questo argomento, che io ho fatto una domanda dello stesso genere con riferimento alla possibilità inversa. Cioè a dire: qui è stata chiesta la possibilità con riferimento ad un delitto. Io ho fatto una domanda inversa per escludere questa possibilità da un punto di vista psicologico con riferimento a tutti i delitti, della molteplicità degli autori. Su questa domanda è stata formulata un'opposizione da parte del Pubblico Ministero, opposizione che la Corte ha accolto. Ora si fa la stessa domanda con riferimento alla dinamica materiale e con riguardo all'ultimo delitto la stessa domanda - però sotto il profilo della possibilità di più autori - e si sta continuando ad esaminare questo aspetto, con il perito professor De Fazio che è già la seconda volta che dice: attenzione, perché questo non faceva parte dei quesiti. Questo non mi è stato mai chiesto, questo è un quesito nuovo. Che è il motivo per cui, fra l'altro, la Corte ha accolto l'opposizione del Pubblico Ministero sulla domanda formulata da me. Se dovesse andare avanti, io chiedo di poter riproporre quelle domande, che mi son rimaste qui scritte e inevase, in punto di dinamica di carattere psicologico.
Presidente: ... un'altra domanda dalla difesa, vai.
P.M.: Io avevo, per la verità, fatto una domanda completamente diversa. Era quella se mi confermavano questo elemento che emerge già in perizia su fatti che loro hanno valutato, circa l'ipotesi, a pagina 27: "Il che rende possibile l'ipotesi che egli disponesse di un secondo coltello." Mi sembra completamente diversa dalla domanda che ha...
Presidente: Lui ha fatto l'ipotesi di due coltelli, no?
P.M.: Sì. E l'ha fatta in perizia, quindi evidentemente sono dati di fatto che hanno esaminato loro. Completamente diverso dall'analisi sulla possibilità psicologica dei due autori. Io parto esclusivamente da una domanda su quello che... A me se mi dice: 'sì, lo confermo' mi basta, è più che sufficiente, non ho altro da chiedere. E' un dato di fatto che è in perizia.
Avvocato Filastò: …essere smentito alla prossima udienza, sulla base della lettura del verbale. Ha fatto una domanda sui due coltelli, son d'accordo, l'ho sentita anch'io e non mi sono opposto a quella domanda. Ma successivamente ha fatto la domanda sull'ipotesi dei due autori, con riferimento alle pagine 24, 25, 26 e 27 della relazione.
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Ma scherziamo. Eh, la domanda è stata formulata sotto ... i due autori, non dei due coltelli. Il riferimento è stato questo. Sennò, voglio dire, a questo punto...
Presidente: Va bene, avvocato, avvocato, non mi ricordo ora la domanda di stamattina. In ogni modo, farà le domande anche lei.
Avvocato Filastò: Io? A me...
Presidente: L'esame non è finito...
Avvocato Filastò: ... dispiace dover star sempre a...
Presidente: Bene.
Avvocato Filastò: ... rilevare questa differenza...
PRESIDENTE: Altre domande?
Avvocato Filastò: ... di trattamento. 
(voce fuori microfono) Il professor Pierini deve rispondere.
Presidente: Sui due coltelli. Deve rispondere il professor Periti?
Giovanni Pierini: Pierini. Allora concludo quanto aveva iniziato a chiedere il dottor Canessa, ricollegandomi a quanto ha detto il collega professor Beduschi, perché ne abbiamo parlato spessissimo di questo problema, perché la ricostruzione era estremamente complessa. Perché la dinamica era estremamente complessa. Tant'è che uno dei problemi che erano alla base di quello detto stamattina - ma perché avete parlato del coltello da sub o di tipo sportivo - era un tentativo di identificare uno strumento che doveva avere delle caratteristiche del tutto particolari quanto a resistenza, a robustezza, a mantenimento del filo di taglio. Cioè, non appariva come uno strumento normale, così, proprio perché in tutti i casi e soprattutto nell'ultimo omicidio poneva una serie di problemi, fra i quali anche quello dell'ingresso nella tenda. Quindi, siccome l'ingresso nella tenda è stato effettuato con azione di taglio, i problemi legati alla necessità che questo strumento tagliente fosse di tipo veramente particolare emergevano ed erano molto importanti. Per cui si trattava o di due coltelli o di un coltello super eccezionale. Questo mi ricordo dai discorsi fatti.
P.M.: Quindi il discorso dei due coltelli nasce da questa problematica; o della possibilità dell'affilatura, di cui voi, tra l'altro, parlate.
Giovanni Pierini: Sì, perché si tratta proprio di una serie di riflessioni sul...
P.M.: Sui dati oggettivi.
Giovanni Pierini: ... sui dati oggettivi, sul fatto che la lesività fisica riscontrata sui cadaveri, sull'ingresso nella tenda, presupponeva che le azioni di taglio fossero state effettuate... erano tante, eh. Mi ricordo che, fra l'altro, la sezione dell'avambraccio del ragazzo francese era di netto, quindi si evinceva, no, delle azioni di taglio portate avanti con una forza lesiva notevole e una capacità lesiva dello strumento altrettanto notevole. E quindi... Il filo si perde molto rapidamente, eh.
P.M.: Ed è per questo motivo che ipotizzaste che ci fossero stati due coltelli?
Giovanni Pierini: Sì. O due coltelli o uno strumento particolarmente adatto; sennò due coltelli. Insomma, eravamo -come diceva prima giustamente il professor Beduschi - nella necessità di far quadrare il cerchio con tante circostanze estremamente difficili da mettere insieme. Perché in quest'ultimo caso erano molteplici, e tutte necessarie.
P.M.: Ho capito. Grazie, non ho altre domande. 

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