giovedì 7 novembre 2013

Alessandra Bartalesi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 14 luglio 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

P.M.: Senta una cosa: è mai stata nella piazzola dove è avvenuto l'omicidio di Scopeti con il Lotti?
A.B.: Ecco, quella volta che successe questa cosa che gli ho detto ora, s'era nella piazzola prima. Quella accanto, subito prima di quella lì.
P.M.: E il Lotti ebbe questo problema?
A.B.: Sì.
P.M.: E fu Lotti a portarla in quel posto?
A.B.: Per l'appunto s'era stati a mangiare al ristorante che c'è lì subito, insomma l'era lì accanto. Però, ecco icché mi dette da pensare che quando si scese dalla macchina, mi disse: 'attenta qui c'è una frasca, qui c'è una buca', insomma lui conosceva tutto il posto perfettamente.
P.M.: Le dette da pensare: che pensieri le vennero?
A.B.: Perché dissi: ma come può fare a conoscere un posto così, sapere in do' son le buche, in do' sono i rami che io ci posso cascare perché per quello che ho avuto...
P.M.: E era vicino alla piazzola dove era avvenuto l'omicidio?
A.B.: A quella subito prima. Prima di quella. Si vedeva da lì.
P.M.: Che distanza c'era?
A.B.: Ci sarà stato 40 metri.
P.M.: Poi siete stati anche alla piazzola dell'omicidio?
A.B.: No.
P.M.: Quindi il discorso delle buche era nella piazzola prima?
A.B.: Sì.
P.M.: Siete stati per caso con il Lotti anche nel luogo dove è avvenuto l'omicidio di Baccaiano?
A.B.: Sì, una volta si passò di lì.
P.M.: E cosa avvenne? Lei disse qualcosa?
A.B.: Sì, che lui si voleva fermare, un so, un mi ricordo pe' icché.
P.M.: Nella stessa pizzo... nello stesso luogo?
A.B.: Sì, pressappoco s'era... gli dissi: 'un mi piace fermammi lì, lo sai c'è stato il mostro?'
P.M.: E lui?
A.B.: E lui mi disse: 'quando sei con me il mostro non c'è di sicuro'.
P.M.: Senta vorrei chiederle di nuovo, perché lei ne ha parlato più, con maggiori particolari: se ha mai assistito a discorsi fatti fra Lotti e Vanni - dopo quello che ci ha detto, ovviamente, lei oggi - a proposito di qualche... se ha visto parlare loro in modo tale che lei non sentisse? proviam... facciamo così.
A.B.: Una volta mi capitò, che s'era in macchina tutti e tre, in macchina del Lotti. E venne fori un so come...
P.M.: Cosa venne fuori?
A.B.: Venne fuori il nome di Pacciani. M'accorsi che i' Lotti gli sbiancò. A i' mi' zio un fece effetto, ecco. Però i' Lotti gli sbiancò, sembrava gli avessero nominato un fantasma.
P.M.: È mai capitato che in occasione di discorsi simili, o di altri discorsi, suo zio e il Lotti parlassero fra loro in modo che lei non sentisse?
A.B.: Di rado, ma forse a volte... qualche volta, magari, ecco...
P.M.: Erano discorsi che stavate facendo tutti e tre o che loro stavano facendo che riguardavano Pacciani o il mostro, o erano discorsi diversi?
A.B.: No, erano discorsi diversi. Anche per esempio dire: 'si va' a mangiare qui? No, andiamo di qua' magari si dicevan loro due.,.
P.M.: Ho capito.
A.B.: '... perché qui c'è questo problema per lei'.
P.M.: Lei però una volta, lei ha riferito dice, e glielo contesto, dice: "Circa i discorsi che Lotti faceva con mio zio in mia presenza, qualche volta parlavano sotto voce tra loro e mi dette l'impressione che non volevano in queste occasioni che io sentissi. Non so dire cosa dicessero, né ho mai cercato di ascoltare. In genere in queste occasioni mi giravo da un'altra parte. Ho notato però che quando parlavano sotto voce tra loro, avevano lo sguardo serio; mentre in genere in mia presenza, scherzavano sempre". Ora capisce, com'è che se avevano lo sguardo serio, possa lei aver capito che parlavano di dove andare a mangiare? ci vuol spiegare meglio cosa intendeva dire?
A.B.: Sì, no, ecco, ora a volte c'ho dei vuoti di memoria.
P.M.: Prego, si spieghi.
A.B.: A volte c'è stata anche questa cosa: che li ho visti parlare, poi un lo so mica, magari potevo pensare che parlavan di quello e di quell'altro. Però, un posso sapere in che... E allora parlavano e sì, l'eran seri. Ma di rado, questo.
P.M.: Ho capito. Senta, il discorso che le faceva quando il Lotti sbiancò parlando del Pacciani, eravate in macchina in tre. Si ricorda in che punto eravate?
A.B.: Oh, come si chiama?
P.M.: Lei ha detto...
A.B.: Prima della botte.
P.M.: Mi scusi, eh. Lei ha detto che: "In macchina in tre, eravamo vicino a uno dei luoghi dove aveva colpito il mostro, mi sembra Baccaiano. Venne il discorso sul Pacciani..."
A.B.: No...
P.M.: Mi scusi, è una contestazione.
A.B.: E' giusto.
P.M.: "Venne il discorso sul Pacciani, e uno dei due disse una frase del tipo 'lascia perdere, non ne parliamo nemmeno di quel balordo'". Ricorda questo?
A.B.: Sì.
P.M.: E' lo stesso episodio in cui il Lotti sbiancò o sono due episodi diversi?
A.B.: Mah, è lo stesso, probabilmente. Sì.
P.M.: E come mai eravate lì a Baccaiano anche... lei ha detto prima c'eravate stati da soli, lei e il Lotti. Come mai questa volta ci siete andati?
A.B.: S'andò a mangiare alla festa de l'Unità a Baccaiano.
P.M.: Quindi passaste da Baccaiano casualmente?
A.B.: Sì. Quella volta, sì.
P.M.: Insomma... ecco. Invece la volta prima col Lotti c'era andato lui apposta.
A.B.: C'era andato lui.
P.M.: Senta, facciamo il discorso inverso. Lei ci ha detto che suo zio aveva piacere o comunque era contento - e ce l'ha spiegato, gliel'ho letto già cosa lei ha detto e l'ha ridetto oggi - che lei andasse con il Lotti. Io le chiedo: il Lotti le ha mai manifestato perplessità a che lei andasse da sola con suo zio?
A.B.: Una volta mi fece un mezzo discorso di dire 'non uscire mai da sola con tuo sio'. Gli dissi. 'tanto siamo sempre tutti insieme', che poi un vedo perchè?
P.M.: E' vero quindi che...
A.B.: Probabilmente perché...
P.M.: . . . che Lotti le disse che non voleva che lei andasse fuori da sola con suo zio Vanni?
A.B.: Una volta lo disse.
P.M.: Lei capì, era successo qualcosa in particolare o fu un discorso indipendente da una circostanza specifica?
A.B.: Mah, probabilmente lo disse perché quando andavo fuori con mio zio lo portavo a volte al cimitero in qua e là, con la macchina...
P.M.: Questo...
A.B.: ... dice: 'tu guidi te da sola' e aveva paura che io guidassi da sola. P.M.: Ecco, signorina, questo lo dice oggi lei. Però lei non ha detto questo. Se vuole io le dico cosa ha detto. E' sicuramente diverso il discorso. Lei disse esattamente il contrario, lei dice: "Voglio aggiungere - quindi da sé spontaneamente, glielo contesto - però una circostanza che mi è sembrata col tempo, strana e che non capii allora e non ho capito a fondo nemmeno oggi. La circostanza è questa: una volta Giancarlo mi disse che aveva paura che io andassi da sola con mio zio. La frase dettami da Giancarlo era proprio questa: 'non mi piace che tu vada da sola con tuo zio'."
A.B.: Sì.
P.M.: Le disse così?
A.B.: Sì.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, "Per spiegarmi meglio - lei dice - mi disse anche 'fossi te non andrei da sola con tuo zio', ma non mi spiegò niente di più."
A.B.: Infatti, finì il discorso lì. Nato e finito.
P.M.: Lei ha aggiunto: "Giancarlo quella volta aveva uno sguardo che non mi aveva fatto prima. Lì per lì per un attimo mi guardò in modo tale, quasi da mettermi paura di mio zio. Gli chiesi se c'era qualcosa di strano al che andassi con mio zio. Lui mi disse solo che non piaceva e basta". E' così?
A.B.: Sì. Infatti, segò il discorso lì.
P.M.: Senta una cosa: lei ha mai avuto confidenze particolari dal Lotti che riguardavano problemi, sue. . . ha mai avuto la sensazione che il Lotti si volesse confidare di qualcosa con lei? A.B.: Sì, la sensazione l'ho avuta.
P.M.: Me la vuole spiegare? Perché lei su questa ha veramente parlato a lungo. Vediamo se riesce a rispiegarlo anche oggi.
A.B.: Sì. Praticamente è come se lui l'avesse qualcosa dentro e voleva dirmi però non aveva il coraggio di dirlo.
P.M.: Può spiegare meglio ancora? Questa sensazione l'ha avuta quando eravate da soli, innanzitutto?
A.B.: Sì.
P.M.: Man mano che eravate più in confidenza, in intimità?
A.B.: Ho avuto l'impressione che mi nascondesse qualcosa.
P.M.: Lei ha capito questo.
A.B.: Eh.
Presidente: E da che cosa l'ha capito, signorina?
A.B.: Da piccole cose, da poche parole magari. Una volta si parla di una cosa, poi dice: 'mah, un ne parliamo più, vai', 'ma come un ne parliamo più? Se sa da finir un discorso... ' E c'era qualcosa da nascondere, secondo me.
P.M.: Lei ha detto: "Ci sono rimasta male, ho pensato a quando mi aveva portato a Baccaiano e agli Scopeti. Soprattutto in relazione alla piazzola degli Scopeti, che ho già raccontato di quando ci si ebbe appartati". Cioè, lei mette questo discorso della sua difficoltà a raccontare lei, ebbe questa sensazione quella volta che eravate stati a Baccaiano e a Scopeti. Può spiegare perché?
A.B.: Sì, perché anche lì mi dette l'impressione che mi doveva di' qualcosa. E invece punzecchia punzecchia, in fin dei conti un mi disse niente di niente.
Presidente: (voce fuori microfono)
A.B.: Come?
Presidente: Ha cercato di scaldarlo, lei? Dice: 'punzecchia punzecchia', vuol dir questo?
A.B.: Eh, vuol dire, cercavo con delle parole di fargli dir qualcosa.
Presidente: Eh, appunto. Quello volevo dire.
P.M.: Senta, lei ha - cercando di spiegare meglio a domande come sto cercando di fare io - oggi aggiunto : "Voglio aggiungere che in me crebbe la sensazione che avesse dentro una specie di mistero che non riuscivo a comunicarmi". E' così?
A.B.: Sì. Infatti, 1'è proprio quello che volevo dire.
P.M.: Lei ha detto: "Ho l'impressione che col tempo volesse dirmi qualcosa che però non aveva il coraggio di dirmi".
A.B.: Sì.
P.M.: E' cosi? Questo avviene nel '95?
A.B.: '95, sì.
P.M.: Senta, lei ha aggiunto ancora: "Quando mi faceva questi strani discorsi, a me dava l'impressione che quello che aveva paura era lui"
A.B.: Sì, infatti c'avevo questa impressione che avesse paura di qualcuno o di qualcosa?
P.M.: Di qualcuno o di qualcosa?
A.B.: Sì.
P.M.: E lei non è riuscita a fargli dire nulla?
A.B.: No, con me l'era muro. Cioè su queste cose... l'appariva come una persona normalissima, tutte le cose che si fa e un si fanno. Però...
P.M.: Però, quando...
A.B.: ... discorsi profondi, non è che se ne faceva.
P.M.: Lei dice ancora: "La mia sensazione sembrava in sostanza che Giancarlo aveva qualcosa che gli rodeva dentro della quale, però aveva paura lui".
A.B.: Sì. Proprio così.
P.M.: Senta, le è sembrato che non andasse avanti perché non sapeva se poteva fidarsi di lei?
A.B.: No, a me mi dimostrava la massima fiducia. In tutti i modi.
P.M.: Quindi era un problema suo, di lui?
A.B.: Sì. C'era qualcosa che lo chiudeva all'ultimo momento e lo faceva sta' zitto.
P.M.: Lei ha provato più di una volta a farlo parlare o è stata una volta sola?
A.B.: No, dopo una volta, quando ho visto che proprio un' andava, a regola... io icché c'entro nella su' vita?, allora un c'ho riprovato.
P.M.: Ha mai sentito apprezzamenti del Lotti o del Vanni relativi a Pacciani?
A.B.: No. Cioè, sì, una volta. Mi sembra di averlo detto dianzi. Che venne fori il nome Pacciani in macchina, Giancarlo e disse: 'lascialo stare quel... - insomma disse un nome, un soprannome - tanto ora un pò fa nulla. Un po' fa' più nella, l'è dentro'.
P.M.: Suo zio disse nulla?
A.B.: Mah, ora un mi ricordo...
P.M.: Lei ha riferito che disse, aggiunse suo zio: "Bada che è un tipo strano". riferito al Pacciani.
A.B.: Sì, 'guarda che l'è un tipo strano'. 'Un ti preoccupare, tanto l'è dentro', disse il Lotti.
P.M.: Lei sa se Lotti beveva o si ubriacava?
A.B.: Non sembrava ubriaco, però bere, beveva tanto.
P.M.: Però, non l'ha mai visto ubriaco, bevendo?
A.B.: No, no al 100% almeno.
P.M.: Lei ha detto: "Voglio aggiungere che a volte da sola ho fatto questa riflessione: 'strano che mio zio conosca - allora scusi, ecco, sì - conosca e frequenti solo esclusivamente persone amanti del bere e che le sue compagnie sono tutte di quel tipo. Mentre frequenta anche il Lotti che non è uno che si ubriaca".
A.B.: Infatti, beveva però non l'ho mai visto ubriaco.
P.M.: Ecco, e come mai fece questa considerazione? Se lei ha detto 'mio zio frequentava gente che si ubriacava, e perché Lotti... perché frequenta il Lotti dato che lui non si ubriaca'. Come mai ha fatto questa considerazione e qual è stata la risposta che si è data o ha cercato di chiederlo a loro?
A.B.: Perchè secondo me, cioè se uno si ubriaca c'ha qualcosa che non deve... deve riuscire a non pensare a qualcosa di brutto.
P.M.: Questo è, nel suo discorso, relativo a Vanni.
A.B.: Sì.
P.M.: E Lotti che c'entrava?
A.B.: Lotti, lui beveva perché probabilmente c'era anche questa faccenda che sapeva che io ero fidanzata e che doveva tornare... ogni poco mi diceva...
P.M.: Sì, signorina, però lei a questo discorso ha aggiunto : "Pensai quindi che tra loro, cioè fra Lotti e Vanni, c'éra qualcosa di diverso dal bere che li legava". Lei ha fatto questa considerazione.
A.B.: Ci poteva essere qualcosa che entrambi sapevano, insomma, però questo lo dico io.
P.M.: E' una sua sensazione.
A.B.: Sì.

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