venerdì 26 luglio 2013

Mauro Poggiali - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 07 luglio 1997

 
P.M.: Non è arrivato, eh? Allora passiamo a Poggiali Mauro, se c'è. (voce fuori microfono): Presidente...
Presidente: Vuol esser ripreso dalla telecamera? No? Bene. Niente telecamera. Came si chiama?
M.P.: Poggiali Mauro.
Presidente: Dove è nato, dove risiede?
M.P.: Nato a Xxxxxxx, risiedo a Xxxxxxx. Nato il XX/XX/XX. "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, grazie. Presidente. Poggiali, può spiegare alla Corte qual è la sua attività? Che lavoro svolge?
M.P.: In questo momento faccio l'operatore ecologico.
P.M.: Senta una cosa, lei ha detto che abita a Xxxxxxx: vi abitava anche nell'84?
M.P.: Si.
P.M.: Senta, lei ha conosciuto Claudio Stefanacci e Pia Rontini?
M.P.: Si.
P.M.: Ricorda di aver mai avuto occasione di dare passaggi in auto la sera alla Pia Rontini?
M.P.: Sì.
P.M.: Vuole spiegare le circostanze come le ricorda lei?
M.P.: Allora, le circostanze sono queste: tornavo da Firenze e erano Due giorni particolari della settimana; arrivando al bar, gli amici già giocavano, per cui io non potevo entrare nel gioco, una sera...
P.M.: Scusi, che orario sarà che lei tornava...
M.P.: Mezzanotte e mezzo circa.
P.M.: Siamo in epoca antecedente di...
M.P.: Sì. Più o meno dai dieci a i venti giorni.
P.M.: Prego.
M.P.: E niente, la prima volta è stato proprio il proprietari del bar a invitarmi a accompagnare Pia, 'perché nel buio', dice, 'è un po' buio, sarebbe bene, visto che sta vicino a casa tua, l'accompagni'. Dico: 'sì, sì, non c'è problema'.
P.M.: Come si chiamava il proprietario del bar, scusi?
M.P.: Bxxx.
P.M.: Bxxx. Prego, prego. Scusi.
M.P.: E niente, l'ho accompagnata la prima volta...
P.M.: Fu lui quindi a invitarla a accompagnarla a casa?
M.P.: Sì, perché anche se lo poteva fare però, il fatto che stava con Claudio mi dava fastidio accompagnarla a quell'ora anche a casa, però mi dava un po' fastidio. Comunque con l'invito del proprietario, mi sono sentito diciamo...
P.M.: Motivato.
M.P.: ... motivato.
P.M.: Ma il proprietario del bar dava una spiegazione per cui era opportuno accompagnarla a casa o... cioè, c'aveva qualche motivo sspecifico o diceva genericamente?
M.P.: Genericamente che era buio, aveva paura Pia. Un affare del genere.
P.M.: Era la Pia che diceva di aver paura.
M.P.: A me, me l'ha riferito il Bxxxx.
P.M.: Bene. Benissimo. Prego.
M.P.: L'ho accompagnata quattro o cinque volte, di cui due in particolare, mi ricordo, siccome il tragitto era abbastanza strano riferendosi a allora.
P.M.: Ce lo vuole descrivere?
M.P.: Allora, viale della Stazione.
P.M.: Si partiva dalla Stazione dov'era...
M.P.: Esatto. Di fronte alle Porte. Perché io arrivavo, parcheggiavo a mezzanotte e mezzo, parcheggiavo proprio di fronte alle Porte del bar, proprio sulla salitella. Partendo da lì, retromarcia, il viale Beato Angelico, piazza della Vittoria e qui nasce il punto perché nella via che si chiama Benvenuto Cellini, allora era molto strano transitarvi per qualsiasi motivo. Perché era abbastanza scura, abbastanza piena di buche. No, soprattutto perché non serviva per andare in altri posti se non per...
P.M.: Andare a casa di chi ci abitava.
M.P.: Esatto. Più o meno sì, sennò si torna indietro. Quindi, cosa successe?
P.M.: In genere ci transitava chi doveva andarci per qualche motivo.
M.P.: Esattamente.
P.M.: Quindi, cosa successe in queste due occasioni?
M.P.: Niente, la prima volta proprio arrivato per questa via, mi son reso conto di avere una macchina dietro e così ho detto: 'ma chi viene qui? A quest'ora chi po' venire...' Non mi rendevo conto, perché per andare a Dicomano si passava dalla parte di piazza, non si passava da lì.
P.M.: Questa macchina aveva avuto la sensazione che era partita con lei o l'aveva solo...?
M.P.: Diciamo che i tempi mi possan far capire la prima volta che era, poteva esser partita con me.
P.M.: Dalla stazione.
M.P.: Dalla stazione. Però diciamo che me la son trovata nello specchietto in vetta al viale e poi in via Benvenuto Cellini.
P.M.: In questa via dove non c'era...
M.P.: Esatto. Cioè è stato quello la motivazione del perché...
P.M.: C'ha fatto caso.
M.P.: Esatto.
P.M.: Vuole finire il racconto?
M.P.: La seconda volta, invece, è stata più lampante perché partendo dal viale...
P.M.: Dalla stazione?
M.P.: Sì, partendo dal bar, iniziando il viale, mi son visto gli stessi fari, diciamo così, dietro una macchina a 100 metri, 150 metri. Tutto il viale, stesso tragitto, questa volta siccome c'avevo uno precedente, pensavo a uno scherzo più che altro, a uno scherzo di amici a volte, no? che fanno... Fatta la via, io accompagno sempre la Pia davanti a casa, la macchina arriva; sempre all 'oscuro; aspetto che la Pia entri nel cancello di casa, ho fatto pure retromarcia, la macchina intanto ha fatto lo stop in quell'attimo... è passata di profilo...
P.M.: Accanto a lei?
M.P.: No. Son circa 10-15-20 metri dal cancello allo stop in vetta. Chi conosce Vicchio, più o meno lo può capire. Niente, ho avuto questo profilo di auto nell'oscuro, macchina scura, l'unico dettaglio... perché davanti non la potevo vedere perché c'ho sempre avuto i fari; per cui l'attimo che l'ho vista l'è stato di profilo, l'attimo che ha attraversato lo stop, per andare poi in via Mameli. Io ho fatto retromarcia. La retromarcia che facevo poi per andare a casa, che facevo comunque sempre. Questa volta, la seconda volta ho fatto il giro di Vicchio per vedere se trovavo l'omino che poteva...
P.M.: Aver dato noia?
M.P.: Sì.
P.M.: Ma quella macchina, le ricordava la macchina di qualche amico o era una macchina sconosciuta per lei?
M.P.: Per me era una macchina sconosciuta.
P.M.: Ricorda qualcosa di più di questa macchina, o del suo conducente?
M.P.: No. Di quante persone c'eran sopra, assolutamente, veramente, non mi ricordo niente, è un fatto che m'ha colpito, tutte le volte pensandoci, è che mi son sempre detto che la macchina nel posteriore era senza fari. Questa è la stranezza. O i fari, o il faro destro bruciato. Insomma era senza fari. Questa è una stranezza che m'è tornata a memoria. Vedendola di profilo, la macchina era senza fari. Non si vede la macchina dal dietro, dal punto in do' ero io.
P.M.: Cioè, i fari erano completamente nella parte posteriore? Non si vedeva alcun...
M.P.: Esatto.
P.M.: Lei ricorda se era una tre volumi o se dietro era tronca? O due volumi, come si suol dire...
M.P.: No, la macchina... il profilo della macchina, era una macchina più o meno del profilo che ci può avere una macchina come ho io per esempio.
P.M.: Cioè?
M.P.: Renault 19. Cioè, così.
P.M.: Smussata dietro?
M.P.: No. Renault 19 Chamade, scusi. Sennò, è così.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa: e il colore lei dice 'scura' poteva essere un colore che lei ha identificato meglio o genericamente scura?
M.P.: Scura.
P.M.: Era una macchina, le dette l'impressione di essere nuova o...
M.P.: Non lo so. Non lo posso sapere.
P.M.: Non lo può sapere. Ne parlò del fatto che eravate... che aveva avuto 1'impressione di essere seguiti con la Pia?
M.P.: Con la Pia, sì, ecco. Questo me lo ricordo.
P.M.: Cosa gli disse?
M.P.: Generalmente: 'ma che ci stanno seguendo?' E come risposta, ho avuto una risposta: 'chi vuoi che ci dia noia? Chi voi che mi dia noia?' Un affare del genere. Cioè, è stata fatta una battuta sorridemmo, diciamo. Senza...
P.M.: Però lei non ha impressionato la Pia, però s'è messo a cercarla per vedere se lo identificava.
M.P.: Sì. Ma più che altro non cercavo nulla di particolare, cercavo amici.
P.M.: Sì, sì. Senta una cosa: lei nel corso di una deposizione fatta alla Polizia Giudiziaria, dice riguardo al colore della macchina: "Non era sicuramente chiara, di media cilindrata, poteva essere una utilitaria; non era sicuramente chiara e cioè né bianco e né celeste, era un colore sull'amaranto rosso ma non rosso vivo. I fari non erano grandi come ce li aveva il mio Maggiolone, penso, ho la sensazione che potessero essere tondi." È così questo ricordo?
M.P.: La sensazione dei fari, eran tondi. Sì.
P.M.: Erano doppi?
M.P.: No, no. Singoli, singoli.
P.M.: Senta una cosa: il giro che lei fece nel paese le consentì di vedere che c'erano altre macchine a giro o non vide nessuno?
M.P.: No, nessuno.
P.M.: Nessuno. Senta, di questo fatto lei ne ha parlato all'epoca con qualcuno dei Carabinieri?
M.P.: Mi ricordo che subito dopo le ferie, sono stato in caserma a Vicchio.
P.M.: E lo disse a qualcuno?
M.P.: Sì.
P.M.: Ricorda a chi?
M.P.: Ne ho parlato sicuramente con l'appuntato...
P.M.: Ruggero...
M.P.: Ruggero, esatto. Ecco, con Ruggero, siccome stava vicino a casa mia, io non ricordo, con Ruggero sicuramente, non ricordo se ne ho parlato direttamente in caserma o se c'era, quando sono andato in caserma, qualcun altro. Con Ruggero ne ho parlato.
P.M.: E c'è ancora a Vicchio questo...
M.P.: No.
P.M.: Non c'è più...
M.P.: Non so se ancora è in servizio o no, comunque ... a Borgo.
P.M.: Senta una cosa: lei la piazzola dove poi sono morti Pia e Claudio, ricorda?
M.P.: Sì.
P.M.: La conosce. Lei ricorda se sopra la piazzola c'era una strada o c'era un punto esattamente sopra la piazzola, che era raggiungibile dalla strada dietro?
M.P.: Facendo il giro della montagna?
P.M.: Sì.
M.P.: C'è una strada, non molto segnata., però c'è.
P.M.: C'era all'epoca?
M.P.: Sì.
P.M.: Era sulla strada che andava alla Fattoria La Rena?
M.P.: Sì.
P.M.: Cioè, andando verso La Rena bisognava fare una specie di U per intendersi, per andare... una curva sulla sinistra.
M.P.: Esatto.
P.M.: Dico bene?
M.P.: Sì.
P.M.: Mentre La Rena: poi è verso destra, che sale su, per andare...
M.P.: Sì, per girare intorno alla montagna, alla collinetta.
P.M.: Ah, ecco. Da quella collinetta, si poteva arrivare con la macchina e vedere giù la piazzola, lei ricorda di aver fatto questa strada?
M.P.: Non l'ho fatta, tutti dicono di sì, però... 
P.M.: Ecco, non l'ha fatto lei... Non ho altre domande, grazie Presidente.
Presidente: Avvocato Peilegrini? 
Avvocato Pellegrini: Soltanto questa: se in queste due-tre occasioni, o quattro, nelle quali lei ha riaccompagnato a casa Pia parlaste, accennaste alla paura che poteva aver avuto Pia per la quale il Bxxx le aveva raccomandato di. riaccompagnarla. Fu detto qualcosa?
M.P.: No, no. Più che altro parlavo anche di Claudio, non è che parlavo più di tanto di paura. L'è stato un accenno così, che ho avuto io come sensazione e l'ho detta quella volta lì, ma non dandogli il peso della paura. Cioè: 'chi potrebbe scherzare?' come dire? 'Chi potrebbe venire a rompere...' 
Avvocato Pellegrini: Grazie.
PRESIDENTE: Prego avvocato.
Avvocato Pepi: Avvocato Pepi. Senta, io le volevo fare solo due domande. La prima è questa: in questa auto che lei dice di aver visto e ha pensato che la seguisse, quante persone c'erano a bordo?
M.P.: Non si può sapere. Cioè, non si può vedere, da uno specchietto di un'auto non si può vedere.
Avvocato Pepi: Quindi, lei ha visto soltanto la sagoma del guidatore?
M.P.: Neanche.
Avvocato Pepi: Va bene. Senta, allora io le volevo chiedere lei ha reso due interrogatori, se non vado errato.
M.P.: Sì.
Avvocato Pepi: Uno nel '93 e uno nel '96. Nel '93 lei disse sul colore dell'auto che pensava fosse scuro ma non era chia... non era sicuro perché poteva dipendere anche dalle condizioni ambientali. Mentre in quella del '96 dà un colore ben preciso, parla di amaranto o comunque rosso. Ecco, io vorrei sapere con esattezza quale è la versione da seguire.
M.P.: La versione da seguire è che era una macchina scura. Tra l’altro ho fatto più di una prova nell'arco di questi mesi, era scura sicuramente. Potrebbe essere un colore amaranto, ma non è. Cioè, non posso dire con certezza che fosse un...
Avvocato Pepi: Un'auto scura.
M.P.: Un'auto scura, sicuramente.
Avvocato Pepi: Basta.
Presidente: Bene.
P.M.: Un'ultima domanda solo, Presidente, di riferimento.
Presidente: Sì.
P.M.: Lei ricorda di aver parlato di questo fatto oltre che con il praticamente Bxxx che l'aveva invitato e con il Ruggero, con qualche amico?
M.P.: Sì, con gli amici di sempre. Ma non solo ho parlato... cioè, dopo che sono stato in Questura, me ne sono venuti in mente talmente tanti, lì al bar tutti: la Manuela che serviva....
P.M.: La Manuela sapeva di questo fatto che veniva seguita?
M.P.: Non era un fatto di... cioè che veni...
P.M.: No, no. Mi scusi, ho sbagliato io. Di questo episodio che ha raccontato lei prima.
M.P.: Sì, l'ho... sì, sì, l'ho raccontato io.
P.M.: La Manuela si chiama Bazzi?
M.P.: La conosco perché è sposata con Lilli, però, Manuela per me è il nome di riferimento.
P.M.: È una teste indotta già dal P.M.. Ne ha parlato con B.P.?
M.P.: B.F....
P.M.: F., chiedo scusa.
M.P.: ...è un mio amico, sì.
P.M.: Ricorda anche con qualche altro amico che possiamo eventualmente citare in seguito e che non l'abbiamo per ora...
M.P.: Mah. . .
P.M.: Il B. l'abbiamo fatto, dovrebbe essere qua oggi se non sbaglio.
M.P.: Mah, lì al bar comunque ne ho parlato, sicuramente.
P.M.: Ricorda qualche altro nome?
M.P.: Tutta la compagnia.
P.M.: Noi, sa citare una compagnia, ci è difficile.
M.P.: I....
P.M.: Scusi, scusi. Le dispiace, I.?
M.P.: I... ora non mi viene in mente. I....
P.M.: Qualche soprannome...
M.P.: Sì, va beh, "Profumino".
P.M.: Allora, scusi questo I. dove abita?
M.P.: Non abita più a Vicchio.
P.M.: All'epoca dove abitava?
M.P.: A Vicchio.
P.M.: Si, se...
M.P.: Al passaggio a livello abitava.
P.M.: Al passaggio a livello. Faceva qualche lavoro che possiamo identificare?
M.P.: Penso, che tuttora faccia l'elettricista.
P.M.: Ha qualche altra persona in mente che ancora, cioè che le è venuta successivamente in mente?
M.P.: Nell'ambiente del tennis sicuramente ne ho parlato, in azienda sicuramente...
P.M.: Ho capito.
M.P.: Ma persone esatta...
P.M.: Ho capito. A B.P. senz'altro.
M.P.: B. F..
P.M.: F., scusi.
M.P.: È un amico intimo.
P.M.: Bene. Grazie, non ho altre domande.
M.P.: R., ecco. "Profumino" R.. Sì. I.R.. Lo dice il Giuttari. Non mi veniva in mente R..
P.M.: Bene. Grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Può andare, grazie.

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