giovedì 14 marzo 2013

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 04 giugno 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte

Avvocato Santoni Franchetti: Ma ce n'è una in particolare, Presidente, nel 1983: delitto dei tedeschi. Durante il processo di I Grado, che fu tanto importante. Ricordiamoci, io le devo ancora ringraziare il Presidente, perché se a norma del Codice di procedura penale è annessa una domanda a chi ha chiesto il teste, che poi potrà controinterrogare, il Presidente, che sapeva perfettamente le difficoltà e le anomalie di questo processo, si permise a tutti non una, due, ma tre-quattro volte di ritornare a fare domande - tutte le parti sono presenti - perché sapeva perfettamente la difficoltà che tutti noi avevamo nel capire questa storia. Quindi c'era un teste, la domanda, poi rincominciavamo, due, e poi 'mi scusi Presidente', tre e il Presidente ce le concedeva, perché era difficile capire... E durante questi interrogatori, riguardando le carte, mi accorsi che nel delitto del 1983 ai tedeschi, accanto, c'erano delle riviste pornografiche, che nessuno aveva guardato perché le indagini non sempre furono fatte con molta attenzione. State bene attenti perché è fondamentale. Guardando un momento meglio queste riviste, ce n'era una sola, una pagina intera con attorno dei brandelli di foto. E in questa pagina intera notai una cosa strana, che oggi però acquista un significato completamente diverso. Guardando la data, vidi che era del 1981. Dissi.: 'o mio Dio, come fa a essere una rivista del 1981 se il delitto è del 1983?’. Anche perché, nei rapporti dei Carabinieri c'era scritto che quella rivista era stata messa, e non poteva che essere stata messa quella notte, perché non mostrava i segni di deterioramento che il sole o la rugiada potevano portare. E che poi, che fosse lì dal 1981 era impossibile. Anche perché Presidente, i testi sentiti, gli abitanti - c'è una casa proprio accanto - dissero: 'questo non è luogo dove le coppie vengono a far l'amore, guardoni non ci sono', quindi riviste pornografiche è difficile... ma è del 1981. E lo sapete Presidente di quand'è il primo numero? Il primo numero era dell'aprile del 1981. Quindi quando esce Stefano Mele, esce anche questa rivista che guarda caso era stata appesa a una parte perché dietro si vede lo scotch attaccato e poi quando viene staccata va via e resta la pagina strappata. Ora Presidente, visto che in questo processo appare la figura di Francesco Vinci, è importante parlare un momento - e ve la vorrei far vedere, c'è lo strumento, perché sennò sarà un po' difficile farla, vedere a tutta la Corte - perché dice delle cose, questa rivista, fondamentali. La prima pagina... Presidente, la posso far vedere questa?
Presidente: Quale pagina? 
Avvocato Santoni Franchetti: I fogli della rivista.
Presidente: Non so se è tecnicamente possibile, comunque… 
Avvocato Santoni Franchetti: Ho chiesto prima a Antonio... proseguo Presidente, ve lo spiego, cosi guadagneremo tempo.
Presidente: Va bene.
Avvocato Santoni Franchetti: Dunque, ripeto, questa rivista è del 1981, va bene? E parla, lo vedremo poi nelle foto a riprova di quello che dico, parla di un gruppo di persone gay che compie delle vendette contro chi gli ha portato dei torti. Infondo vi è la punizione e vedremo che quella punizione portata a coloro che hanno osato offendere questo gruppo di persone è una punizione… posso? Scusatemi? Presidente, sento… uguale a quella che avviene nell'omicidio. Però, Presidente, annuncio prima di vedere le immagini, che chiederemo, ai sensi dell'articolo 238 ter di procedura penale, l'acquisizione - il signor Pubblico Ministero dovrà dare il suo parere - della perizia psichiatrica che fu effettuata su Francesco Vinci nell' agosto del 1983. Che cosa voglio dire? Quando leggerò i brani di questa perizia psichiatrica, in cui lui fa delle dichiarazioni importantissime e Francesco Vinci credo che sia morto, non ne dubito, non lo so, ho parlato, non ho letto gli atti… 
Presidente: Che è successo? È saltato il microfono. 
Avvocato Santoni Franchetti: Bene.
Presidente: Allora che succede? No, qui non si vede nulla. Neanche qui nulla. Questo monitor, schermo fisso da secoli.
Avvocato Santoni Franchetti: Va bene, Presidente? Allora, prima vorrei leggere... (voci sovrapposte)
Presidente: Ve lo dico subito.
Avvocato Santoni Franchetti: Va be', intanto leggo...
Presidente: Insomma, ce la vediamo così.
Avvocato Santoni Franchetti: Presidente, intanto leggo che cosa scrive, che cosa dice Francesco Vinci nel 1983, nell'agosto, cioè due mesi prima l'omicidio. Interrogato sulle macchie di Rorschach lui dice: "mah, a me sembra che siano due persone queste qui che stanno portando via una persona così, per le braccia. Sono due esseri umani, va bene, che stanno trascinando via un'altra persona. Ci sono, credo, delle persone con dei mantelli e dei cappucci che portano via un'altra persona". E i commenti degli psichiatri dicono: ‘ma questo è imputato di omicidio di questo genere, ci dà queste risposte'. "E quei tali coi cappucci a che cosa le fanno pensare". "Mah, che sia un tipo di reato, un sequestro di persone, non so, cose del genere". E poi continua: "che cos'è questa?" "Una vagina". Sta interpretando le macchie di Rorschach. Ognuno dice è libero di interpretare a suo modo, fanno gli psichiatri. Certamente è molto strano. E poi continua: "Questi sono uomini incappucciati, questi sono uomini mascherati che legano le mani a un altro uomo, che portano via, e questo è sangue, un altro uomo”. Allora, noi sappiamo che nel 1983, due mesi prima l'omicidio, Francesco Vinci parla in questa perizia di uomini incappucciati, di uomini mascherati e parla esattamente di legame di sangue. Legame di sangue. Io, cioè, che è.... un giuramento di sangue. Ora io, Presidente le dico questo: quando voi vedrete ora non le possiamo vedere però è interessante la prima foto, perché vi spiegherà il seguito lui, secondo la tesi oggi del Lotti, dell'accusa verrà liberato perché delle persone non vogliono che lui ingiustamente, o giustamente poi non lo sappiamo, rimanga comunque in carcere.Si parla di uomini mascherati e in quella rivista vi sono uomini mascherati. Ve lo farò vedere, va bene? In quella rivista vi sono uomini mascherati. E la punizione è esattamente la stessa che viene, vi è sfondamento anale, in questa rivista la punizione è questa, la morte atroce per sfondamento anale, mentre in questi delitti abbiamo una punizione comunque con asportazione del pube con questo segno. Io mi domando...
Avvocato Curandai: Signor Presidente, mi perdoni l'interruzione, anche l'avvocato Santoni Franchetti, sono l'avvocato Curandai. Io vorrei sapere cortesemente contro chi si è costituito parte civile l'avvocato Santoni Franchetti?
Presidente: L'abbiamo detto già all'altra udienza. Ora facciamogli svolgere la...
Avvocato Curandai: Io vorrei sapere questo, Presidente, vorrei precisare che l'esposizione introduttiva deve avere ad oggetto gli elementi di prova a carico degli imputati contro cui si è costituito parte civile l'avvocato Santoni Franchetti. Mi sembra che si stia divagando, mi sembra che queste prove, che riguardano fra l'altro una persona morta, altri processi, siano assolutamente in conferenti con la causa.
Presidente: Questo poi lo dirà la Corte alla fine, però...
Avvocato Curandai: Vorrà valutare la Corte cortesemente se vi è ancora legittimazione ad causa, oppure no. Se vi sono cioè gli estremi oppure no dell'estromissione di ufficio di questa parte civile. Grazie.
Avvocato Santoni Franchetti: Io Presidente rispondo e sono allibito. Mi lasci parlare, Presidente.
Presidente: Avvocato, stia un po' più ai fatti...
Avvocato Santoni Franchetti: Io sono ai fatti in maniera...
(voci sovrapposte)
Presidente: ... possibile.
Avvocato Santoni Franchetti: Posso rispondere, Presidente? Devo rispondere...
Presidente: L'ho già detto l'altra volta quando parlava l'avvocato Filastò: noi dobbiamo... il tema nostro..
Avvocato Santoni Franchetti: Ma non sono io a fare le polemiche, Presidente.
Presidente: Bene?
Avvocato Santoni Franchetti: Posso parlare? 
Avvocato Curandai: È una questione formale.
Avvocato Santoni Franchetti: Insomma, è incredibile. Perché vede, Presidente, sono contento però di questo perché sottolinea un'altra volta il nostro impegno in questo processo. Io vi devo dire una cosa: ringrazio ancora il Pubblico Ministero perché in tanti anni mi ha sempre aiutato, ogni volta che ho bussato al suo ufficio la porta era aperta e ripeto quello che ho detto prima, alla cordialità personale ha sempre unito la cordialità processuale. Ho detto, e forse quando parlo non mi si ascolta, l'avvocato Curandai è arrivato ora, non conosce le carte...
Avvocato Curandai: No.
Avvocato Santoni Franchetti: Ora basta, voglio finire perché si esce dall'educazione, eh, veramente. Ora si esce dall'educazione.
Avvocato Curandai: Ho preso gli appunti.
Avvocato Santoni Franchetti: Io seguo questo processo dal '74...
Presidente: No, avvocato, non cominciamo a becchettarvi così perché non va bene.
Avvocato Santoni Franchetti: Presidente.
Presidente: Avvocato Curandai, per cortesia lasciamolo fare.
Avvocato Santoni Franchetti: (voce fuori microfono)
Presidente: Ora non funziona più.
P.M.: Forse nemmeno i microfoni vogliono stare a sentire, Presidente.
Presidente: Vanno? Vediamo un po’? Bene.
Avvocato Santoni Franchetti: Presidente, seguo questo caso, l'ho già detto e mi sembrava chiarissimo, dal 1974 e non ho mai visto, nonostante tutti i contributi portati oggettivi, non di chiacchiere, a questo storia, un Pubblico Ministero e soprattutto l'attuale Pubblico Ministero dire una parola, o un Presidente, dire una parola contro il nostro operato. Ho avuto, e l'ho detto, e credo di non essere smentito, è presente in aula il dottor Canessa, i complimenti, prima di questo processo, per certe tesi portate avanti. E oggi dicevo, sono contento perché finalmente si discute qui dei temi che noi abbiamo sempre sostenuto. È incredibile Presidente, che mi si porti da una parte, appena arrivato a questo processo, una parte che non è il Pubblico Ministero, un attacco di questo genere. Io ho letto le carte del processo e mi sembra che in queste carte processuali si parlasse di Francesco Vinci e si dicesse che questi attuali imputati hanno fatto di tutto per liberarlo, o mi sbaglio? Oppure la mia lettura delle carte non è corretta? È un tema fondamentale di questo processo e mi se ne vorrebbe negare di parlare? Quando porto delle prove costruttive per questo? Io devo raccontarle anche un altro fatto Presidente, che ogni tanto, da posti stranissimi, da latitudini strane mi vengono portati degli attacchi che nel primo processo mi potevo aspettare me li portasse il Pubblico Ministero specialmente, perché allora sì, si discuteva di un monoimputato, si discuteva assolutamente non dei sardi, portavo quei temi, invece sono temi di attualità. Andai dal Presidente della Corte di Appello e gli dissi: 'Presidente, succede questo, ma a volte sa, mi potrei sbagliare, lei cosa ne pensa?' E lo dico pubblicamente, il Presidente della Corte di Appello, cioè il primo magistrato della Toscana mi disse: 'lei avvocato fa benissimo a seguire la sua scienza e la sua coscienza perché soltanto a quelli deve rispondere'. E comunque se una critica mi dovesse essere rivolta, e non mi è stata mai rivolta in tempo ben diversi, mi dovrebbe venire dalle fonti ufficiali e il Presidente non mi è mai venuto, al contrario.
Presidente: Va bene, ora... 
(voci sovrapposte) 
Avvocato Santoni Franchetti: Quindi sono sorpreso di questa uscita dall’ultimo arrivato in questo processo. Bene, andiamo avanti. Che cosa volevo dire Presidente? Insomma, per me è piuttosto importante vedere che una persona, che si dice oggi liberata da costoro, due mesi prima dell'omicidio viene a parlare di pluralità di persone e di persone incappucciate, di persone legate da un giuramento di sangue. Dopo due mesi io mi ritrovo sul luogo dell'omicidio una rivista del 1981, pressoché in data dell'inizio di questi omicidi, che mi parla di uomini incappucciati, di giuramento di sangue - testuale, in quella rivista c'è scritto giuramento di sangue - e di punizione simile a quella che viene compiuta contro... Io che cosa devo pensare, Presidente? Quello che pensai allora: la rivista fu lasciata sul luogo del delitto apposta come messaggio a Francesco Vinci per dirgli: il giuramento di sangue è stato adempiuto. Non c'entra col processo questo! Allora il Lotti si inventa le cose secondo qualcuno. Il Lotti quando verrà a dire certe cose, che gli avrebbe riferito il Vanni, vere o non vere non mi interessa in questo momento, io non sto facendo un attacco a nessuno. Io ho letto delle cose e ho detto, ma guarda, esattamente quello che noi da anni diciamo e cioè che quell'omicidio fu compiuto per liberare Francesco Vinci. E questo è il tema del processo. Io sono allibito da certe osservazioni, è il tema di oggi, ed è fondamentale davanti a una difesa che vi parla di serial killer, di monoautore; noi sosteniamo invece la pluralità degli autori e di certi fatti storici all'interno di questo processo. Ma lo capite che è tutto qui? Forse sbaglio, l'ho detto. Mi sembrava di averlo detto, Presidente, anche con i miei consueti toni di pacatezza, perché so perfettamente, è stata un'anticipazione che se tanti magistrati valentissimi hanno sbagliato, figuriamoci io che non ho a disposizione mezzi di indagine particolari, posso sbagliarmi. Certamente. Ma pensate insomma che in 23 anni che seguo questa storia qualche cosa posso sapere e datemi atto che certe persone che oggi, del tutto inopportunamente mi hanno attaccato, non erano presenti a quel famoso incidente probatorio - e questo Presidente ne ho già parlato, ma mi faccia il piacere di ridirlo - fu l'unico, e non è una polemica, io non voglio far polemica, unico difensore delle famiglie delle vittime che si costituì, pagando di persona, parte civile all'incidente probatorio, per poter direttamente interrogare il Lotti, fui l'unico. Volevo - e questa mia morbosa voglia di sapere, di sapere una verità che mi tormenta da tanti anni, di sapere la verità dal Lotti. Fui l'unico a interrogare il Lotti personalmente, non certamente l'avvocato Curandai. Chiusa la polemica per me, Presidente.
Presidente: Bravo.
Avvocato Santoni Franchetti: Le fanno gli altri purtroppo, che ci posso fare. Allora dico, questo fatto è fondamentale perché serve a illustrare questa vicenda. Ma vi dirò di più: il Lotti - e sto per concludere, Presidente - il Lotti non ha saputo indicare quando avvenne il colloquio fra il Vanni ed il Vinci in San Casciano. Allora dico, ma signori della Corte, possiamo investigare su questo? E allora mi metto io, sì ma da solo, le critiche me le fo da solo, son sempre quelle più pesanti. Nella mia richiesta testi molte persone purtroppo mancano, per molti motivi. A volte per un certo senso di stanchezza che ci trasciniamo dietro, perché le polemiche non servono a fare le cose per bene, ma soltanto a ingarbugliare, a mettere nebbia davanti agli occhi purtroppo. E allora vi domando, a voi della Corte, ai sensi del 507: ma non sarebbe il caso di sapere un po' meglio i fatti del Vinci e la sua presenza in quel di San Casciano? E come potremo mai saperli un pochino meglio? E allora io chiederei, e non l'ho messo nella mia lista testi purtroppo... Ripeto, per questo ruolo a volte di indagatore, che soffro io stesso perché vorrei fare altro, ma mi tocca farlo. E allora dico: ma non è una verità assoluta quella che vi propongo, è un'ipotesi di lavoro e ve la propongo a voi. Voi decidete, quello che voi farete va fatto bene. Vogliamo sentire la moglie di Francesco Vinci, Vitalia Melis - ed è una mia richiesta ufficiale di integrazione nella lista testi, Presidente - sugli spostamenti, se li conosceva, sulle frequentazioni di Francesco Vinci in quegli anni? Vogliamo sentire Alessandrina Rescinito che era l'amante di Francesco Vinci in quel di Barberino nel 1974 quando avviene l'omicidio, quindi Vitalia Melis, sugli spostamenti, le conoscenze, possibili legami con questa storia? Vitalia Melis, Rescinito Alessandrina furono interrogate in quegli anni passati. Però non su questi rapporti possibili, conoscenze di luoghi, di posti che oggi invece si discute. Perché grande problema, ricordiamocelo, di questo processo è come ha fatto mai quella dannata pistola e perché dal '68 a passare agli attuali imputati, se loro l'hanno detenuta, se veramente è passata. Questa è l'ipotesi accusatoria. Allora vogliamo verificare o no? Io penso che queste due persone possono essere importanti. Perché sennò come possiamo avere certezze? Ricordiamoci che questo clan di sardi era estremamente chiuso, estremamente chiuso. Io penso che potrebbe essere importante. Perché? Perché porterebbe finalmente a quella sintesi che secondo me è fondamentale. Non so perché, non so come, signor Pubblico Ministero, ma a un certo punto quella pistola e forse quelle persone riuniscono a quel gruppo di San Casciano. E abbiamo chiamato noi delle prove specifiche su questo punto. Perché io ne sono convinto. San Casciano per un motivo o per un altro, siano loro colpevoli o non colpevoli, non lo so, diventa comunque luogo di incontro. Sono presenti tutti lì. Come e perché certamente non facevano gli annunci, non mettevano i cartelli in piazza. Però possiamo forse indagare. E chiedere la presenza di queste due persone da lei interrogate, magari, qualche domanda Presidente la farà fare anche a noi, io penso che possa essere importante. Ma un'altra cosa mi sono dimenticato di mettere. Quello è stato purtroppo un errore della segretaria che me lo ha battuto: lo Spalletti Enzo. Chiediamo anche la sua presenza insieme a quella di Carla Agnoletti che è sua moglie. Perché? Presidente, per me - lo ripeto, è la mia battaglia ancorché voce dal deserto che mi vengono ad attaccare - che pluralità di persone si debba parlare. Dice Agnoletti Carla, la moglie dello Spalletti, che è quindi più importante dello Spalletti stesso che ha sempre negato tutto, che la domenica del primo omicidio del giugno dell'81, lui arriva a casa e dice: 'stanotte ho visto che hanno fatto una strage, un massacro '. Questa testimonianza della donna, lo Spalletti verrà arrestato, è importante. Poi la storia purtroppo finisce, lui non ci dirà mai la verità e che Dio lo illumini se viene da noi ce la potrebbe dire e risolvere tutti i nostri problemi. Chissà mai che un uomo cambi, potrebbe essere folgorato anche lui sulle strade di Damasco. Speriamo. Ma importante, perché è un altro elemento che sostiene la teoria della pluralità di persone. Questa è la mia interpretazione e per questo chiedo queste quattro testimonianze. Io purtroppo non avevo assistito completamente all'intervento della difesa. So che anche lei ha chiesto lo Spalletti, non credo la Carla Agnoletti. Ma per me questa è una acquisizione fondamentale. Forse in maniera, per motivi completamente opposti, credo. Perché io chiedo la loro testimonianza per sostenere la pluralità di persone. Non credo certamente che la difesa li volesse chiamare per questo. Ecco, Presidente, mi sembra, come sempre è burrasca, di avere concluso il mio intervento. La maggior parte delle prove non sono state contestate dal Pubblico Ministero, salvo, ripeto, quelle del 1974. Ma serenamente le offro a voi. Se voi riterrete opportuno sorreggere meglio i fatti dell'84, ripeto, che sono speculari, li ammetterete, sennò le respingerete. Quelle che mi interessano molto sono però tutti quegli accertamenti oggettivi che meglio servono a strutturare una sentenza. Perché prima, ripeto, bisogna vagliare questi fatti e poi arrivare alle eventuali condanne o soluzioni che esse siano. Questo è il senso e lo è sempre stato, Presidente, da 23 anni, di questa parte civile che ha combattuto... Perché questo è un processo anomalo, è diverso, ve l'ho detto. Troppi errori sono stati commessi e non si potrà mai rinfacciare niente a nessuno se siamo esseri civili non lo potremo mai rinfacciare, perché la premessa che ho compiuto inizialmente, la mia premessa iniziale fondamentale, questo è un processo anomalo, misterioso e quindi difficile. I moventi ci sono sostanzialmente sconosciuti. Perché una cosa così atroce, quando parla di vedere quelle maledette fotografie, ne vengo ogni volta sconvolto, Presidente, perché sono una cosa veramente atroce e dietro non ci può essere una banalità, ma qualche cosa di estremamente più complesso che ancora ci è sfuggito. Quando andremo a vedere determinate coincidenze di luoghi e di posti, e allora dovremo riflettere ulteriormente su questo. Io vi consegno... Ah, una ulteriore riflessione: in quella rivista c'è una cosa molto strana, perché è una rivista gay. E state attenti, è una rivista quindi fondamentalmente omosessuale. Ma non è soltanto omosessuale, è anche eterosessuale. Ci sono scene di uomini con uomini, di uomini con donne. E che cosa vuol dire questo? State attenti, perché mi sembra - se non sbaglio signor Pubblico Ministero la lettura delle carte - che in questa storia vi siano rapporti eterosessuali, ma anche omosessuali. Che queste persone, sia queste i sardi, avessero simultaneamente rapporti eterosessuali: due uomini una donna, due donne un uomo, ma rapporti anche omosessuali. E questa è una rivista etero e omosessuale. E siccome queste carte del processo le ho lette molto bene e i rapporti omosessuali non sono esclusi, anzi, mi sembra che a un certo punto, signor Pubblico Ministero, questi rapporti omosessuali, vengono - lo dice il Lotti - posti come fondamento di determinate tematiche. parla di rapporti anche omosessuali. Cioè, la leggono persone che hanno rapporti omosessuali. Ecco, ho concluso sui problemi che non mi fanno paura, soprattutto perché incredibilmente ho sempre avuto...
Presidente: Ma cerchiamone altri però di argomenti. 
Avvocato Santoni Franchetti: Ma io non ne ho mai cercati, Presidente, perché ho lavorato con tutti questi valentissimi magistrati che sono stati tutti miei amici: Mario Rotella, Persiani, figuriamoci. E Della Monica...Non ho mai avuto con loro, pur non accettando per esempio l'ipotesi del Mele e Mucciarini, mi ha sempre trovato estremamente in disaccordo, pubblico violento. Eppure si è sempre lavorato tutti insieme perché è talmente difficile questa storia che noi dobbiamo umilmente cercare la verità e nient'altro. E tutto il resto veramente è meno che nulla. Consegno questi fogli che ho già dato, Presidente. C'era una ulteriore piccola cosa: era la lettera che accompagnava l'asta guidamolla. Dna lettera in cui si dice, si manda un'asta guidamolla di una pistola dicendo che è del Pacciani. Io, quella lettera, vorrei che fosse acquisita. A futura memoria, perché penso possa essere nel futuro di questo processo importante. Quindi la consegnerò a voi, valuterete o meno l'importanza di acquisirla. Non ha, mentre la rivista ha un preciso e storico significato in questa storia, la lettera no. Però per me è una lettera importante, perché è una lettera - voi la vedrete - che sembra scritta da una persona ignorante. Vi sono errori di ortografia, vi sono... una lettura... Però no, però in realtà è scritta da una persona estremamente colta. Quindi, al momento opportuno, se sarà necessario, la potremo vedere e analizzare insieme. E credo che averla non faccia veramente male a nessuno. Vi ringrazio.
Presidente: Prego, chi voleva parlare?
P.M.: Sì, Presidente, non so se c'è ancora qualche altra parte. Io non...
Presidente: C'era l'avvocato anche Voena che voleva, aveva da dire qualcosa sui mezzi di prova chiesti dall'avvocato Filastò, mi pare. Vero? 
Avvocato Voena: Sì... 
Avvocato Colao: (voce fuori microfono)
Presidente: Ah, no. Prima l'avvocato Colao.

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