mercoledì 27 marzo 2013

Michele Giuttari - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 23 giugno 1997 - Sesta parte

Segue dalla quinta parte.

« DOPO LA SOSPENSIONE »

Presidente: Signorina, man mano che arrivano gli avvocati – è inutile che glielo dico io - può dare atto della loro presenza. Ci siamo tutti, vero? Bene. No, il Vanni non c'è.
P.M.:Sta arrivando, Presidente.
Presidente: Eccolo. Allora, Pubblico Ministero, si può riprendere.
P.M.:Sì, io continuerei con la deposizione del dottor Giuttari al punto in cui aveva interrotto.
M.G.:Eccoci. Ecco, questa è la foto che cercavamo prima dell'interruzione. Immagine sinistra del prato. All'epoca era percorribile dalle macchine. Quindi, questa parte, proprio questa striscia di verde accanto al palo, consentiva alle macchine di poter passare. Ed è la deviazione dove la Frigo vide entrare la macchina rossa. La strada sale in questo senso. Quindi la macchina rossa saliva, la Frigo scendeva e deve girare e entrare su questa strada la macchina rossa con la coda tronca. Questo posto si trova proprio sopra alla piazzola del delitto. Noi adesso vedremo nella foto successiva da sotto... Ecco, questa è la piazzola del delitto. Vediamo dalla parte alta, Antonini. Ecco, corrisponde...
Presidente: Dove c'è il palo...
M.G.:Ecco, praticamente andava a finire proprio sulla piazzola del delitto. La Frigo, questa macchina l'aveva vista anche il giorno precedente, cioè il sabato precedente. E non era ancora buio quando lo aveva visto, era l'imbrunire. E lo aveva visto sempre entrare in questa strada. In quella occasione, quindi il sabato, aveva avuto modo di notare di profilo la persona che si trovava alla guida di questa autovettura. E dalla foto del Lotti, la Frigo notava una forte somiglianza con la persona notata…
Presidente: Il sabato precedente.
M.G.:... il sabato precedente. Infatti dice: 'aveva la stessa corporatura, lo stesso capoccione, la stessa pettinatura'. Dice: 'la pettinatura proprio è quella là'. Quindi ecco che abbiamo, per il delitto dell'84, delle testimonianze già dell'epoca e poi sviluppate successivamente anche con i sopralluoghi che ho effettuato su delega del P.M. molto significative delle circostanze di tempo e di luogo per il delitto della piazzola.
Presidente: Perché lei ha detto poc'anzi, dice: il sabato precedente aveva visto la macchina sulla stessa strada.
M.G.:Sulla stessa strada...
Presidente: Strada che è nella piazzola, o la stessa strada che percorreva la Frigo...
M.G.:No, che percorreva la Frigo.
Presidente: La Frigo, ecco.
M.G.:C'è la foto precedente che è in senso... Entrava in quel percorso dove la notte del delitto l'aveva visto entrare.
Presidente: Questo per chiarire, per puntualizzare per tutti, capito?
M.G.:Sì, sì. Questo qua.
Presidente: Bene.
M.G.:Quindi possiamo passare adesso al delitto degli Scopeti. E, in particolare, a quelle testimonianze che io ho ripreso approfondendole. In particolare la testimonianza di Sabrina Carmignani. Sabrina Carmignani, come dicevo all'inizio, quella ragazza che il giorno del compleanno con il fidanzato si trovava nella piazzola e aveva visto sopraggiungere una autovettura che, provenendo da San Casciano, era entrata e poi aveva fatto marcia indietro. No c'era il colore della macchina, non c'erano elementi in quel primo verbale. Quindi, su delega della Procura, sento la Carmignani Sabrina il 6 dicembre '95. Quindi è stato anche questo uno dei primi atti che ho fatto nello sviluppo investigativo. La Carmignani sostanzialmente conferma il racconto fatto al'epoca, lo arricchisce di particolari. Dice che l'auto da lei notata era un'auto tipo regata, ma non era Regata. Perché la regata all'epoca era una macchina che possedeva la madre, la propria madre, e quindi la conosceva bene. Dice: 'non era la Regata, era tipo Regata. Era più bassa della Regata'. 'A bordo di questa macchina - dice - ebbi modo di vedere sia quando si intravide nello stradello che conduce alla tenda e poi fece marcia indietro, sia quando andammo via dal luogo, la macchina era ferma proprio all'imbocco dello stradello. Quindi ebbi modo di vedere questa persona che era alla guida di spalle, nella seconda occasione. Vi era una persona di età matura, massiccia di corporatura e mi colpì perché indossava, nonostante il caldo, era una giornata di caldo quella, nonostante il caldo, indossava un giaccone di colore verde tipo cacciatore, pesante. Ebbi modo di notare che era una persona massiccia perché, quando andammo via e quindi passammo dietro questa macchina per girare in direzione di San Casciano, vidi che questa persona proprio era... cioè, nella macchina era abbastanza ingombrante e poi teneva il braccio destro sulla parte alta del volante. E quindi mi diede la possibilità di poter vedere anche il braccio '. Quindi diede questo particolare. Sulla macchina precisava quindi che non si trattava di una Regata, di una macchina più bassa della Regata. Il retro di questa macchina era tronco. Perché lei ebbe modo di vedere il retro quando andò via. 'Come colore - dice - non era né troppo chiara, né troppo scura. Era comunque un colore sbiadito'. Non è stata in grado, ecco, di pronunciarsi sul colore di questa autovettura. Quindi ha fornito degli elementi in più di quelli che già erano presenti nel verbale dell'85. Raccontava poi di aver notato nei giorni precedenti al delitto, perché era solita passare da quel posto per venire a Firenze, quindi passava quasi quotidianamente, nei giorni precedenti al delitto aveva avuto modo di notare, appoggiato ad un albero, proprio all'inizio della piazzola, dello stradello che conduce alla piazzola del delitto, un motorino che descrive nei minimi dettagli. Dice: 'questo motorino aveva il serbatoio a goccia in diagonale, il sellino largo nella parte posteriore di colore nero, i parafanghi molto ampi che coprivano le ruote. Era, di colore rosso mattone'. Visto, fatto vedere alla Carmignani un album fotografico, perché la teste si era dichiarata disponibile a eventualmente riconoscere in fotografia questo tipo di motorino, lo riconosce con certezza, tranne che nel colore che era diverso, però il tipo era uguale, nel motorino che aveva Pacciani all'epoca. Quindi, come tipo, come parafanghi, come caratterizzazione della caratteristica proprio del serbatoio a goccia in diagonale, come sellino. Quindi lo riconosce con certezza. Dice: 'il colore però era diverso'. Poi riferiva anche del Vanni. Dice: 'sì, conosco il Vanni in paese, l'ho visto anche agli Scopeti, però l'ho visto soltanto camminare lungo la strada'. Tra le altre testimonianze, sempre che ho ripreso per approfondirle, c'è la testimonianza anche dell'avvocato Gracili Luisa che, come dissi prima, era la...
Presidente: (voce fuori microfono)
M.G.:Quello del Pacciani.
Presidente: (voce fuori microfono)
M.G.:Per il colore, per il...
Presidente: (voce fuori microfono)
M.G.:Era un altro colore, però era stato più volte verniciato il motorino del Pacciani.
P.M.:Abbiamo tutti gli atti.
M.G.:Sì.
P.M.:Nel precedente dibattimento sono stati forniti alla Corte.
Presidente: (voce fuori microfono)
M.G.:Sì.
P.M.:Sì, sì, certo certo. Nuove, volendo agli atti ci sono.
M.G.:Quello era stato più volte verniciato. Comunque nelle foto mostratele in quest'album, era il modello, il tipo era lui, però il colore diverso da quello notato nell'85 dalla teste sul luogo là del...
P.M.:Sarà oggetto di prova diversa, Presidente.
M.G.:Quindi dicevo: dalle altre testimonianze che io ho cercato di completare, sempre per la ricostruzione dei fatti, cito quella dell'avvocato Gracili Luisa che all'epoca non risultava essere stata sentita. Era praticamente l'amica del Taylor, del fotografo americano, che era stata accompagnata la sera proprio del delitto passando dagli Scopeti dal Taylor. Sentiamo la Gracili e ricordava sostanzialmente, essendo passato troppo tempo, poco o nulla. Però dice: 'vedete, che io ho riferito all'epoca ai Carabinieri'. Quindi riferisco io la circostanza al Pubblico Ministero, fa richiesta ai Carabinieri di eventuale presenza di verbali di interrogatorio della Gracili. I Carabinieri rispondono che non era stata mai sentita formalmente ma in effetti si era presentata lì da loro e aveva riferito una circostanza che loro, il comandante verosimilmente - scrivono i Carabinieri - dell'epoca, della Stazione di San Casciano, ha annotato in un appunto che hanno trasmesso al P.M. In questo appunto si legge, ed è l'atto che si trova a pagina 927 del processo, si legge che: "Nei giorni precedenti al delitto la Gracili sul posto del delitto aveva notato ferma, nessuno a bordo, una FIAT 128 di colore rosso" A proposito di questa autovettura ricorrente, spesso come tipo e colore, talvolta solo come colore, devo citare altre due testimonianze: la testimonianza di Nenci Giovanni che è morto poi il 9 agosto del 1990 e quindi non ho potuto risentire. Il Nenci Giovanni il 13 settembre del 1983, dopo il delitto di Giogoli dei due tedeschi che si è verificato il 9 settembre '83 - sto parlando di un altro delitto, però siccome la macchina è importante, la inserisco adesso - il 13 settembre, quindi dopo due giorni che è stato scoperto il delitto dei due tedeschi a Giogoli, si presenta ai Carabinieri e riferisce che il Nenci abitava in via di Giogoli all'epoca, al numero 12-13. Lavorava da Brandimarte. La moglie aveva ed ha tuttora una lavanderia al Galluzzo, e quindi era un itinerario che facevano diverse volte al giorno. Come minimo quattro volte al giorno. Quindi passavano dal luogo in cui era posteggiato il furgone dei due tedeschi uccisi. Il Nenci, il 13 settembre dell'85, va dai Carabinieri e riferisce che, prima del delitto, la mattina prima del delitto, in quello spiazzo dove c'era fermo, posteggiato il furgone dei due tedeschi uccisi, transitando da lì aveva notato ferma una FIAT 128 di colore rosso. Dice sempre in quel verbale ai Carabinieri. Dice: 'mia moglie ha notato in altra circostanza, ma sempre in quei giorni, il giorno prima, una autovettura bianca sempre ferma all'inizio, dello spiazzo dov'era poi posteggiato il furgone dei tedeschi e col furgone là sul posto.' Ebbene, io non ho potuto sentire il Nenci Giovanni perché è morto, però è stata sentita la moglie Buzzicchini Teresina che all'epoca non era stata ascoltata. La Buzzicchini Teresina conferma che il marito le aveva riferito di aver notato questa macchina. Però dice: 'dato il tempo trascorso, non vi so dire che macchina fosse, perché me lo ha detto, ma non lo posso ricordare, non lo ricordo dopo tanti anni. Mi ricordo però che era una macchina di colore rosso'. Dice: 'io invece avevo visto, passando da lì la mattina presto, quando andavo ad aprire la lavanderia al Galluzzo, una autovettura di media cilindrata, di piccola-media cilindrata di colore chiaro, bianco. Ma, dato il tempo trascorso, non so dirvi... Mi colpì perché ne parlai con mio marito perché la sera non l'avevamo vista, avevamo soltanto il furgone dei due tedeschi che già - dice - io avevo notato dalla fine di agosto in quel posto. E avevo visto anche i due tedeschi far la spesa, perché li avevo conosciuti che erano venuti anche alla mia lavanderia al Galluzzo e li avevo visti anche alla Coop di Galluzzo fare la spesa. Quindi, passando, riconoscevo il furgone, riconoscevo i tedeschi. La sera prima non c'era questa macchina bianca, la mattina alle sette, sette e mezza, quando stavo andando ad aprire la lavanderia, vidi questa macchina bianca all'inizio dello spiazzo dove c'era fermo il furgone. Quindi mi colpì, tant'è che parlando con mio marito e riferendo questa circostanza, dissi: ci saranno altre persone accampate insieme ai tedeschi'. Quindi, a proposito di macchina, anche nell'83 abbiamo una macchina chiara e una macchina rossa, un 128 rosso.
Segue...

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