lunedì 3 dicembre 2012

Pietro Benedetti - Udienza del 4 luglio 1994 - Prima parte

Il professor Pietro Benedetti fu ascoltato il 4 luglio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
Presidente: Bene.  
P.M.: Sto cercando di fare... Sentirei, Presidente, il perito Benedetti, che insieme all'ingegner Salza ha fatto la perizia comparativa dei bossoli repertati in occasione degli otto duplici omicidi, facendo presente, come dicevo stamani, che l'ingegner Salza, per motivi di salute, ha fatto pervenire un certificato medico che gli impedisce di venire per lungo tempo. Per cui penso che la prova può essere assunta attraverso l'escussione del solo perito Benedetti.  
Presidente: Salvo eventualmente...  
P.M.: Salvo eventualmente e compatibilmente con le condizioni di salute, perché...  
Presidente: Che sono molto gravi.  
P.M.: Ecco, ha subito un intervento di cui io ho certificazione che fornirò alla Corte. Penso che sia una degenza piuttosto lunga. Nel caso lo stesso perito Benedetti...  
Presidente: La mettiamo poi al verbale.  
P.M.: Sì, senz'altro.  
Presidente: I difensori l'hanno vista?  
P.M.: L'ho qui io, la metto a disposizione delle parti. 
Presidente: ... a disposizione della difesa. Allora, nel frattempo...  
P.M.: Ecco, scusi, faccio presente un'altra cosa. Il perito Benedetti, facendomi presente che ha avuto - non so - qualche esperienza negativa in passato, faceva presente forse sarebbe bene per quanto riguarda la sua deposizione fare a meno delle telecamere.  
Presidente: Ah, certamente, sì, sì. Benissimo, prego. Non inquadriamo il perito, d'accordo? Si accomodi, prego.  
P.M.: Dunque, prima di fare le domande, faccio anche qui presente che c'è una relazione che ha già la Corte, piuttosto nutrita per quello che riguarda le conclusioni. Ma ci sono numerosi, 4 fascicoli fotografici relativi alla documentazione che gli stessi periti hanno a suo tempo fatto, che mi sembra non solo utile, ma indispensabile vedere. Ce le indicherà il perito Benedetti le foto da vedere, che ci dicono come il lavoro che hanno fatto è stato documentato e come le spiegazioni che danno in termini di risposta ai quesiti possono agevolmente essere giustificate, o meglio dimostrate, attraverso l'elaborato fotografico. Che è quello che avevo fornito alle parti; è qui, lo metterei a disposizione dell'operatore che potrebbe...  
Presidente: Può leggere intanto la formula? No, stia pure comodo. 
P.B.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”  
Presidente: Le sue generalità, per cortesia.  
P.B.: Sono Pietro Benedetti, nato a Brescia il 31 gennaio del 1947, residente presso Banco Nazionale di Prova di Gardone Valtrompia in provincia di Brescia.  
Presidente: Benissimo. E allora le parti, il Pubblico Ministero per primo, se vorranno, per le domande.
P.M.: Sì, grazie, volevo ricordare alla Corte – perché abbiamo già sentito su questo stesso argomento un altro perito, il dottor Iadevito, se non sbaglio - che in precedenza il Giudice istruttore aveva fatto svolgere uguale, anzi identica, perizia comparativa sugli otto duplici omicidi, sui bossoli repertati. Fu per mero scrupolo del Giudice istruttore, su richiesta del P.M., che nel 19...  
Presidente: Arcese/Iadevito, era Arcese/Iadevito.  
P.M.: Arcese/Iadevito, esatto. 
Presidente: Nell'84.  
P.M.: E Iadevito lo abbiamo già sentito. Dicevo, per mero scrupolo, su richiesta del P.M. il Giudice istruttore nell'87, quando la serie omicidiaria aveva subito, all'epoca, un'interruzione – oggi un'interruzione un po' più lunga - ritenne opportuno di fare un'ulteriore verifica della identità di arma, sulla identità di arma che aveva sparato quei bossoli. Per questi furono incaricati l'ingegner Salza e il perito Benedetti. Quindi questo è il contenuto e la storia relativa al perché di questa nuova perizia. Quindi la mia domanda, in realtà, è molto semplice. Avendo il perito Benedetti esaminato a campione i bossoli repertati in ognuno degli otto duplici omicidi, i risultati di identità o meno che ha ottenuto nel confrontarli; e se ci può spiegare - c'è anche la documentazione fotografica – i metodi seguiti e le certezze o meno che sono state acquisite, attraverso quali elementi. È un po' complessa, ma i quesiti erano molti, la sostanza è questa.  
P.B.: Dunque, abbiamo esaminato due coppie di bossoli, cioè due bossoli relativamente ad ogni caso, che ci furono consegnati. E su questi erano presenti le impronte prodotte rispettivamente dal percussore, dall'estrattore, dall'espulsore, nonché, diciamo, un rigonfiamento che riproduceva il profilo, diciamo, della gola di imbocco che serve per convogliare la cartuccia in canna. Quando viene sfilato dal caricatore per facilitarne l'introduzione, c'è questo scarico che... ecco. Noi abbiamo comparato, prima di tutto abbiamo cominciato a vedere se, relativamente a ogni caso, la posizione reciproca, cioè la distanza angolare fra le singole impronte - immaginatevi un quadrante d'orologio - coincideva. Questo accertamento ha dato esito positivo. Poi abbiamo cominciato invece ad analizzare impronta per impronta. E, in effetti, abbiamo trovato identità morfologiche peculiari, sia all'interno dell'impronta del percussore, sia all'interno dell'impronta prodotta dall'espulsore, che all'interno dell'impronta prodotta dall'estrattore. Diciamo identità peculiari perché la loro dislocazione, la loro forma, le minuscole tracce che, diciamo, si trovavano all'interno di queste impronte - rilievi, depressioni, strie - avevano delle coincidenze, diciamo, spiccate, che praticamente corrispondono alle impronte digitali che quest'arma ha. E che fortunatamente, probabilmente essendo stata conservata abbastanza bene, quest'arma ha mantenuto nell'arco del tempo, cioè dal primo omicidio all'ultimo, dal primo duplice omicidio all'ultimo, che mi pare avvenne nel 1985. Queste identità sono state documentate con microfoto di comparazione che sono agli atti. E penso che il risultato, diciamo, di questo accertamento sia ben documentato e che possa convincere anche, diciamo, chi di questa materia è poco pratico. Che certi segni sono ripetitivi, specialmente quelli più profondi: sono quelli più significativi, e quindi direi che in questo caso, per quanto riguarda i bossoli, c'è assoluta certezza che questi bossoli, appunto, furono sparati dalla stessa arma. Anche per quanto concerne i proiettili... ad eccezione di due casi dove le pallottole erano talmente deformate o addirittura erano dei frammentini che non erano più utili alle comparazioni. Abbiamo trovato coincidenza su microstrie presenti all'interno delle singole impronte. E diciamo che, in particolar modo, c'era un'impronta da noi convenzionalmente indicata col numero "1", perché è la riga riferimento, è quella che ha al suo interno delle caratteristiche maggiormente peculiari. Questa qua aveva due microstrie talmente profonde all'interno, che erano ripetitive e sono state comparate, sono stati comparati incrociando proiettili dei diversi casi, avendo sempre risultato positivo.  
P.M.: Quindi la identità avviene in... cioè, la prova dell'identità, attraverso due elementi: il bossolo, nel quale addirittura ci sono tre termini di paragone.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Percussore, espulsore, estrattore, quindi ci danno addirittura tre parametri che sono identificativi, da quel capisco.  
P.B.: Certo.  
P.M.: E, dall'altra parte, il proiettile. Sul proiettile, microstrie particolari. Ecco, potrebbe lei scegliere nei suoi fascicoli fotografici alcune delle foto, sia dei bossoli che dei proiettili, che ci permettono di verificare anche noi visivamente ciò che ci ha detto?  
P.B.: Penso che sia utile magari guardare gli originali, perché le fotocopie...  
P.M.: No, no, io le do gli originali. Se lei è cosi cortese di indicarci quali, noi poi le proiettiamo. Partiamo con i bossoli, e, se è possibile, sui bossoli trovare quei segni che lei ci ha detto. In un secondo momento facciamo i proiettili.  
Presidente: Guardi con calma.  
P.M.: Magari più di una, per fare il paragone fra le varie...  
Presidente: Oh, solo a puro titolo di cronaca, voglio ricordare che quando il Giudice istruttore Rotella dispose la prima perizia, che fu depositata il 6 febbraio '84 - la perizia Arcese/Iadevito  
P.M.: Questa è quella di cui... 
Presidente: ... mancavano all'appello gli ultimi due omicidi, chiaramente.  
P.M.: Certo, certo.  
Presidente: Nel senso che ancora non erano stati consumati. 
P.M.: Faccio presente però che poi il dottor Iadevito ne fece un'altra nell'85... nell'84, per cui ha già riferito che all'84 per sette duplici omicidi - l'abbiamo sentito uno delle prime udienze -aveva trovato segni di identificazione anche sulle "H". E quindi c'era un terzo parametro. Ora questa è, come dicevo, riepilogativa per tutte e otto, ma i termini sono solo bossoli e proiettili. Perché le "H" l'ha fatta successivamente nella perizia con il generale Spampinato, di cui oggi stesso il perito sarà invitato a fornire dei chiarimenti.  
Presidente: Bene, allora possiamo tornare a noi. Ecco, questa è la foto numero 53: "Macrofoto di comparazione tra l'impronta di percussione del bossolo repertato numero 1, omicidio Lo Bianco-Locci a sinistra, e quella del bossolo repertato numero 24, omicidio Gentilcore-Pettini".
 P.M.: Sono i primi due omicidi comparati tra loro.  
Presidente: "Le frecce indicano identità significative tra le due impronte".
P.M.: Ecco, sono quello del '68 e quello del '74. Sono le impronte della percussione, dico bene?  
Presidente: Questa è l'impronta del percussore, eh? 
P.M.: Facciamo spiegare per bene come potrebbe...  
Presidente: Ci dica.  
P.B.: Vedete, ecco vedete i rilievi e le depressioni indicati dalle frecce nella stessa posizione reciproca. Vedete che ci sono questi avvallamenti, queste... che riproducono praticamente la forma dell'impronta del percussore, della punta del percussore, le anomalie che ci sono su questa punta. 
P.M.: Poi noi, Presidente, se crede, abbiamo qua una Beretta calibro 22. Nella successiva perizia il perito Benedetti, sia pur a altri fini, ha fotografato il percussore: all'interno, insieme all'otturatore, si vede bene il punto a cui, in foto, dove è avvenuta la percussione. Lo possiamo vedere meglio lì. Abbiamo anche la pistola, abbiamo i proiettili, abbiamo la possibilità di vedere un caricatore.  
Presidente: Benissimo. Quindi teniamola a disposizione; dopo la vediamo.  
P.M.: Ecco, anche perché successivamente ci sono delle foto che indicano benissimo il percussore e l'otturatore. Così si vede la parte che avrebbe causato quell'impronta lì, la parte della pistola, per renderlo meglio.  
Presidente: Questa è la foto 55: "Comparazione fra l'impronta di percussione del bossolo, repertata numero 1, omicidio Lo Bianco-Locci, a sinistra; e quelle del bossolo, repertato numero 3, omicidio Poggi-De Nuccio, a destra. Le frecce indicano..." anche in questo caso possiamo allargare il campo. 
P.M.: Ecco, signor Benedetti, per capire noi in questo momento. Questo è un ingrandimento o una macrofotografia; nella realtà quell'impronta che dimensioni ha?  
P.B.: Be', come larghezza inferiore al millimetro.  
P.M.: Ecco, benissimo. Comunque, cosi ingrandita, permette di vedere queste caratteristiche che, ci diceva lei prima, sono un po' come le impronte digitali della mano. Cioè questo percussore ha delle caratteristiche sue, che si è cosi formato nel tempo o è nato così, che lascia sul proiettile segni perfettamente individuabili, unici. È così?  
P.B.: Sì, sì, è così.  
P.M.: Perché, mi scusi, è un anello all'interno del quale c'è questo segno? L'impronta in realtà è anulare?  
Presidente: No, no, no.  
P.B.: No, l'impronta si trova alla periferia del bossolo. Per questo viene detta anulare. Ecco, però diciano... 
Presidente: Non è che l' impronta è anulare di per sé però, eh. 
 P.B.: Sì, sì, sì.  
Presidente: L'impronta è piena.  
P.M.: È questa qui.  
Presidente: Viene lasciata...  
P.M.: Bene, volevo vedere se riuscivo a...  
Presidente: ... alla periferia del bossolo.  
P.M.: Ecco. 
Presidente: Sennò si...  
P.M.: No, no, ma era perché in questa foto non abbiamo... è la macro e quindi... Ora vediamo se su una foto più grande, magari, possiamo vedere una foto più grande dell'intero fondello del bossolo. Ecco, ecco, questa volevo dire. Perché tutti i Giudici e tutte le parti possono avere una visione completa. 
Presidente: Ecco, questa è...  
P.M.: Una vista ingrandita del fondello, della coppia dei bossoli 1 e 1A, ecco, quindi.  
P.B.: Ecco, all'interno del cerchio bianco è l'impronta d'espulsore. 
P.M.: Oh, andiamo per ordine. Questa è quella che poi abbiamo veduto ingrandita. 
P.B.: Questo è il percussore, sì. 
P.M.: È il percussore. Già che ci siamo, approfittiamo di queste foto per vedere quella che lei ha... ecco, è un cerchietto bianco che ha fatto lei, no? Sulle foto.  
P.B.: Sì, sì.  
P.M.: Dove c'è un segno.  
P.B.: Sì, quel segno lì è l'impronta prodotta dall'estrattore... dall'espulsore, scusate.  
P.M.: Il quale espulsore ha anch'esso una caratteristica abbastanza individuabile, nel senso della posizione.
P.B.: Sì, della posizione, perché quella è comune a tutte le pistole di questo modello.  
P.M.: Ecco, però per...  
P.B.: All'interno ha dei rilievi che sono ripetitivi.  
P.M.: Ecco, quindi sono i rilievi dell'impronta. Vogliamo andare avanti, qualche altra foto che avevamo prima identificato, ora che abbiamo più chiaro due parametri? Più chiari. Qui siamo sempre sul segno del percussore.  
Presidente: Questa è la foto 69: "Comparazione fra le impronte di percussione di bossoli repertati numero 1, omicidio Lo Bianco-Locci a sinistra; e 2A omicidi Gentilcore-Pettini".  
P.B.: Perché l'impronta è stata ripresa illuminandola da differenti posizioni, perché da una parte, diciamo, illuminando da una determinata posizione si vedevano determinate cose, illuminando da un'altra posizione si vedevano cose diverse.  
P.M.: Quindi sono due fasci di luce diversi, che danno identificazioni diverse.  
P.B.: Ecco, vedete...  
P.M.: E che, sommate...  
Presidente: Quella specie di cratere che si vede in alto a destra, eh?  
P.M.: Ecco, grazie. Quello è il fatto delle freccette bianche, che sono...  
Presidente: Gli ci vuole il microfono, per favore.  
P.M.: Ecco, magari se rimane lì con il microfono a portata di mano. Ora glielo trovano.  
Presidente: Guardi se si può un po' allungare. Porti tutto il transatlantico lì. Attento, attento. Ecco, vediamo se funziona.  
P.B.: Ancora un po'. Bisognerebbe vedere un po' tutt'è due. Riduciamo un po' l'ingrandimento. Vedete, questa posizione è la stessa di questa. Questa è la stessa di questa. Questo, vedete che c'è questo cratere, quest'altro.  
Presidente: Lei sta indicando tutte le frecce.  
P.B.: Ecco, sono le impronte più significative anche, cioè perché sono anche quelle più profonde, e quindi maggiormente riproducibili.  
P.M.: Vogliamo vedere un'altra delle foto? Probabilmente riferita - leggiamo la didascalia - a un diverso...  
P.B.: Questo qua è un'altra copia, probabilmente. 
 P.M.: Leggiamo prima, scusi, la didascalia. “Idem. Cioè confronto come foto 69. La ripresa è stata effettuata con maggiore profondità di campo, per meglio evidenziare le identità”.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Quindi sono la stessa coppia di bossoli.  
P.B.: Ecco, qui c'è questo particolare che si vede meglio, sul fianco sinistro. 
P.M.: Allarghiamo, ecco.  
P.B.: E poi vedete anche questi due piccoli, che prima là non si riusciva a vedere; questo c'era anche prima. 
P.M.: Sono segni di identità?  
P.B.: Sì, sono segni di identità.  
P.M.: Andiamo avanti. 

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