venerdì 2 novembre 2012

Marco Morin - Deposizione del 14 luglio 1994 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.  

Presidente: Allora, vogliamo...  
M.M.: Signor Presidente, se...  
Presidente: Scusi, prego.  
M.M.: Signor Presidente, se mi permette una precisazione.  
Presidente: Ma certo.  
M.M.: Perché qui stavamo litigando per una cosa che mi pare non esiste.  
Presidente: Ma non stiamo litigando.  
P.M.: Non stiamo litigando, no, no.  
M.M.: Io... se i periti avessero scritto qui: l'impronta non è, quella impronta non è di estrattore per questo e quest'altro motivo, io non avrei avuto alcuna ragione di contestare. Siccome loro hanno detto che non è l'impronta di estrazione perché sugli altri bossoli è più piccola, allora, mi scusi, io non posso accettarlo. Mi devono dare una ragione, è una questione logica.
A.B.: Ohooo…  
P.M.: Loro hanno detto che non è addebitabile a un'arma, se non sbaglio.  
M.M.: Prego?  
P.M.: Se non sbaglio, hanno detto in aula che non era per loro addebitale al meccanismo, al congegno di un'arma. Ora, mi scusi, se dicono apertamente, sia nella relazione che qui davanti alla Corte, a domanda del sottoscritto, che quel segno non è addebitabile ad alcun congegno di un'arma - e loro lo hanno visto - mi scusi, alcun congegno di un'arma comprende anche l'estrattore. Quindi loro l'hanno detto in quest'aula ed erano presenti molte parti. E mi scuso perché glielo faccio presente, era presente anche lei. Quindi questo dato glielo doveva contestare lì. Oggi dico: facciamolo quando loro ci sono, facciamoli venire e diciamoglielo al signor Benedetti, all'ingegner Benedetti.  
Presidente: Sì, però attenzione, signori. Non possiamo, onestamente, contestare questo al consulente. Perché? Perché nel nostro modo di sentire i periti alla fine non c'era probabilmente rimasto neanche più tempo per fare le osservazioni, eh.  
P.M.: Bene, si, sì.  
Presidente: A onor del vero, va detto.  
P.M.: Sì, sì.  
Presidente: Comunque, non c'è problema. Vuol dire che convocheremo tutti un giorno, sulla base di questa...  
P.M.: Se lei ritiene.  
Presidente: Se necessario, naturalmente.  
P.M.: Io ritengo non sia necessario, e l'ho già spiegato, perché i periti...  
Presidente: E a quel punto li sentiremo in contraddittorio.  
P.M.: Presidente, io ho già spiegato che i periti in quest'aula hanno detto...  
Presidente: Anzi, se è indispensabile.  
P.M.: Hanno detto che quel segno non era addebitabile ad alcun congegno di arma. Quindi comprende l'estrattore. Quindi nessuno in quel momento è andato a contestargli questo; e allora, dico, loro l'hanno detto apertamente.
A.F.: Hanno detto che non possiamo dare...
M.M.: Io non potevo contestarlo perché non avevo...
 P.M.: Loro lo hanno detto, signor Morin.  
A.B.: Va be', lo hanno detto.  
Presidente: Va bene, va bene.  
A.B.: Ma non è che hanno detto che è sicuro cosi. Loro hanno detto non è...  
P.M.: Sì, sì, non è addebitabile...  
A.B.: Va be', e allora lo sentiremo, scusi.  
P.M.: No, l'hanno già detto in quest'aula.  
A.B.: Ci devono dire che cos'è.  
A.P.: Posso fare un'istanza molto semplice, signor Presidente?  
A.B.: No, vogliamo, vorrei...  
A.P.: Possiamo far vedere la pallottola in questione a questo consulente? Cosi sciogliamo il nodo e la riserva che lui sta facendo. 
Presidente: Avvocato...  
P.M.: In questo momento...  
Presidente: A parte che la pallottola in questione deve essere stata fatta a pezzetti, credo.  
P.M.: Sì e comunque se è, quello che c'è è ai corpi di reato. Non è qui.  
Presidente: No, la pallottola è qua.  
P.M.: Ah, è qui. Chiedo scusa, chiedo scusa.  
Presidente: La pallottola è qua e sotto chiave.  
A.P.: Si discute se è o non è un segno di estrattore, ma non sa dirci...  
Presidente: Però vi ricordo, se non ricordo male, è stata tagliata, tra l'altro, per fare la perizia Mei.  
P.M.: Esatto, esatto.  
Presidente: Credo sia stata tagliata in maniera che probabilmente i segni rima...  
P.M.: È documentato come tagliato.  
Presidente: Credo che non sia più quella.  
A.P.: Quel che c'è rimasto. Non so, vediamo.  
Presidente: E poi non è che con una lènte di ingrandimento il consulente può oggi venirci a dire se è o se non è.  
P.M.: No, oggi qui occorrerebbe... I periti hanno detto cosi, il consulente dice cosi.  
Presidente: Se fosse assolutamente indispensabile, vuol dire che noi riconvochiamo i periti.  
P.M.: Esatto.  
Presidente: E facciamo allora un esame in contraddittorio con i consulenti.  
P.M.: Perfetto, Presidente. A.B.: Certo.  
Presidente: Va bene?  
A.B.: Se può andare avanti ancora su... ?  
M.M.: Beh, io credo che la mia conclusione è quella che per quanto io possa dire, per quanto ho visto solo sulle carte, su quanto è stato allegato come corredo iconografico, eccetera, non mi sembra assolutamente in grado, cioè non mi sembra corretto ipotizzare quanto hanno detto i periti d'ufficio, ecco. Cioè che loro hanno dato, mi pare... qui c'è un grado di incertezza che secondo me è molto superiore a quello che loro sembra danno nella perizia. Ecco, questa qui è la mia conclusione. Io non posso dire altro se non vedo i reperti. Se io potessi vedere i reperti, la mia risposta sarebbe ben diversa. O tacerei...  
A.B.: Ecco, scusi, ma sulla base delle fotografie, sulla base dei dati iconografici, come giustamente dice lei, che ha rilevato lei, che ha guardato, che ha esaminato, e quelli relativi a questa comparazione, va bene? di microstrie, e in riferimento a tutti gli studi normalmente eseguiti su questo tipo di indagine, che cosa ci può dire? Cioè quegli studi rispetto a questi dati, a questi risultati, che cosa danno?  
M.M.: Gli studi più recenti, e io ne posso citare uno che è apparso nel luglio del '92 ed è intitolato "The probability of corresponding 'Strie' in Toolmarks", cioè la probabilità di corrispondenza di impronte nei segni lasciati da attrezzi. E in questa è compresa anche, ovviamente, l'arma. C'è una serie, questo qui è l'ultimo, da un punto di vista cronologico, di questi studi... Sulla base di tutti questi studi, si sarebbe con il corredo iconografico allegato alle perizie, non si potrebbe certo dare neppure un... Cioè, sarebbe molto più giusto dire che non è provata.  
A.B.: Non è provata?
M.M.: Non è provata questa identità.  
A.B.: Lei ha parlato prima...  
P.M.: Non si può escludere, ha detto lei?  
M.M.: Prego?  
P.M.: Non si può escludere?  
M.M.: Ma io ho detto prima che nei paesi dove le scienze forensi hanno un grado di attendibilità elevato, la risposta di un laboratorio - perché non esiste, nei paesi, l'istituto della perizia - il laboratorio di scienze forensi in genere deve dire: è, non è, e solo in casi estremi dire: non siamo in grado di dare una risposta. Qui direi che sarebbe, con questo materiale messo in mano ad un laboratorio inglese o tedesco, la risposta, molto probabilmente con le fotografie - non con i reperti, perché i reperti possono, potrebbero venire fuori cose ben diverse - ma con le fotografie che ci sono ...  
P.M.: Anche opposta.  
M.M.: ... con le fotografie che ci sono, un laboratorio di questi qua direbbe: non c'è niente, cioè la nostra risposta è negativa. Anche se qualche dubbio potrebbe sussistere. Proprio perché ci deve essere un valore, diciamo, o si o no.  
A.B.: Ecco, e quindi lei ha fatto, ha portato alla Corte - io penso che lei produrrà quella documentazione con la sua consulenza - una serie di fotografie e di fotogrammi da cui risulta, invece, delle comparazioni di microstrie.  
M.M.: Certamente positive.  
A.B.: Dove le microstrie si vede che sono sicuramente dell'uno e dell'altro.  
M.M.: Sì, certo.  
A.B.: Nel caso in parola, nel nostro caso, le microstrie che sono state adottate per verificare la compatibilità o meno - microstrie dei bossoli rispetto alle microstrie trovate nella...  
M.M.: Cartuccia.  
A.B.: ... cartuccia, che compatibilità danno?  
M.M.: Dobbiamo premettere che una parte delle microstrie sui bossoli corpi di reato sono obliterate dalla sovrastante impressione del percussore. Questa impressione del percussore cancella, ovviamente, una parte di microstrie per tutta la sua larghezza e può far deviare per lo spostamento del metallo una parte di quelle presenti ai bordi dell'impronta stessa. Quindi è una indagine obiettivamente difficile. Però, con quello che c'è presente, con quello che è presente, direi che le probabilità sono molto, molto ridotte. Non posso quantificarle perché non è mia abitudine. Se io dovessi giudicare sulla base delle fotografie disponibili, direi non è dimostrato. Quindi : no. Sempre riservandomi, però, di dare un altro giudizio, vedendo al microscopio i reperti stessi.  
P.M.: Dopo tocca a me, avrei qualche domanda; mi sono allargato anche troppo, quindi aspetto il mio turno.  
Presidente: Avvocato Fioravanti, prego.  
A.F.: Sì. Una domanda semplicissima, professor Morin. Lei prima ha affermato che non è scientifico un esperimento fatto solo su tre pistole. Cosa ci può dire sulla scientificità di un esperimento? Su quanti campioni dovrebbe essere fatto?  
M.M.: Esiste una scienza particolare - invito eventualmente a sentire un esponente più qualificato di me - e questa scienza studia la validità dei risultati di una determinata indagine. Io ricordo il problema della statistica, che se io mangio un pollo e sono insieme a lei, la statistica dice che abbiamo mangiato mezzo pollo a testa. Perché? Perché il discorso è stato fatto su un campione troppo ristretto. Il campione deve essere molto più largo. E va studiato volta per volta. Io in questo caso non ho avuto il tempo di farlo, ma se la cosa può interessare, è fattibile, per poter dare una risposta accettabile.  
A.F.: Grazie.  
A.B.: Quindi sulla base di quello che lei ha visto, ha letto, delle relazioni peritali, lei ritiene che questi dati non sono assolutamente, sotto un profilo probatorio, tali da potere affermare che quella cartuccia, che quella cartuccia possa essere stata sparata dalla stessa arma...  
M.M.: Incamerata.  
A.B.: Incamerata dalla stessa arma che invece avrebbe sparato quei bossoli. È da discutere.  
M.M.: Qui, come del resto hanno fatto anche nella parte scritta i periti...  
A.B.: In maniera più riduttiva.  
M.M.: Ma perché il concetto è un po' diverso. Il concetto di scientificità è un po’ diverso, fra quello mio e quello loro. Io sono più rigoroso, diciamo che la mia scuola è la scuola anglosassone dove sono un pochino più...  
A.B.: Quella del dottor...  
A.F.: Benedetti.  
P.M.: La stessa usata dal dottor Donato.  
A.B.: È quella del dottor Donato.  
P.M.: Il quale è andato a conclusioni opposto. Ma questo è il gioco delle parti.  
A.B.: È il gioco delle parti, però...  
P.M.: È il gioco delle parti.  
A.B.: Però anche il dottor Donato ha avuto le stesse perplessità per quanto riguarda...  
P.M.: No, no, sulla microstria è assolutamente...  
A.B.: No, sulla microstria per forza. Si immagini.  
P.M.: Sennò non sarebbe di parte.  
A.B.: Ma ha avuto le stesse perplessità.  
Presidente: Signori, e allora? Per… eh?  
A.B.: Va be', quindi questa è una. Devo andare avanti oppure il signor Pubblico Ministero deve fare... ? Presidente: Non lo so io.  
A.B.: No, no, io ho un'altra domanda su un altro punto.  
Presidente: La difesa è bene che concluda l'esame.  
P.M.: Concluda lei.  
A.B.: Certo.  
Presidente: Poi passiamo al controesame.  
A.B.: Allora senta, Dottore, lei ha guardato anche, ha esaminato anche i risultati della perizia del dottor Giancarlo Mei sul...  
P.M.: Perché è anche chimico il signor Morin? No, sennò…  
A.B.: Posso dirla?
M.M.: Signor Pubblico Ministero, il problema...  
P.M.: No, perché il perito era un chimico lì.  
A.B.: È un consulente di parte.  
M.M.: Il problema dei bossoli...
AW. Fioravanti: ... è un consulente nostro.  
Presidente: Signori! Pubblico Ministero, lasciamo che il difensore ponga la domanda.  
P.M.: Io ho voluto chiedere. Non ci aveva detto che era un esperto su questo.
A.B.: Lei ha guardato... Guardi, io non sono né chimico, né fisico, né balistico, né niente. Però mi sono il carico di disegnare qualche cosa...  
Presidente: Faccia la domanda, Avvocato, non perdiamo tempo.  
A.B.: ... per capire anch'io.  
Presidente: Faccia la domanda.  
A.B.: Dunque, allora lei ha letto questa relazione tecnica del dottor Giancarlo Mei.  
M.M.: Sì.  
A.B.: E le sue relative conclusioni. Le domando, siccome l'ho fatta questa domanda anche al dottor Mei a proposito del famoso ordine di grandezza, va bene? di grandezza in fisica, lei sa, le conclusioni le conosce, non voglio far perdere tempo alla Corte. Secondo lei, sulla base di quello che è la sua esperienza, perché è perito balistico - sa qualche volta evidentemente, credo, penso che abbia fatto delle indagini collegate a questo tipo di indagini - questo dato temporale "non più di cinque anni", ricollegabile a questo ulteriore dato "ordine di grandezza infe... di... almeno superiore o inferiore" o, a secondo da che punto si guarda un ordine di grandezza, che dato, che indicazione mi dà sul piano temporale? Più tranquillizzante.  
Presidente: Questo però non è campo suo, eh, Avvocato.  
M.M.: Dunque, premetto che l'osservazione del Pubblico Ministero è corretta: io non è che abbia alcuna veste scientifica in questo settore. Però ricordo che il problema relativo ai reperti balistici è qualche cosa che dilaga in ogni settore, nel senso che il problema della corrosione dei bossoli è stata già trattata in balistica. C'è un articolo, ad esempio, il primo che mi è capitato tra le mani, pubblicato nel giorno dalla Forence Science del 1977, intitolato "Corrotion of new fight 22 caliber Long Rifle Brass Cartridges" che...
P.M.: Sembra fatto apposta, sembra fatto apposta per noi.  
M.M.: Sì. Il titolo è fatto apposta; beh, i tempi sono diversi. Cioè il problema è trattato anche dai balistici, perché è un problema più che altro di criminalistica. Dopo ci si serve del chimico e del fisico per avere i risultati di laboratorio. D'accordo?  
P.M.: Certo.  
M.M.: Allora, questo problema è stato già affrontato. Io ho letto la relazione del dottor Mei e vedo che mette un limite superiore, non mette limiti inferiori. Però certamente il bossolo presenta uno stadio di corrosione che denota una certa permanenza in questo terreno. Però, giustamente ha detto il perito, non può dare dei risultati più precisi perché gli mancano molti parametri. Aggiungo...
P.M.: È stato molto onesto.  
M.M.: ... che ce n'è uno, un parametro, che secondo me è importantissimo. Da quello che ho capito proprio oggi leggendo gli atti, questa cartuccia è stata trovata in un foro di un paletto…  
Presidente: Di cemento.  
M.M.: …di cemento armato ripieno di terra: nell'interno c'è questo, c'era questa cartuccia. Questo paletto era a delimitazione di un...  
A.B.: Giardino.  
M.M.: ... vialetto.
A.F.: Vialetto.  
M.M.: Di un sentiero. Qui non abbiamo il problema della cartuccia interrata, perché al sole il cemento si scalda molto di più e quindi se cede, se a un certo punto cede l'umidità presente nel terreno, nella terra intorno alla cartuccia, questa qui evapora molto più rapidamente rispetto a quello che potrebbe avvenire per la terra, per, diciamo, la terra vera e propria.  
A.B.: Per terra, la terra per terra.  
M.M.: Quindi questa qui è una cosa da tenere presente. Il perito, poi, non ha tenuto presente un'altra cosa, un'altra cosa molto importante. Che qui lui ha fatto riferimento al processo di dezincificazione dell'ottone del bossolo, riferendosi a dei lavori pubblicati su ottone sepolto in terra, eccetera. Però qui la situazione è diversa, perché oltre all'ottone del bossolo c'è presente anche il piombo del proiettile che è a contatto strettissimo con il...  
Presidente: Con l'ottone.  
M.M.: Ora, dato che esiste quello che viene chiamata li "Serie delle tensioni elettriche degli elementi", noi troviamo lo zinco che è in posizione quattordici ed ha un potenziale di 0,76 volts; troviamo il rame che è al ventitreesimo posto ed ha meno 0,34. Questo qui è conosciuto da tutti quelli che si ricordano un po' di fisica, che la pila zinco-rame dà una differenza di tensione di 1,1 volt, che è la somma algebrica di questi valori che ho letto. Però in mezzo a questi due, al ventunesimo posto, esiste il piombo che ha lo 0,13 di potenziale. Cosa succede? Questo processo di ossidazione, come ha detto correttamente e molto meglio di me, ovviamente, il perito Mei, è un processo legate allo spostamento di correnti elettriche. Correnti elettriche che però, in questo caso, non sono, non interessano solo dell'ottone, ma interessano anche del piombo. E quindi il processo di ossidazione dell'ottone del bossolo dovrebbe risultare - qui possono chiamare uno specialista; io l'ho interpellato e me l'hanno confermato - molto più lento proprio per la presenza del proiettile di piombo, che muta la situazione nell'ambito di questi elementi, di questi metalli presenti. Quindi abbiamo un rallentamento di questo processo di corrosione; processo di corrosione che come tutti i processi di corrosione sono esponenziali, cioè iniziano lentamente, e questo chiunque ha una barca di metallo lo sa: il buchetto piccolo prima che si formi ci vuole molto, poi la cosa dilaga rapidamente. Quindi la parte, diciamo, iniziale della corrosione di questa cartuccia è stato certamente lento. Ora, sulla base di quel poco che è stato pubblicato e da quello che ho potuto sentire interpellando degli specialisti, direi che la cartuccia è stata certamente abbastanza tempo, quantificabile in un paio di anni come minimo, per arrivare poi a un massimo che non si ritiene possa essere molto vicino a quello dato dal perito, che lo dà comunque come limite massimo. Grossomodo può essere fra i due e i quattro anni, da quello che si è riusciti a capire. Però, ripeto, qui occorrerebbe uno specialista.  
P.M.: Non sono dati suoi.  
A.B.: Comunque lei ha parlato con uno specialista del settore.  
M.M.: No, io ho parlato...  
P.M.: Facciamo venire lo specialista, via, sennò gli parliamo per telefono.  
A.B.: Se lei me lo consente, io lo chiamo subito. Perché io...  
P.M.: Ma lo doveva portare, su!  
A.B.: No, io lo porto.  
P.M.: L'incidente probatorio è di due anni fa.
A.F.: Ma come si fa...?!  
A.B.: Presidente, l'incidente probatorio, non c'ero io, abbia pazienza.  
P.M.: E be', che ci posso fare?  
Presidente: Andiamo avanti.  
A.B.: E be', capito? la difesa non è che sia almeno ricca: non c'era.  
P.M.: Va be', però lo poteva portare.  
Presidente: Questo è ciò che dice...  
A.B.: No, signor Presidente.  
P.M.: Bene.  
A.B.: È ciò che dice il signore. Io ho il mio consulente, l'avevo già indicato. Però il Pubblico Ministero mi ha fatto delle opposizioni perché non l'avevo indicato prima. E ha ragione, per carità.
P.M.: Appunto! E allora?  
A.B.: Io non dico mica che non ha ragione.
P.M.: Io non ce l'ho il consulente; mi consulto da solo, che devo fare?
A.B.: Lei sa tutto.  
P.M.: No, per carità.
A.F.: È bravo: 10!  
A.B.: Ecco, per ora mi cheto.  
P.M.: Allora potrei dire... chiedere qualcosa.
Presidente: Altro, signori?
A.B.: No.  
Presidente: Allora, il Pubblico Ministero.
Segue...

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