venerdì 5 ottobre 2012

Ivo Longo - Deposizione del 13 luglio 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

Presidente: Signori Avvocati di parte civile, prego.
P.M.: Nessuna domanda, Presidente.  
A.C.: Scusi, lei era irritato nei confronti di questa...? 
I.L.: Assolutamente si.  
A.C.: Ecco. E quindi la sua attenzione si è posta sull'uomo?  
I.L.: Ma in un primo momento ho dovuto frenare e portarmi tutto sulla sinistra della superstrada e ho cominciato a lampeggiare, abbaglianti, anabbaglianti, e suonare il clacson. Poi, quando mi ha dato leggermente strada - ma questo è avvenuto dopo 100, 200 metri, non è che sia avvenuto subito; pertanto io l'ho seguito per 100, forse anche 300 metri, dietro - prima che lui neanche si avvedesse, prima che mi desse appena, appena un po' di spazio per poterlo superare.  
A.C.: Ecco, lei ha cercato anche di guardarlo... Perché in macchina l'avrà visto di profilo, penso.  
I.L.: Esatto, sì.  
A.C.: Ecco, si è sforzato di guardarlo anche un po' di prospetto, nel passare? 
I.L.: No, no, assolutamente.  
A.C.: Quindi ha visto...
I.L.: Cioè lui non si è assolutamente girato: lui non mi ha visto, per lui io non c'ero.  
A.C.: E nel profilo ha riconosciuto qualche segno particolare, somatico?  
I.L.: Il naso un pochino aquilino.  
A.C.: Il naso aquilino.  
I.L.: I capelli, ripeto, tirati un pochino ali'indietro, corti.  
A.C.: Senta, un'ultima cosa dicevo. Lei era solo in macchina?  
I.L.: Solo, si.  
A.C.: Era solo in macchina. E la macchina? Ci ha prestato caso alla macchina che aveva questa persona, o no?  
I.L.: Ma io ho avuto questa impressione: che fosse una macchina scura, di cilindrata penso 1100, 1200, 1300. All'epoca... Ma questo poi probabilmente mi ero, non dico dimenticato... Poi me l'han ricordato degli amici, appunto, con cui avevo dato la descrizione sia dell'uomo che della macchina, il giorno dopo diciamo, due, tre giorni dopo. E mi sembra che loro mi abbiano detto che io abbia detto potesse essere stato un 130 o un 131 Fiat, un 128. Senz'altro una macchina a tre volumi, scura.  
A.C.: Sì, ma scusi, la sua attenzione, se ho capito bene, era dedicata all'uomo, no?  
I.L.: Sì, quando l'ho superato senz'altro. Perché io ce l'avevo con l'uomo.  
A.C.: Ecco, quindi può...  
A.B.: Avvocato Colao, lei si deve attenere alle domande. Perché sta facendo un esame, come il Pubblico Ministero. Quindi faccia le domande e basta.  
Presidente: Forza, andiamo avanti.  
A.C.: E può escludere che la macchina fosse di colore diverso?  
I.L.: Assolutamente non chiara.  
A.C.: Ecco. Però, che non sia quella macchina di colore scuro come ha detto?  
I.L.: No, scuro senz'altro. Che poi possa essere stata rossa scura, o blu o nera, o grigia scura o verde scura: era un colore scuro.  
A.C.: O beige scura?  
I.L.: Beige scuro, diciamo marrone scuro: si, non lo escludo.  
A.C.: Non lo esclude. Bene, grazie, non ho altre domande.  
Presidente: Altre domande, signori Avvocati di parte civile?
A.P.: No, grazie.  
Presidente: Avvocato Bevacqua, prego.  
A.B.: Grazie, signor Presidente. Senta, lei ha una casa giù a...?  
I.L.: Al mare, sì.  
A.B.: Al mare. E ci va quando?  
I.L.: Tutte le domeniche, tutti i sabati e torno tutte le domeniche, fino almeno a ottobre-novembre, durante la stagione estiva.  
A.B.: Senta, quel giorno era partito la mattina?  
I.L.: No, ero partito il sabato, come al solito.  
A.B.: La strada era regolare? La superstrada era regolare?  
I.L.: Il ritorno, quando ho fatto il ritorno, appunto, nell'ultimo pezzo, quello che ho notato e tutto, era tutto regolare con pochissimo traffico.  
A.B.: Dico, la strada era bella libera in andata e in ritorno?  
I.L.: L'andata, non ci avevo nessun motivo di notare se ci fossero state delle cose. L'unica cosa che ricordo è che l'ultimo pezzo, cioè da San Casciano all'uscita di Firenze, era completamente libero, non c'era...  
A.B.: Lei ha fatto la Superstrada da Firenze a Siena.  
I.L.: Il giorno prima, sì.  
A.B.: E poi da Siena fino a. . .  
I.L.: Fino a Grosseto, Santo Stefano.  
A.B.: Benissimo. Senta, lei ha detto anche che lei ricorda questo giorno come un giorno di settembre, perché normalmente di settembre non porta la famiglia al mare.  
I.L.: Non sempre.  
A.B.: Non sempre.  
I.L.: Perché a settembre si rimettono dentro tutti gli attrezzi, la barca, si guarda un po' di sistemare.  
A.B.: Lei ha figli piccoli.
 I.L.: Sì. No, erano a quell'epoca, sì. Adesso il più piccolo ha 26 anni.  
A.B.: Aveva scuola il ragazzo?
I.L.: Sì, facevano le scuole, andavano a scuola.  
A.B.: Quindi fino a che la scuola non apriva...?
I.L.: Finché la scuola non apriva, loro erano con me la maggior parte delle volte.  
A.B.: Venivano con lei, no? in genere.  
I.L.: Sì, tutti e tre i...  
A.B.: Venivano anche il sabato, la domenica.
I.L.: Tutti e tre i figlioli, sabato e domenica.
 A.B.: Tutti e tre venivano con lei.  
I.L.: Durante la stagione estiva. Poi settembre, ottobre, invece, magari andavo con altri amici.  
A.B.: Quindi, praticamente, i figli vengono con lei, venivano con lei normalmente la stagione estiva, qualche volta, evidentemente, qualche giorno...  
I.L.: Qualche altra volta può essere accaduto.  
A.B.: Oltre ad agosto. Fino a che la scuola non comincia.  
I.L.: Di solito. Quando erano piccini, sì. Adesso, non so se per quel giorno era per la scuola o perché oramai erano grandicelli e...  
A.B.: Oh, lei ha detto che aveva molti clienti – ha molti clienti, no?  
I.L.: Molti clienti?  
A.B.: Ha molti clienti lei?
I.L.: Al negozio?  
A.B.: Sì.  
I.L.: Sì.  
A.B.: Ecco. E alcuni clienti anche poliziotti, con i quali aveva parlato.  
I.L.: Sì, sì.  
A.B.: Quando ha parlato? Recentemente o a suo tempo?  
I.L.: No, no. Ho parlato a suo tempo.  
A.B.: Parlò a suo tempo.  
I.L.: Cioè all'epoca in cui loro cercavano il Vinci.  
A.B.: Quando cercavano il Vinci. Senta, lei parlò a suo tempo e pare che questa identificazione della persona, della persona che secondo lei poteva essere quello che vide alla televisione, va bene?
I.L.: Sì.  
A.B.: Lei questa identificazione la fece dopo avere parlato con dei suoi amici. Cioè dopo avere riferito loro i tratti somatici di questa persona.  
I.L.: Sì.  
A.B.: Tant'è che lei dice, ha detto poc'anzi: 'Io ne parlavo con loro, e loro confermavano questo particolare, che cioè questa persona, i caratteri che io avevo indicato di questa persona, potevano essere attribuibili a quella che avevano visto alla televisione. Cioè al Pacciani'.  
I.L.: No, no, no, assolutamente.  
A.B.: Io non ho capito, mi pare che...  
I.L.: Allora, quando io, dopo la domenica, due tre giorni dopo, sono venuto a sapere che da queste parti dove per caso io passavo proprio quel giorno, è successo quel fatto. E questa faccenda mi è rimasta un pochino impressa. E ne ho parlato ad alcuni amici, frequentatori del negozio, abituali amici, compagni di pesca, oltre che in casa, che io avevo visto tutta un'altra persona rispetto a quella che, a quel momento, diciamo, le Forze di Polizia cercavano. Assolutamente diversa. Però questa era una cosa, diciamo, mia: non c'era nessun motivo per cui io dovessi andare a dire... Sì, ho visto una persona diversa, ma non sapevo chi fosse, non sapevo cosa facesse, e tutto il resto. E a quell'epoca, appunto, adesso non so se la settimana stessa o quindici o un mese dopo, parlando con alcuni clienti del negozio, che poi sono... erano dei Carabinieri, della Polizia, ma così, parlando, dice: 'Guarda, per me siete fuori strada con il Vinci, per il semplice fatto che io ho visto una persona sudatissima, a quell'ora di notte', settembre, mezzanotte, faceva anche freddino', che non era assolutamente quello che state cercando voi'. Ma il discorso finiva lì. Cioè, perché di Pacciani se ne è parlato tre, quattro, cinque anni dopo, sei anni dopo.  
A.B.: Oh. Quindi, quando se ne è parlato del Pacciani, lei ne ha parlato con degli amici suoi?  
I.L.: No, a questo punto...  
A.B.: O ne ha parlato prima?  
I.L.: A questo punto sono stati gli amici, o almeno qualcuno...  
A.B.: Oh, ecco, sono stati gli amici.  
I.L.: È stato qualcuno di questi, dice: 'Guarda, avevi ragione, perché...'.  
A.B.: Avevi ragione.  
I.L.: 'Avevi ragione, perché le descrizioni che hai dato...'.  
A.B.: Quindi i suoi amici si convincono che poteva non essere il Vinci e poteva essere un'altra persona, e ne parlano con lei. Giusto?  
I.L.: Mah, non è che se ne parla. Insomma...  
A.B.: No, o ne parlano o non ne parlano.  
I.L.: ... non era argomento importante.  
A.B.: Non era un'argo... Però per lei...  
I.L.: Cioè no, qualcuno mi ha voluto dire che la descrizione che avevo dato io alcuni giorni dopo il fatto di questa persona corrispondeva a quella persona che loro hanno visto in televisione sei anni dopo, cinque anni dopo, quattro anni dopo. Chiuso.  
A.B.: Questo qualcuno che glielo ha detto, cioè questo amico o questi amici... 
I.L.: Sì.  
A.B.: Erano amici normali o erano anche poliziotti?  
I.L.: No, questi erano amici nostri normali, di famiglia.  
A.B.: Di famiglia.  
I.L.: Dove c'era più dialogo.  
A.B.: Dove c'era?  
I.L.: Più dialogo.  
A.B.: Più dialogo. Senta, lei poi ha detto un'altra cosa poc'anzi, che questa persona che lei vide sudato, le sembrava molto in linea, persona ben pulita, ben portante.  
I.L.: Senz'altro.  
A.B.: Cioè sembrava come un medico, un veterinario.  
I.L.: L'avevo preso per un dottore.  
A.B.: Cioè lei l'ha preso...
I.L.: Scambiato per un dottore.  
A.B.: Per un dottore, l'ha scambiato per un dottore.  
I.L.: Sì.  
A.B.: Che aveva delle caratteristiche anatomiche perlomeno del viso, in particolare questo naso aquilino - che assomigliava a quello che poi lei vide in televisione. Giusto?  
I.L.: Sì, non solamente il naso, ma proprio la robustezza della corporatura.  
A.B.: La robustezza. Oh, però lei vide o le fecero... Le hanno mai fatto vedere una fotografia del signor Pacciani nel 1985, '86, '87?  
I.L.: Sì, ho visto, andando a fare diciamo la dichiarazione che ho fatto la settimana scorsa, lì alla Squadra dell'Antimostro, mi hanno fatto vedere delle fotografie che in tutte riconoscevo il Pacciani, insomma.  
A.B.: In tutte lei riconosceva...?  
I.L.: In tutte riconoscevo il Pacciani, meno quelle dove era proprio ragazzino.  
A.B.: Ho capito. Ragazzino, quando aveva 15 anni.  
I.L.: Eh, appunto.  
A.B.: Lei ha visto anche quelle di 15 anni?  
I.L.: Mah, insomma li ce ne avevano attaccate diverse. Adesso non è che sappia…  
A.B.: Volevo sapere se lei ha visto qualcuna quando era giovanetto.  
I.L.: Beh, no. C'erano delle fotografie di carte di identità, per esempio, precedenti dove era difficile riconoscerlo - nelle vecchie fotografie di documenti, carte di identità. Mentre era più semplice riconoscerlo su quelle lì, fatte più recentemente.  
A.B.: Quelle di ora.  
I.L.: Non proprio ora, ma anche precedentemente.  
A.B.: Precedentemente quando?  
I.L.: Fatte... adesso non so l'anno, però c'era fotografato con le figlie; c'era una fotografia di lui, che era riconoscibilissimo, fatta anche recente...  
A.B.: Però la fotografia era fatta di fronte?  
I.L.: Era fatta di fronte. E poi ce n'era...  
A.B.: Ma lei di fronte non lo poteva vedere, no? O lo vedeva di schiena...  
I.L.: No, io l'ho visto di schiena e di profilo.  
A.B.: Di schiena. Oh, lei lo vide di schiena e vide questa macchina, che aveva questo colore, che era una macchina grande, a tre volumi, eccetera.  
I.L.: Grande, si.  
A.B.: Senta, poi lei... va be', ha ritenuto di intravedere questa persona e lei ha detto anche, almeno lo dice in questa dichiarazione - ma più che in questo l'ha detto stamattina - che a un certo punto si è sentito quasi in dovere come giustiziere della notte in questo caso...  
Presidente: Avvocato, non facciamo commenti.  
A.B.: Mi scusi, Presidente.  
Presidente: Questo non l'ha detto affatto.
A.B.: No. Ora non sono... lei disse, ora, ha detto poc'anzi...  
Presidente: Giustiziere della notte lo dice lei.  
P.M.: "Giustiziere della notte" può mettere in difficoltà il teste. Presidente, mi sembra proprio che non sia il caso.  
A.B.: Giustiziere non mette mai in difficoltà nessuno.  
P.M.: Della notte, addirittura.  
Presidente: Lasciamo stare i commenti.  
A.B.: Era di notte.  
Presidente: Avvocato, già lei si è…  
A.B.: Ho già...  
P.M.: Allargato abbastanza.  
Presidente: Se lo ricorda, eh? Non glielo devo ricordare io.  
A.B.: No, no. Grazie, Presidente. Mi scusi.  
Presidente: Lo dico nel suo interesse.  
A.B.: Certo, ecco, lo so, grazie. Senta, ora sono sulla strada giusta, e quindi lei non si dà carico di andare a dire...  
I.L.: Esatto.  
A.B.: Quando invece vede che qualcosa non torna...  
I.L.: No, una cosa non torna.  
A.B.: Quello che ha detto lui.  
I.L.: Quello che... l'unico cosa che avevo visto io, che il teste a mezzanotte era in quel punto che ho detto io. Chiuso.  
A.B.: Oh, va bene. Però...  
P.M.: Ne è sicuro?  
I.L.: Assolutamente sicuro.  
A.B.: Sicuro che era quella pers...  
I.L.: A meno che non abbia un gemello, ma proprio…  
A.B.: O un gemello. Senta, lei però ha visto anche, ha detto di aver visto anche addirittura le braccia di questo signore.
 I.L.: Sì, senz'altro.  
A.B.: Le braccia. Lei ha visto le braccia con i peli.  
I.L.: Con molti peli.  
A.B.: Con molti peli.  
I.L.: Molti peli, cioè più dei miei. Io ce l'ho, per insomma, non sono...  
A.B.: Ce l'ho anch'io i peli. Molti peli.  
I.L.: Cioè, molti peli: era più peloso di me.  
A.B.: Più peloso.  
I.L.: Braccia grosse.  
A.B.: Con molti peli.  
I.L.: E bianchi.  
A.B.: Peli bianchi, ho capito.  
P.M.: Dieci anni fa.  
A.B.: Dieci anni fa aveva i peli bianchi. Senta, va bene, ha visto molti peli dentro la macchina, quindi...  
I.L.: Mentre guidava.  
A.B.: E guidava...  
I.L.: Maniche corte, camicia bianca.  
A.B.: Maniche corte.  
P.M.: Quindi braccia nude.  
I.L.: Braccia nude.  
A.B.: Senta, lei, mi scusi, eh? Io vorrei capire in quale zona da San Casciano verso Firenze lei ebbe a sorpassare questo signore.  
I.L.: Ho detto, dove subentra una stradina, una strada che viene...  
A.B.: Dalla destra.  
I.L.: Eh, io spalle a Siena, sto venendo, praticamente.  
A.B.: Quindi lei...
I.L.: Ho lasciato l'ultima possibilità di uscire a San Casciano; cioè debbo arrivare per forza a Firenze.  
A.B.: Certo.
 I.L.: Adesso, circa a metà strada, non so quanto tempo, c'è una strada che poi sale dalla destra, e sale sulla superstrada. Conosco questa strada perché...  
Presidente: Scusi tanto, ma è la rampa di immissione nella superstrada?  
I.L.: La rampa di immissione alla superstrada.  
P.M.: Più chiaro di così.  
A.B.: Sì, ma la domanda era un'altra, Presidente, scusi. Dopo, da San Casciano a Firenze, ci sono... c'è una strada che anche ci sono delle curve, o no?  
I.L.: Delle curve, dei rettilinei, una galleria.  
A.B.: Oh.  
I.L.: Oramai le conosco bene.  
A.B.: Curve, galleria. E lei sorpassò questa macchina e la tenne per parecchio tempo a bada? Insomma, l'ha guardata, no?  
I.L.: Sì, per cercare di vedere se si girava a guardare.  
A.B.: Lei, con un occhio guardava il...
I.L.: No, la strada non la guardavo neanche, guardavo con tutti e due gli occhi dentro.  
A.B.: Ah.  
I.L.: Per il semplice fatto, ripeto, non c'era traffico, la doppia corsia...
A.B.: E non guardava la strada.  
P.M.: Era chiusa, una delle due corsie.  
A.B.: No, basta, Presidente.  
I.L.: Cioè, guardavo la strada... adocchiavo, ma visto che davanti c'è centinaia di metri liberi.  
A.B.: Perché la corsia era libera.
 I.L.: Era libera.  
A.B.: Dall'una e dall'altra parte.  
I.L.: Io ricordo che, appunto, è una delle poche volte che non c'era traffico.  
A.B.: Non c'era traffico e non c'erano interruzioni di sorta.  
P.M.: Era chiusa, per questo non c'era traffico.  
A.B.: Per cortesia...  
I.L.: Nell'ultimo pezzo che ho visto io, assolutamente no. L'unico pezzo che ricordo bene, cioè da San Casciano a Firenze, non c'erano punte interruzioni. 
A.B.: Grazie. Non ho altre da domandarle.  
P.M.: Fra San Casciano e Firenze non c'erano interruzioni.  
I.L.: Tra San Casciano e Firenze, no.  
P.M.: Nella direzione sua, cioè.  
I.L.: Nella direzione Firenze. Io nell'altra non lo so.  
P.M.: Bene, grazie, nessuna domanda.  
A.B.: No, scusi, abbia pazienza, scusi, eh. No, abbia pazienza, l'ha detto prima: lei da Firenze era venuto la mattina.  
I.L.: La matti... il giorno precedente.  
A.B.: E la strada...  
I.L.: E non mi ricordo se c'erano interruzioni.  
A.B.: Se lo deve ricordare, ora, la strada. Come si ricorda questo, deve ricordare il resto. E la strada era libera oppure no?  
I.L.: Il giorno prima?  
A.B.: Sì.
 I.L.: Beh, io...  
Presidente: Sabato mattina, a che ora partì lei da Fi... chi partiva da Firenze? 
I.L.: Mah, normalmente parto verso le 9.00-9.30 del mattino.  
A.B.: Normalmente, quindi manco lo sa. Va bene.  
I.L.: Verso le nove, nove e mezzo del mattino. L'avevo fatta di giorno, però assolutamente non ricordo se, spalle a Firenze, andando verso San Casciano, ci fossero state delle interruzioni, assolutamente.  
A.B.: Lei non lo ricorda.  
I.L.: Cioè non avevo nessun motivo per notarlo.  
A.B.: Per notarlo, certo. Però lei non ricorda neppure oggi che tipo di macchina avesse quel giorno.  
I.L.: No, io ricordo che era una macchina scura a tre volumi.  
A.B.: No, la macchina sua.  
I.L.: Ah, la mia? Perché, ripeto, io in quel periodo tra me, mia moglie e figli, avevamo tre macchine. Non ricordo in questo momento; penso sia stata la Citroen.  
A.B.: Pensa.  
I.L.: Penso sia stata la Citroen.  
A.B.: Però prima ha detto che era la campagnola.  
I.L.: Però potrebbe anche essere la campagnola.  
A.B.: Ho capito, grazie.  
I.L.: Cioè non ricordo quale delle due o quale delle tre fosse stata quel giorno. 
A.B.: Grazie, grazie.  
P.M.: Nessuna domanda il P.M.
Segue...

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