martedì 27 marzo 2012

Mauro Maurri - Deposizione del 26 aprile 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte

Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili.

M.M.: Per quanto mi ricordo la ragazza fu colpita tre volte con arma da fuoco, e tutte tre le volte in corrispondenza di un arto, arto superiore, mi sembra il destro. Nessuna di queste ferite d'arma da fuoco risultò mortale proprio perché aveva interessato strutture periferiche non vitali, quindi muscoli e ossa.
P.M.: In che zona? In che zona erano? Ciò per ora abbiamo questo dato: la ragazza con l‘arma da fuoco viene colpita in parti periferiche non mortali.
M.M.: Sì, arto superiore destro.
P.M.: Tutte all'arto superiore destro.
M.M.: Per quanto mi ricordo direi di sì. La faccia esterna dell'arto superiore destro.
P.M.: Bene.
M.M.: Mentre invece, ecco, i colpi d'arma bianca erano molto numerosi. Non mi ricordo esattamente quanti, ma alcune decine.
P.M.: Nel documento parlate di 96.
M.M.: Se l'abbiamo scritto, allora probabilmente mi rifò a quello, non ho nessun motivo per dubitare del...
P.M.: Effettivamente sono tante. Ce ne vuole un attimo fa capire?
M.M.: Sì.
P.M.: 3 da fuoco e 96 da arma bianca.
M.M.: Sì, eh...
P.M.: Hanno una localizzazione, una diversa caratterizzazione?
M.M.: Ecco, credo che quelle da arma bianca bisognerà suddividerle in ferite inferte in vita e ferite inferte post mortem.
P.M.: Anche per il P.M. è molto importante, vediamo se riesce a farlo capire alla corte e a noi.
M.M.: Le ferite inferte in vita non mi sembra che fossero particolarmente numerose, forse 4/5 poco più. Però raggruppate in una zona molto limitata e importante del torace, al livello dell'emitorace ministro, con conseguente penetrazione all'interno del cavo toracico e ferite, anche in questo caso, del cuore. Quindi quelle mortali sono raggruppate in una zona abbastanza ristretta, e tutte insieme, l'una accanto all'altra. Quelle post mortali, e le abbiamo giudicate post mortali con gli stessi caratteri con cui abbiamo giudicato post mortali quelle del cadavere maschile, erano un po' sparse su tutto il tronco. In particolare però erano raggruppate a livello addominale, diciamo nella regione intorno al pube, metà inferiore dell'addome, alla regione inguinale e alla regione peripubica.
P.M.: Senta professore, c'erano delle ferite al volto? Lei le ricorda? Poi vediamo le foto.
M.M.: Mi sembra di no, ma non sono sicuro.
P.M.: Perché a questo proposito nell'elaborato, quello conclusivo, ci sono delle considerazioni che se lei ricordasse sarebbe più opportuno... cioè che quelle al volto - glielo dico subito - nell'elaborato sono in vita; le altre, a parte le tre, quelle che lei ha localizzato, sono tutte post mortem o comunque in un momento in cui non... e questo nell'elaborato dite: si vede bene dal sangue che cola dalle ferite al viso, e le altre invece sono tutte...
M.M.: Post mortem.
P.M.: Da quello che dite. Poi vedremo le foto. Cioè lei questo ricordo del fatto, piuttosto anomalo a una lettura nostra in questo momento, lei ci ha detto: ci sono ferite a un arto destro con la pistola, che non sono mortali. Poi andiamo la dinamica. Ma sembra di capire, da quello che ci ha detto lei, che non essendo mortali, la ragazza chi la deve ammazzare deve ancora cominciare la tremenda opera, diciamo, no?
M.M.: Certo.
P.M.: Quindi questa opera, se il dato che poi emerge sono ferite sanguinanti al volto, sembra che questa opera per ammazzare è anche rivolta al volto. Ora vediamolo nelle foto. Sicuramente delle 96, poi voi le descrivete, lo vedremo meglio vedendo la figura, poi la orienterà ancora meglio sul discorso addome, seno, eccetera. Ma queste ferite al volto che sangui… Al lei non le dice nulla? Se non vede le foto non riesce a memorizzare.
M.M.: No.
P.M.: Cioè, a noi interessa vedere nella ricostruzione com'è possibile che sia stato scritto che le ferite per ammazzare, ecco diciamo, mentre la ragazza era in vita, siccome quelle al braccio non hanno avuto alcun effetto ai fini che l'autore si proponeva, e quelle importanti in vita, mentre la ragazza è in vita, sono sicuramente alcune al volto. Tant'è che ci sono delle foto al volto sanguinanti. Questo riguarda un po' la dinamica, se il dato è vero.
M.M.: Certo.
P.M.: Cioè sembra che chi ha colpito per ammazzare ha colpito anche al volto. Lo ricorda lei questo?
M.M.: Diciamo questo punto ripeto, non mi ricordo il particolare delle ferite al volto, e me ne scuso.
Presidente: Non riprendiamo queste immagini, eh? Mi raccomando.
M.M.: Però se c'erano le ferite al volto, diciamo questo...
P.M.: Aspettiamo un attimo ecco, un secondo. Prego.
M.M.: Ho l'impressione che l'azione lesiva nei confronti della ragazza sia cominciata con la pistola, che quindi lei sia stata inizialmente bersaglio dei colpi di arma da fuoco che non hanno avuto il risultato che presumibilmente ci si aspettava.
P.M.: Questa è, scusi, una deduzione che lei fa?
M.M.: Sissignore.
P.M.: Come deduzione può, fa anche una... questi tre colpi sono successivi ai cinque all'uomo? O non ha niente da dire? La possiamo fare da noi, ma insomma se lei... oppure la fa la perizia che avete fatto.
M.M.: Questo non glielo so dire con sicurezza. Ma tornando alla ragazza, volevo dire che, essendo stata ferita, ma non mortalmente, non gravemente...
P.M.: A questo braccio.
M.M.: ... dai tre colpi, era sicuramente in grado di muoversi, di difendersi, di agitarsi. Forse ha compiuto un tentativo istintivo di mettersi a sedere nell'interno della macchina, e quindi portando in avanti la faccia. Ed ecco che la faccia potrebbe essere...
P.M.: Se è così.
M.M.: Se è così, potrebbe essere diventata un bersaglio, certo di non primaria importanza, forse casuale. Forse casuale.
P.M.: Al volto.
M.M.: Perché è chiaro che le ferite alla faccia...
P.M.: A meno che uno non abbia buone conoscenze di dove scorrono...
M.M.: Però lei mi ha parlato di faccia, non di collo.
P.M.: Eh, appunto.
M.M.: Quindi una ferita anche alla faccia...
P.M.: Ora le vediamo, via. Forse è meglio, dato che il suo ricordo non è perfetto, vediamo.
M.M.: Ferite di incontro quindi, si dice.
P.M.: Ho capito. Vediamo se riusciamo a trovare innanzitutto delle ferite al volto. E inquadriamo quelle. Oppure facciamo un insieme, non c'è problema, lo vediamo dopo. Cominciamo dalla prima scusi, come non detto. Ma c'è al volto? Ecco, allora inquadriamo bene il volto. Mah, sembra un...
M.M.: Io vedo sul sopracciglio destro, all'estremo interno, una piccola zona arrossata. Ma non è sicuramente una ferita da punta e taglio. Ho l'impressione che sia un...
P.M.: Questa è invece evidente è una ferita in vita, comunque?
M.M.: Prego?
P.M.: Questa che invece è così evidente, diciamo alla zona mento-bocca, è sicuramente in vita?
M.M.: Questo sì, certo. Questo è uno squarcio discretamente ampio, direi in vita, e non è prodotta con meccanismo di infissione dell'arma, ma di strisciamento dell'arma. Quindi non è, esattamente parlando, una ferita da punta e taglio, ma solo da taglio. L'arma in questo caso non è stata infilata, non è stata premuta, è stata solo fatto scorrere sul acute e sui tessuti molli sottocutanei, e a prodotto questo squarcio. L'arma è sicuramente la stessa, ma con un meccanismo diverso: di strisciamento anziché di pressione.
Presidente: Quale direzione avrebbe, professore, questa ferita?
M.M.: Direi dovrebbe averla dall'angolo della mandibola, quindi sul cadavere da sinistra verso destra. È partita dall'angolo della mandibola, è arrivata al labbro inferiore.
P.M.: Bene. Vediamo sempre se riusciamo a fare qualche altra, mostrare qualche foto.
M.M.: Quindi ferite di arma bianca alla faccia non se ne vedono.
P.M.: Chiedo. Se è possibile trovarle.
Presidente: Diamo il numero della pagina.
P.M.: Sì, questa era... che pagina era? Chiedo scusa. 386, bene.
Presidente: 386.
P.M.: Sono foto, mi rendo conto, che non è semplice da vedere e da analizzare. Il caso che loro devono esaminare è questo, non possiamo fare diversamente. Ecco, qui ce n'è un'altra molto...
M.M.: Sì, anche questa.
P.M.: Ingrandiamo il volto, per cortesia. Ecco, perfetto.
M.M.: Direi che anche questa ha le stesse caratteristiche della precedente. Si vede bene che è una ferita, è proprio uno squarcio.
P.M.: In vita, professore?
M.M.: Direi di sì, anche se è poco sanguinante. Perché quella zona li non è particolarmente ricca di sangue; mentre la zona della bocca e delle guance lo è anche questa prodotta con un meccanismo di strisciamento dell'arma, non di infissione.
P.M.: Bene, allora vogliamo, detto questo sul volto e su questo tipo di ferite, torniamo un attimo alla prima foto del fascicolo. E andiamo per ordine per vedere se ritroviamo quelle ferite che ci ha detto lei, quelle mortali da arma bianca e quelle post mortem, che già da noi vediamo che sono tante. Però mi sembra che qui, al di là di una visione di insieme, non andiamo. Facciamo quella sotto, siamo alla pagina...
M.M.: Qui si ha un'idea abbastanza chiara del numero incredibile di queste ferite; però ecco, fra queste tutte insieme, non saprei differenziare quelle...
P.M.: Quelle mortali.
M.M.: Quelle mortali.
P.M.: Che noi dobbiamo riuscire a capire da lei com’è morta questa ragazza.
M.M.: Certo. Diciamo che però, ecco, quelle sono, se ci si ferma, si sposta un pochino così, se si vede quelle della mammella sinistra, alcuna di queste hanno un fondo - a sinistra, a sinistra - hanno un fondo... no, no, lì quella zona, ecco esattamente lì: mammella e regione Inter mammaria. Alcune di queste hanno un fondo di colorito decisamente rosso più scuro delle altre.
P.M.: Più profondo.
M.M.: Sì, più profonde e vitali, lì c'è ancora la circolazione integra. Quindi il sangue scorre di lì e colorisce il rosso scuro il fondo della ferita.
P.M.: Ecco.
M.M.: Le due ferite rispettivamente al di sopra e al di sotto di quello che ritengo sia un frammento di foglia.
P.M.: Sembra ci sia un segno verde.
M.M.: C'è una foglia, un frammento di foglia? Me lo sto chiedendo.
P.M.: O un segno fatto sulla foto? Io non lo so. Foglia non credo.
M.M.: Comunque quella al di sopra e quella al di sotto del segno verde sono vitali, così come sono vitali quasi sicuramente due di quelle proprio al di sotto della mammella. Posso indicarle io con la mano?
P.M.: Sì, sì, grazie. Se ci può aiutare.
M.M.: Questa e questa, e questi qui.
P.M.: Sono tutte vitali.
M.M.: Direi di sì.
P.M.: Ecco. Vogliamo andare avanti, se ne abbiamo altre? Diciamo la pagina, andiamo quella in alto, per cortesia, ecco. Qui sembra di vedere quelle post mortem, sono tutte poco sanguificate.
M.M.: Sono tutte scarsamente sanguinanti.
P.M.: Riesce a darci un idea di quella, quell'indirizzo che lei ci ha fatto capire, intorno al ventre? Perché io, se non vedo male...
M.M.: Sì. Allora, al di sotto dell'ombelico...
P.M.: C'è un ragazzo della scorta che ha avuto qualche problema sulle foto. Vogliamo interrompere due minuti? Non so.
A.B.: Sì, certo.
Presidente: Prestategli soccorso, se necessario chiamiamo un medico. Sospendiamo l'udienza un minuto.
P.M.: Grazie, grazie.
A.S.F.: Il Maurri?
M.M.: Non un medico legale, non un medico legale.
Presidente: Se c'è un medico presente? Professor Maurri.
A.S.F.: C'è il professor Maurri.
Presidente: Meglio di lei.
- DOPO LA SOSPENSIONE –
Presidente: Possiamo continuare. L'imputato dov'è? Ah ecco, benissimo.
P.M.: Sta arrivando.
Presidente: Benissimo, possiamo continuare.
P.M.: Eravamo al punto in cui cercavamo di...
Presidente: Non inquadriamo queste foto, signori, eh? Bene.
P.M.: ... decifrare le foto d'arma bianca eseguite, come ci ha fatto capire il professor Maurri, post mortem.
Presidente: Ricordiamo il numero di pagina, per cortesia.
P.M.: Ecco, in alto a sinistra, 383.
Presidente: 383, benissimo.
P.M.: Per vedere di capire se possiamo trovare un modo di dare una direzione. Se non sbaglio lei ci aveva parlato di una linea concava verso l'alto e una convessa verso il pube, qualcosa del genere.
M.M.: Sì. Si vede bene, si vede discretamente...
P.M.: E qualcosa al seno. Vogliamo vedere questi elementi?
M.M.: Al seno, direi che sono raggruppate, così ravvicinate fra loro che forse un paragone geometrico anche approssimativo non mi sembra tanto probabile. Quelle all'addome sono più chiaramente visibili come disposizione geometrica.
P.M.: Vogliamo vederle?
M.M.: Se vogliamo vedere quelle dell'addome.
P.M.: Ecco vediamo queste, prima, concave.
M.M.: E prendiamo come punto di riferimento la zona ombelicale. Al di sotto dell'ombelico ce n'è una serie - 3,6,7 - disposte quasi sulla stessa linea longitudinale. Si vedono bene? Che hanno una lieve concavità verso l’alto.
Presidente: Hanno una lieve concavità verso l'alto, lei dice.
M.M.: In direzione...
presidente Certo.
M.M.: Mentre al di sotto ce n'è un numero un po' minore.
Presidente: Sopra il pube ce n'è un numero un po'...
M.M.: Hanno una lieve concavità verso il basso.
Presidente: Hanno una lieve concavità verso il basso, quelle sopra il pube.
M.M.: Sì.
Presidente: Lei ci può dire...?
P.M.: Ecco, e quelle, vedo ce ne sono alcune sulla coscia e addirittura... ora vediamo. Ne vediamo altre, per cortesia? Andiamo avanti. Poi le spiegazioni ce le facciamo dare dopo. Vediamo se questo dato delle due concavità ci... ecco permane, sembra, abbastanza. Vogliamo andare avanti? Ecco, qui forse si vede meglio.
Presidente: Si, dottor Canessa, io non so se si debba attribuire un significato preciso.
P.M.: No, noi il significato lo vediamo dopo, se facciamo una ricostruzione e ci riusciamo. Per ora continuiamo col dato di fatto, l'elemento obiettivo. Il significato, se c'è...
M.M.: Sì, è questo. E cioè che oltre ad aver colpito...
P.M.: Intorno al pube ci sono.
M.M.: Il torace, l'addome e la regione pubica, poi ce ne sono distribuite sulla faccia interna delle due cosce, con una leggera prevalenza sulla sinistra.
P.M.: Ecco però, professore, se lei mi consente, questo dato che io vedo da solo, chiedo a lei è così: sulle altre regioni sono un po' a caso, quelle che invece lei ci ha indicato sembrano un po' più continue. Questo dato lo possiamo... no?
M.M.: Sì.
P.M.: Eh? Sembrano un po' più una accanto all'altra, o no?
M.M.: Questo è vero.
P.M.: Cioè...
M.M.: C'è una certa regolarità topografica, di disposizione dice lei. Sì, questo è un dato di fatto - anche quelle sulla coscia sinistra - non c'è dubbio.
Presidente: Sono tutte post mortem, queste?
M.M.: Sì, vede presidente, non hanno una goccia di sangue. E anche i margini e il fondo delle ferite, per quanto siano numerose, sono gialle, assolutamente prive di sangue. Lì sangue non ne circola più, neanche nei capillari. Quindi è una morte che probabilmente è anche una morte risalente forse a qualche minuto, eh? Non sono state inferte immediatamente dopo.
P.M.: Ecco professore, nella perizia, quella stessa da Zuntini dice con voi, fa anche delle valutazioni sul perché sono post mortem. Dice addirittura: diversi minuti, lui dice 10. Fa una spiegazione. Lei la ricorda, la spiegazione che da?
M.M.: Sì. In termini di cronologia io sarei molto più vago. Diciamo che però, proprio per l'assenza totale di sangue che c'è in queste ferite, e specialmente mano a mano che si scende in senso cranio-caudale, mi fa indicare che la circolazione si è arrestata sempre più decisamente. E quindi un certo intervallo di tempo fra le ferite più alte e le ferite più basse - quelle delle cosce, per esempio - ci deve essere. Anche se non sono in grado di precisare se si tratti di poche decine di secondi o di qualche minuto, questo non sono in grado di dirlo.
P.M.: Nell'elaborato scritto parlate di 10 minuti – parla Zuntini, dicendo che l'ha fatto con voi -
Su questo lo ricorda il ragionamento? È il ragionamento del sedile imbrattato di sangue.
M.M.: Sì, sì.
P.M.: Lui dice: se è così imbrattato di sangue, non possono essere ferite quelle post mortem. Se è così imbrattato di sangue, vuol dire che la ragazza, ancora in vita, è stata tanto sul sedile...
M.M.: Ha giaciuto sul sedile.
P.M.: Per ridurre il sedile in quelle condizioni di imbrattamento vuol dire che l’ha tolta, per fargli le altre ferite, dopo un certo numero di minuti. Questo è il ragionamento.
M.M.: Sì, un certo numero di minuti mi va bene. Sul 10 sono un pochino più dubbioso.
P.M.: Ecco, benissimo. Comunque è un discorso di questo genere.
M.M.: Sì, sì.
P.M.: Senta, per la possibilità di dare oggettivamente delle caratteristiche al coltello, da quelle ferite cosa possiamo dire? E da quelle che lei poi ha visto nella sezione.
M.M.: Direi questo: che è un coltello monotagliente, cioè con una costola da una parte e un filo dall'altra.
P.M.: Questo si vede bene dai...
M.M.: Questo si vede bene perché...
P.M.: Ce lo può spiegare, anche ai periti, perché è monotagliente?
M.M.: Sì, sì, se si avvicina un pochino si vede bene.
Presidente: sì, si vede bene che c'è un apice.
M.M.: La parte superiore ha un angolo acuto.
Presidente: La parte superiore ha un angolo acuto.
M.M.: La parte inferiore una piccola base.
Presidente: La parte inferiore una piccola base.
M.M.: Questa è la costola…
Presidente: Quello è il tagliente, quell'altra là...
P.M.: Quindi non è un pugnale, è un monotagliente.
M.M.: È un monotagliente.
P.M.: Bene.
Presidente: È un coltello monotagliente.
M.M.: Sì. Potrebbe essere un pugnale mono... è un monotagliente.
P.M.: È un mono... si, si, un pugnale, ma... Ha ragione lei, chiedo scusa.
M.M.: La larghezza della lama può corrispondere all’incirca alla larghezza delle ferite
P.M.: Grosso modo, quindi?
Presidente (fuori microfono) Un paio di millimetri.
M.M.: 3/4 centimetri.
P.M.: La lunghezza?
M.M.: No, la lunghezza è impossibile.
P.M.: Non si può capire, non si può determinare.
M.M.: Prima di tutto perché non sappiamo se il coltello è stato affondato fino all'impugnatura o meno.
P.M.: Sì, sì, no da quelle più profonde chiedevo se l'avete...
M.M.: No. Poi perché quando si colpiscono con un'arma bianca tessuti molli, quindi non ossei, la violenza con cui si infigge l'arma fa sì che i tessuti molli si schiacciano, si comprimono fra loro. Quindi la lunghezza del tramite è sempre maggiore della lunghezza effettiva dell'arma, e quindi non è calcolabile. È solo ipotizzabile così.
P.M.: Bene, vogliamo intanto andare avanti con le foto? Poi vediamo...
Presidente: Vogliamo domandare, se si può domandarlo ora, al professore...
P.M.: Sì, sì io non ho problemi.
Presidente: Queste...
P.M.: Rimaniamo su questa, poi.
Presidente: Questi colpi sono stati vibrati sempre stando in una stessa posizione, da parte di questo signore?
M.M.: Sta parlando dei colpi d'arma bianca?
Presidente: Da arma bianca.
M.M.:
Presidente: Difficile dirlo.
M.M.: Difficile dirlo. Non è impossibile, ma non è impossibile neanche l'ipotesi contraria, che si sia mosso, che sia per esempio passato dall'un fianco del cadavere all'altro fianco. Però anche quelle della coscia è possibile siano state inferte rimanendo sempre nella stessa posizione. Non ho elementi per dire né l'una cosa né l'altra.
P.M.: La mia domanda, presidente era questa, gliel'avrei fatta dopo: ma è fatto, sono più corrispondenti a una situazione in cui il cadavere è disteso fuori dalla macchina? Questo si può dire? O sono inferte con il cadavere sulla macchina? Noi sappiamo che l'abbiamo trovato fuori, disteso. Queste ferite sono più compatibili con un'azione cadavere sdraiato, dal momento che non sono in vita; o compatibili anche con una situazione in cui il cadavere è ancora sulla macchina, e l'autore si muove sopra?
M.M.: Credo che sia più compatibile con la posizione di un cadavere supino, fuori della macchina.
P.M.: Già fuori della macchina.
M.M.: Regolarmente disteso per terra. Perché sono tutte di una estrema regolarità.
P.M.: Quindi il discorso che è andato prima a destra, prima sinistra, una volta che...
M.M.: Certo.
P.M.: Era questo che la mia domanda. Vogliamo andare avanti, sulla foto sotto. È quella del volto, andiamo avanti, non ci interessa, l'abbiamo già vista. Qualcosa relativo a ferite al seno? Ci dice nulla?
A.B.: Ci sono quei buchi là, sono tutti d'arma da fuoco?
P.M.: Ora si trattava di...
M.M.: I due puntolini... no, queste sono tutte d'arma bianca. Nella foto precedente.
P.M.: Quelle sotto, ecco quelle.
M.M.: Sì queste. Queste sono ferite da arma da fuoco.
P.M.: Sono fori d'entrata.
M.M.: Sono fori d'entrata. Può darsi che siano, ma questo non me lo ricordo purtroppo.
A.B.: Da arma da fuoco.
M.M.: Arma da fuoco sì, ma non vorrei che fossero queste quelle entrate nel braccio, uscite dal braccio e...
A.B.: Può darsi.
P.M.: Vabbè, lo leggiamo nell'elaborato. Ora lo guarda.
M.M.: Sì.
P.M.: Andiamo avanti.
M.M.: Questa è poco chiara.
P.M.: Sono quelle sul braccio, se non sbaglio.
M.M.: Sì. Potrebbe essere una ferita d'arma da fuoco non completamente perpendicolare, forse un po’ obliqua.
P.M.: Andiamo ancora avanti.
M.M.: Ma nell'elaborato dovrebbe essere stato indicato con precisione.
Presidente: Pagina? Diamo il numero della pagina, sempre.
P.M.: La pagina è la 387
Presidente: 387.
A.B.: Ce n'è una dietro. Chiedo scusa, presidente, si vede, ecco, un foro di entrata credo.
M.M.: Sono i due che si è visto dianzi, no? Sulla destra. Eccoli lì. I forellini più piccoli che si vedono intorno sono, probabilmente, da frammenti di vetro.
A.B.: Si è spaccato uno dei proiettili in tre.
M.M.: Eh, ma questi sono molto più numerosi. Direi che sono da frammenti di vetro se, come mi sembra di ricordare, è stato infranto il vetro laterale.
P.M.: Poi vediamo, sinistro.
M.M.: Ecco, i frammenti... il sinistro.
P.M.: Sì, ma guardi, professore, che qui sulla dinamica poi ci dobbiamo arrivare. Perché nella relazione voi date atto, e questo è importante anche per la corte, che i vetri, il vetro laterale sinistro è si rotto, ma i vetri sono in esterno.
M.M.: Sì.
P.M.: Cioè voi ipotizzate che ha sparato dallo sportello destro – aperto - verso i due che erano dentro. Un colpo non ha colpito nessuno, ha rotto il vetro dall'interno verso l'esterno e i vetri sono caduti fuori.
M.M.: Ha attraversato la macchina colpendo il vetro all'uscita.
P.M.: Così dite nella relazione.
M.M.: Sì, è possibile.
P.M.: E così date atto che erano i vetri, anche se invece nel sopralluogo dei carabinieri questo dato è un po' più sfumato. Non ricorda questo?
M.M.: Sì.
P.M.: Questi però sono accertamenti e discorsi che le ha fatto il colonnello Zuntini.
M.M.: Sì.
P.M.: Perché lei ha detto non è andato sul posto.
M.M.: Sì, mi ricordo questo particolare, è scritto nella perizia balistica.
P.M.: È scritto molto chiaramente. C'è tutta una lunga spiegazione sui bossoli. Poi non abbiamo il colonnello Zuntini, dobbiamo farla, accontentarci dell’elaborato e valutarlo poi quando sarà il momento. Vogliamo andare avanti, se c'è qualche altra foto che ci interessa o che ci può servire? Sono quelle dell'uomo, non ce ne sono altre. Smetterei con le foto. Proverei, professore, a questo punto, con questi dati - ferite, lo sportello destro aperto, il sinistro chiuso con sicura e con un vetro rotto dall'interno verso l'esterno - se possiamo, sulla base delle ferite e su quello che avete scritto, se lei lo ricorda, sennò noi ci accontentiamo di vedere l'elaborato e di criticarlo se c'è da criticarlo oppure prenderne atto, se è possibile dare una qualche ricostruzione sulla dinamica. Abbiamo capito - lo focalizzo per me, ma perché se questi sono punti fermi, gradirei ricordarli - che il ragazzo fu prima colpito con arma da sparo, ucciso e poi due colpi arma bianca. La ragazza l'inverso: i colpi di arma da fuoco – 3 - non uccidono, anzi non fanno quasi nulla perché sono sulla destra al di là dell'allarme e del dolore, se c'è stato; i colpi che hanno ucciso devastante che sappiamo tutti il resto arma bianca successiva. Quindi la sintesi è: l'uomo ucciso con l'arma e successivamente - non sapremo mai quando - aggredito con l'arma bianca. La donna colpita con tre colpi di arma da fuoco, uccisa con l'arma bianca e successivamente con l'arma bianca altre ferite. Questa è la ricostruzione che lei ci fa. Ora riesce a ipotizzare, se l'ha fatto, con dati obiettivi una dinamica - lei e il colonnello Zuntini - o ci fermiamo qua?
M.M.: Direi che si può tentare una ricostruzione della dinamica dei fatti.
P.M.: Proviamo, grazie.
M.M.: La prima cosa da prendere in considerazione è questa che i colpi d'arma da fuoco sul cadavere dell'uomo, come si è già detto e per quanto era possibile vedere anche sulla ragazza, provenivano tutti dalla destra della macchina, dal lato destro della macchina.
P.M.: Lo sportello che noi sappiamo aperto?
M.M.: Quello accanto al posto di guida, tanto per intendersi.
P.M.: Bene.
M.M.: Che era aperto e tornerebbe il fatto che non è stato infranto, quindi lo sportello era aperto. I colpi sono stati...
P.M.: Era aperto o è stato aperto, insomma.
M.M.: Certo, certo.
P.M.: Chi ha sparato, ha sparato dopo che era aperto.
M.M.: Ha sparato non attraverso il vetro.
P.M.: Bene.
M.M.: E ha colpito quindi le due persone dalla destra sulla macchina verso la sinistra. Vista la direzione dei colpi d'arma da fuoco quasi perpendicolare all'asse maggiore del corpo o con una lieve obliquità, se ne deve dedurre che i due corpi fossero in posizione distesa.
P.M.: Entrambi.
M.M.: O quasi completamente distesa. Non certo a sedere. Quindi entrambi distesi e siccome l'uomo è stato colpito sul proprio lato destro, no scusatemi, la donna è stata colpita sul proprio lato destro e l'uomo è stato colpito sul lato sinistro se ne dovrebbe dedurre che la donna era in posizione supina e l'uomo in posizione prona.
P.M.: Lui sopra lei.
M.M.: Presumibilmente così.
P.M.: Perfetto.
M.M.: Non so dire altro della posizione precisa.
P.M.: Bene. Io non ho altre domande Presidente

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