lunedì 26 marzo 2012

Mauro Maurri - Deposizione del 26 aprile 1994 - Prima parte

 

 

Il professor Mauro Maurri fu ascoltato il 26 aprile 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili.

Presidente: Adesso chi sentiamo?
P.M.: Io chiedo di sentire il professor Maurri che fece l'esame autoptico.
A.B.: Ecco, signor pubblico ministero, il professor Maurri solo su questo episodio?
P.M.: Solo su questo episodio. Sì, perché andrà...
A.B.: Lo risentiremo poi.
P.M.: Esatto.
Presidente: Sì, ci sono alcuni testi e periti che verranno richiamati, chiaramente.
P.M.: Non abbiamo altro modo, se scegliamo - come almeno il P.M. ha scelto e non ha avuto opposizioni - il criterio cronologico, che forse per praticità...
Presidente: Ma sì, è il migliore, credo. Professore prego, si accomodi. Vogliamo sistemare però la seggiola laggiù, col microfono? Ecco, laggiù deve essere, non troppo vicina, poi sì... magari anche lateralmente, un pochino più in qua. Il microfono. Ecco, in modo... leggermente più la si può? Così, sì bene. Attenzione a non cascare di sotto però, eh? Più in qua, è troppo... bene professore, vogliamo... per cortesia, venga un po' più in qua.
M.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Prego, vuole rispondere? Anzi, le generalità prima per cortesia.
M.M.: Mauro Maurri, nato a Firenze, 22/12...
Presidente: Io sento squillare telefonini. Signori, i telefonini vanno spenti!
M.M.: 22/12/27, residente presso l'istituto medicina legale.
Presidente: Professore, vuole rispondere alle domande del pubblico ministero per cortesia?
M.M.: Sissignore.
P.M.: Professore, ci può spiegare qual è la sua professione, quali incarichi ebbe e svolse in relazione al rinvenimento dei due cadaveri del 1974, nel settembre?
M.M.: Io sono medico legale. A quell'epoca ero assistente di ruolo presso l'istituto. Ebbi l'incarico dal magistrato di turno di procedere a esami esterni e necroscopia dei due cadaveri, insieme al professor Marello .
P.M.: In due, quindi.
M.M.: Sì.
P.M.: Andaste sul posto o avete visto i cadaveri solo all'istituto?
M.M.: : I cadaveri li abbiamo visti solo all'istituto.
P.M.: Solo in istituto.
M.M.: Non mi ricordo, ecco, non sono sicuro di questo, perché sono passati tanti anni, che si sia fatto un sopralluogo con i cadaveri ancora in loco.
P.M.: Negli atti non risulta, comunque.
M.M.: Mi sembra di no.
P.M.: Potrebbe essere un particolare...
M.M.: Mi sembra di no.
P.M.: Quindi lei i cadaveri li ha visti quando entrambi erano sui tavoli all'Istituto di medicina legale.
M.M.: Sissignore.
P.M.: Quindi lei ha prima fatto un’esame esterno di entrambi e poi avete fatto l'autopsia di entrambi.
M.M.: Sissignore.
P.M.: E poi avete risposto, oltre all'esame autoptico, anche a delle domande sulla dinamica del comportamento dell'autore? O vi siete limitati a rispondere a quesiti concernenti l'esame autoptico, e quindi i colpi inferti? Cioè avete fatto un'ipotesi, come a volte capita, che si fa dando incarico al perito di questo, di ricostruire la dinamica dell'aggressione, o no?
M.M.: Sì, ma molto parzialmente e marginalmente. In realtà noi avevamo avuto l'incarico di rispondere ai quesiti relativi all'epoca, alla causa della morte, al meccanismo della morte stessa, posizione delle due persone, eventuali movimenti. Ma non in particolare in riferimento a colui che ha sparato e a colui che ha maneggiato poi l'arma bianca.
P.M.: Senta una cosa, professore, negli atti del dibattimento c'è invece una dettagliatissima perizia balistica, fatta dal colonnello Zuntini, ora deceduto, quindi non può venire qua a darci chiarimenti che mancano. Il quale colonnello Zuntini - è agli atti del dibattimento – dando atto, dice lui, in due elaborati, uno fatto nei primi giorni per il P.M. e uno che è quello definitivo della perizia, che lui, Zuntini, in accordo e in unione a lei e al professor Marello, avrebbe fatto un esame comparativo fra bossoli, luoghi e ferite, che ha consentito a lui colonnello Zuntini, in unione a risultanze che avrebbe avuto con voi, di ricostruire la dinamica. Questa dinamica e dettagliatamente e minuziosamente - non so quanto veritiera, ovviamente - riportata in questa perizia. Lei ha ricordo di questa attività fatta un po' congiuntamente? Cioè il colonnello Zuntini parlò con voi di questi dati?
M.M.: Sì.
P.M.: Lei l'ha letta? Io gliel'avevo fornita perché potesse...
M.M.: Sì. Mi ricordo che il colonnello Zuntini parlò con noi e ne discutemmo a lungo, perché ovviamente per poter rispondere ai quesiti di natura e di entità puramente balistica, aveva bisogno di alcuni lumi medico-legali. Se non altro, per esempio, posizione dei fori d'ingresso, posizione dei fori di uscita, direzione e il tramite, eccetera, eccetera.
P.M.: Bene. Quindi lei la ricorda.
M.M.: Sissignore.
P.M.: E grosso modo il contenuto di questo elaborato corrisponde ai ricordi suoi e alla parte, ovviamente, anatomopatologica.
M.M.: Sì, sì.
P.M.: Bene, ci vuole descrivere, professor Maurri - poi vedremo le foto - ma innanzitutto quali sono gli elementi di spicco che a lei rimasero impressi e sono rimasti impressi per quello che riguarda i reperti - ferite, arma bianca e non, come sembra - sui due cadaveri? Cominciando, forse perché è più breve, dall'uomo, e poi dalla donna. Poi vediamo le foto.
M.M.: Sissignore. Il cadavere dell'uomo era interessato da ferite multiple d'arma da fuoco - a proiettile unico - e da ferita d'arma bianca. Le ferite d'arma da fuoco erano, se non mi ricordo... 5 o 6. Non mi ricordo bene, 5 o 6. Una delle quali almeno sicuramente mortale, perché aveva toccato il torace ed aveva colpito il cuore. Altre, sempre al torace e al tronco, avevano colpito un polmone; altre periferiche ad un arto superiore, non mi ricordo se il destro o il sinistro. Comunque, ripeto, ferite d'arma da fuoco sicuramente mortali. Associate alle ferite d'arma da fuoco c'era un numero di ferite d'arma bianca abbastanza cospicuo.
P.M.: Anche sull'uomo?
M.M.: Anche sull'uomo e in sedi, direi, concentrate verso la regione del fegato. Mi sembra che lì ce ne fossero almeno 2 o 3. La cosa importante era questa: che le ferite d'arma bianca sul cadavere dell'uomo non risultavano vitali. Si dedusse da qui che...
Presidente: Non risultavano, professore?
M.M.: Vitali. Erano state inferte sul cadavere. Per certe parti...
P.M.: È un dato per noi, per il P.M., importantissimo. Ci vuole spiegare meglio, per la corte? Cioè, cosa sarebbe successo, da quello che voi avete trovato sul cadavere? Cosa vuol dire “non vitali”?
M.M.: Diciamo che...
P.M.: Si capisce a parole, ma preferirei che lei spiegasse perché ha questa deduzione, e qual è. Al contrario, prima il dato e poi ce lo spiega.
M.M.: Sissignore. Forse è bene cominciare un pochino avanti, a riferire brevemente sulla posizione dei corpi dei due giovani.
P.M.: Bisognerebbe che per ora, se ci riesce, rimanere un attimo all'uomo, se ci riesce...
M.M.: Va bene, allora.
P.M.: E vedere di farci capire come lei ha desunto il dato che quelle d'arma bianca erano, se non ho capito male - non vorrei aver capito male - successive a una avvenuta morte. E quindi sembra...
M.M.: Sissignore.
P.M.: Ecco, mi spieghi, ci spieghi perché.
M.M.: Essendo ferite che penetravano in cavità peritoneale, quindi vibrate con una certa violenza e con un'arma direi, anche se l'arma non la conosciamo, di... insomma di robustezza almeno media.
P.M.: L'arma bianca.
M.M.: L'arma bianca. Queste ferite che penetravano nel fegato non determinarono alcune emorragia, alcuna perdita di sangue lungo il tramite. Non solo a livello dei tessuti cutanei e sottocutanei, ma anche a livello del fegato stesso, che è notoriamente un organo molto ricco di sangue. E da questo si dedusse che naturalmente le ferite, per non aver determinato sanguinamento, dovevano essere state portate su un corpo sul quale la circolazione non c'era più: e quindi su un cadavere.
P.M.: Quindi l'uomo, da questo dato qui, noi possiamo per ora capire che, al di là della dinamica - poi come l'ha ricostruita ci arriviamo dopo - presenta: ferite di arma da fuoco, poi ci spiega meglio come, quali - se lei è in grado di dire - hanno determinato la morte, se è possibile da che parte arrivavano e la loro direzione e eventuale obliquità. Ma il dato che lei ora ci mette davanti è: le ferite di arma bianca sono presumibilmente inferte dopo la morte.
M.M.: “Post mortem”.
P.M.: Lo prendiamo così, come dato oggettivo, e andiamo avanti. Allora torniamo alle cause della morte, invece.
M.M.: Le cause della morte furono dovute ad una lesione del cuore, sicuramente da arma da fuoco, che provocò appunto la rottura del cuore e un imponente emorragia nel cavo toracico e nel cavo pericardico. Quindi morte, in definitiva, da emorragia acuta per lesione del cuore.
P.M.: La direzione, la localizzazione di questo colpo - poi abbiamo le foto, eh… Volevo un attimo, possibilmente, focalizzare. Lei ci ha parlato di 5/6 colpi di arma da fuoco.
M.M.: Sì, sì di 5/6 colpi che abbiano raggiunto il bersaglio maschile.
P.M.: Ecco, in che punti? Quello al cuore l'abbiamo capito, gli altri?
M.M.: Un'altra, almeno un'altra ancora era al torace e grosso modo nella stessa direzione in cui fu esplosa quella che aveva colpito...
P.M.: Ce la vuole spiegare meglio questa direzione?
M.M.: Sì. Era una direzione diciamo grosso modo perpendicolare all'asse maggiore del corpo, con foro d'ingresso sulla sinistra, senza foro di uscita.
P.M.: Colpo trattenuto.
M.M.: Tutti i colpi furono, tutti i colpi di pistola furono ritenuti. E allo stesso modo la ferita del torace che aveva interessato il polmone, sparata quindi sulla sinistra del cadavere e con direzione verso destra e con una lieve obliquità in basso.
P.M.: E l'entrata è anteriore o dorsale? Se lo ricorda, poi vediamo le foto.
M.M.: Non me lo ricordo bene, ma ho l'impressione che non fosse né anteriore né dorsale.
P.M.: Ha con sé il referto dell'autopsia? Lo vuole riguardare nel caso?
M.M.: No, non l'ho portato
P.M.: Va bene, ora poi lo vediamo.
A.B.: Lo vuole?
P.M.: Facciamoglielo descrivere, poi con le foto, quando siamo...
M.M.: Mi sembra di ricordare che le ferite di ingresso erano sul lato sinistro, grosso modo verso il fianco. Né decisamente sulla faccia anteriore del torace, né decisamente sulla schiena. Però...
P.M.: Compatibile con una situazione seduta o prona, quindi.
M.M.: Con una situazione... disteso, certo. Molto probabilmente prono.
P.M.: Ecco, molto probabilmente. Bene, le altre? Ce ne ha descritte grosso modo due, le altre sono significanti? Sono omogenee come direzione e come...?
M.M.: Per quanto mi ricordo, direi di no. Mi ricordo che ce n'erano una o forse due all'arto superiore sinistro.
P.M.: All'arto superiore sinistro.
M.M.: Sinistro. E che non hanno contribuito, ovviamente, all'evento letale perché hanno leso organi non vitali. Le due più importanti, di cui ho memoria, sono proprio queste: quella al livello del polmone sinistro e quella al livello del cuore.
P.M.: Ecco, limitandoci quindi sempre a questa parte di esame del cadavere, la ricostruzione possibile o probabile fatta da lei insieme al colonnello Zuntini, o da lei, la vediamo col suo collega medico legale, la vediamo fra un po'. Vogliamo vedere le foto relative al cadavere dell'uomo, così vediamo questi dati che lei ci ha messo in evidenza?
M.M.: Vengo lì?
P.M.: Sì, grazie.
M.M.: Prego.
P.M.: La raccomandazione è la stessa, del mostrare le foto...
Presidente: Sì.
P.M.: Sento degli scatti, presidente.
Presidente: Non inquadrate, per cortesia, e lo sapete, lo schermo mentre si mostrano i cadaveri. Inquadrate qualunque altro soggetto.
P.M.: Non so se è questa la può aiutare professore, sennò andiamo avanti.
M.M.: Direi no, dottor Canessa, è una foto di insieme anche...
P.M.: Che non le serve.
M.M.: Poco chiara.
P.M.: Vogliamo andare avanti?
M.M.: : Si può però fin da ora vedere all'arto superiore sinistro, in corrispondenza del braccio, i due repertini rotondeggianti che potrebbero essere proprio da colpo d'arma da fuoco.
P.M.: Bene, grazie. Vogliamo andare... Ah, prego prego, presidente. Non volevo andare avanti se lei...
Presidente: No, no, va bene. Prego, prego.
P.M.: Bene, andrei avanti allora con foto un po' più ravvicinate che ci permettono... ecco. Se la vogliamo fermare così, e vediamo se il professore ci è...
M.M.: Ecco, qui siamo all'emitorace sinistro. Non è nella regione decisamente anteriore, è proprio al limite fra, diciamo, la faccia laterale e la faccia anteriore dell’emitorace sinistro. Due ferite ravvicinate fra loro che, per quanto posso vedere dai caratteri morfologici, mi sembrano ferite di ingresso; una delle quali evidentemente ha colpito il cuore, e l'altra il polmone. Queste sono le due ferite mortali.
A.B.: Quindi tutte due, sono una accanto all'altra? Chiedo scusa.
M.M.: Mi sembra di sì, avvocato, perché a questa distanza, insomma, i reperti morfologici...
P.M.: Possiamo ingrandire noi, se ci si riesce.
M.M.: Direi, ecco, quella superiore rotondeggiante un pochino sfrangiata è assolutamente tipica; l'inferiore lo è un po' meno. Ma direi che anche quello è un foro d'ingresso.
P.M.: Non è arma bianca, insomma?
M.M.: Direi di no, direi di no.
P.M.: È sicuro, professore?
M.M.: Direi di no.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Vogliamo indicare di che fotografia si tratta, se è contrassegnata?
P.M.: Sì, c'è il numero. Se cortesemente la possiamo inquadrare al fine di leggere la didascalia, e poi... ah, non c'è?
Presidente: Non c'è? Allora...
M.M.: Scusi, c'è un'altra ferita, anche questa sicuramente da arma bianca, che all'addome…
P.M.: Ecco, io volevo ora passare appunto alle ferite d'arma bianca.
M.M.: Ma questa d'arma da fuoco, all'addome, un po' al di sopra... eccola, si vede. Ora non si vede più.
P.M.: Non questa.
M.M.: No, no.
P.M.: Quelle all'addome.
M.M.: Eccola, al di sopra di...
P.M.: Ancora sopra.
M.M.: No, ormai è fuori
A.B.: A sinistra.
M.M.: Eccola. No, posso indicare?
P.M.: Eccola.
M.M.: Quello è sicuramente un foro d'ingresso all'addome. Infatti lui aveva...
P.M.: Da proiettile?
M.M.: Da proiettile. Aveva infatti anche una lesione alla regione inguinale che non può essere stata provocata che da quel proiettile lì.
P.M.: Ecco, riesce ora a evidenziarci invece quelle ferite d'arma bianca che, lei mi sembra abbia detto, sono all'addome, e che erano post mortem?
M.M.: Per ora non mi sembra di vederle…
P.M.: Bene, bene.
M.M.: Non vorrei che fossero sul lato opposto del tronco.
P.M.: Andiamo avanti. Scusi no, prima sul volto, se riesce inquadrare, c'è...
M.M.: Sì. Questa ha l'aria di essere una ferita lacero –contusa, sicuramente non prodotta né da arma da fuoco, né da arma bianca.
P.M.: Bene, bene, andiamo avanti.
M.M.: Potrebbe essere la conseguenza di un urto dentro la macchina contro qualche ostacolo resistente.
P.M.: Bene, grazie. Andiamo avanti.
M.M.: Ecco, le due grosse ferite.
P.M.: Proviamo con quella sopra, scusi eh, se poi...
M.M.: Sì.
P.M.: Tanto per andare per ordine.
Presidente: Dunque, diamo perlomeno...
P.M.: Sì, siamo a pagina, in alto a destra c'è il numero della pagina. Se ce lo inquadra, per cortesia, io non ne ho una copia.
Presidente: 385.
P.M.: O “9”, forse. 389, no? 85, va be’.
Presidente 385, vediamo la precedente o la seguente. Si vede subito che numero è.
P.M.: Giriamo un attimo la pagina per vedere se la prima è un 388.
Presidente: 388 era la precedente, quindi questa la 389.
P.M.: Vediamo se queste foto... mi sembra molto simile, anche se l'angolazione è un po' più pronunciata, alla precedente.
M.M.: Sì, interessa direi prevalentemente la metà sinistra del cadavere, quindi...
P.M.: È il braccio forse, no?
M.M.: Sì, sì, il braccio, ora, a livello del polso c'è una grossa macchia di sangue. Non mi riesce di vedere…
P.M.: Possiamo...
M.M.: Avvicinare.
P.M.: ... avvicinare il braccio, la mano, grazie.
M.M.: Ecco, lì dove c'è la punta della biro potrebbe esserci un foro da arma per penetrazione di proiettile, con un po' di sangue che è colato giù, ha determinato una colatura. E questa dovrebbe essere una delle due ferite dell'arto superiore sinistro, che però non ha rilevanza ai fini della causa della morte.
P.M.: Bene. Proviamo la foto sotto, sempre a pagina 389, che è una diversa angolazione dalla parte...
M.M.: Qui si vede il lato destro del cadavere, e ci sono quelle due soluzioni di continuo piuttosto ampie, anche se irregolari, ravvicinate tra loro e parallele, che sono tipiche d'arma da punta e taglio. Queste sono lesioni da arma bianca.
P.M.: Da cosa si capisce professore, se si può capire già da qui, che si tratta di arma bianca e che sono post mortem? Lei ce l'ha spiegato nel suo elaborato.
M.M.: Sì, direi che...
P.M.: E ci ha detto che l'ha capito dopo aver aperto.
M.M.: Sì, infatti direi che dall'esame esterno si capisce poco, perché un po' di sangue, come si vede, è colato anche da queste ferite. Ma può essere semplicemente un fatto dovuto alla gravità e quindi semplicemente alla gravità, ma non ci dice, l'esame esterno delle ferite non ci dice se siano vitali o post mortem.
P.M.: Così lei l'ha dedotto dall'esame interno.
M.M.: Dal tramite la lama nell'interno del corpo.
P.M.: Bene, andiamo avanti, grazie. Se ci sono altre ferite dell'uomo.
M.M.: Qui si vede quella dello zigomo.
P.M.: Sarà la pagina 390, se non sbaglio. Ecco bene, grazie. Ecco, forse abbiamo le stesse ferite.
M.M.: Sì, si vede bene la ferita al braccio sinistro e si vedono discretamente bene anche le due ferite d'arma bianca, diciamo, alla regione emitoracica destra.
P.M.: Bene, andiamo avanti, grazie. Quella sotto.
M.M.: Qui l'unica che si vede bene è la contusione dello zigomo.
P.M.: Andiamo avanti ancora, se la... ecco, qui ci può essere utile al fine poi di capire qual’era la dinamica dell'aggressione, perché vediamo il dorso. Ci può dire qualcosa in proposito? Sono fori di entrata o di uscita, ad esempio?
M.M.: Se si avvicina, si può dire con una migliore…
P.M.: Facciamoli uno alla volta.
M.M.: Ecco.
P.M.: Cortesemente.
M.M.: Direi che dovrebbero essere fori di ingresso, sia questo che si vede al centro, sia quello più in basso a sinistra.
P.M.: Sulla destra c'è qualcosa?
M.M.: Sulla destra c'è, ecco quella lì in corrispondenza del capezzo… no, non sono in grado di dire
P.M.: No, no, siamo sul dorso, professore.
M.M.: No, no, no, siamo sul... potrebbe essere anche questo un foro d'ingresso, con un'ecchimosi circostante. Però è poco chiaro. Direi però che dovrebbe essere, anche questo, un foro d'ingresso per la semplice ragione che tutti i proiettili furono ritenuti nel cadavere.
P.M.: Ritenuti nel cadavere. Ecco, no, no, questo è un dato che... Lei li trovò, quindi ne trovò cinque?
M.M.: Ne abbiamo trovati cinque.
P.M.: Cinque di ingresso, proiettili; e due ferite più macroscopiche da arma bianca, all'addome insomma.
M.M.: Sì. Io ho detto poco fa che le ferite da arma bianca erano numerose, ma mi sbagliavo con il cadavere della donna. Lui di ferite rilevanti da arma bianca, per quanto mi ricordi, ne aveva due sole: proprio quelle lì al fegato.
P.M.: Bene, vogliamo andare avanti, se abbiamo ancora qualche... Ecco, sempre del ragazzo vediamo che sulla parte destra apparentemente c'è poco, o mi sbaglio? Anzi, veda un attimo lei, professore, se ci può dare...
M.M.: Quello è quel foro di ingresso che si diceva dianzi, sulla destra. Questo non sono sicuro se sia un'escoriazione o un foro. È un po' slavata, come colorito.
P.M.: Bene, se c'è qualche altra foto... era la 41. Ecco, dell'uomo non c'è altro. Bene, ci fermiamo un attimo qua, professore. Detto questo, e fermo restando che sulla dinamica ci arriviamo dopo quando abbiamo un quadro più globale, vogliamo passare alla ragazza? Lo stesso discorso: dati evidenti, arma bianca, arma da fuoco.
A.B.: Posso? No, sul ragazzo. Oppure facciamo dopo.
P.M.: Forse se... dopo la dinamica cerchiamo di fare tutto.

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