lunedì 12 marzo 2012

Massimo Graziuso - Deposizione del 26 aprile 1994



Il professor Massimo Graziuso fu ascoltato il 26 aprile 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Andiamo avanti secondo il programma e quindi con i testi del signor Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Grazie Presidente. Il teste che il P.M. oggi vuole introdurre riguarda sempre innanzitutto il fatto relativo all'omicidio del 1968 contestato all'imputato. Vorrei sentire il teste dottor Graziuso Massimo, che come cercare di spiegare nell'ultima udienza è colui che eseguì l'esame autoptico di una delle vittime e precisamente del Lo Bianco. Grazie.
Presidente: Dottor Graziuso prego si accomodi. Si accomodi dottore.
M.G.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Dottore, vuol dare le generalità alla signorina per cortesia?
M.G.:
Presidente: Le sue generalità.
M.G.: Graziuso Massimo, nato a Lecce il x xxxxxx 19xx, residente a Firenze in via Xxxxxxxx, 26. Medico legale.
Presidente: Risponda prego alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Presidente scusi, vorrei fare presente sempre quella necessità, o meglio opportunità...
Presidente: Sì, dunque allora, signori fotografi e cineoperatori non inquadrate lo schermo dove vengono proiettate le immagini, è un dovere di umanità, di civiltà e vi prego naturalmente di…
P.M.: Si tratta di foto scattate sul tavolo autoptico...
Presidente: Ecco, quindi inquadrate a altri personaggi, quello che volete, non voglio impedirvi di lavorare ma non inquadrate lo schermo, non voglio vedere queste foto riprodotte altrove. Prego.
P.M.: Ecco dottor Graziuso ci vuole spiegare qual è la sua professione e qual'era, se diversa, quella che lei aveva nel 1968?
M.G.: Nel 1968 ero assistente volontario all'istituto di medicina legale.
A.P.: Non si sente.
Presidente: Bisogna avvicinare il microfono.
M.G.: Prego?
Presidente: No, no scusi... Le avviciniamo il microfono. Un attimo. Quindi lei era assistente all'istituto di medicina legale.
P.M.: Ecco dottore anche oggi lei ha conservato...
M.G.: No, dopo alcuni anni ho cessato...
P.M.: Un'altra specializzazione…
M.G.: No, sono passato come consulente all'Istituto Nazionale Infortuni.
P.M.: Ecco, nel ‘68 frequentava l'Istituto di medicina legale come volontario…
M.G.: Volontario...
P.M.: Dagli atti risulta che lei eseguì, per incarico del Pubblico Ministero di allora, una sezione del cadavere di Lo Bianco Antonio, lo ricorda?
M.G.: Si l'ho appreso dal… io non ricordo nulla di allora, è passato tanto tempo.
P.M.: Quindi lo ha appreso... nel senso... Ha verificato che lei allora fece quell'autopsia.
M.G.: Sì. Esatto.
P.M.: Il caso, che poi ha avuto una certa importanza come sappiamo, non l'aveva memorizzato sotto questo profilo.
M.G.: Non l’avevo memorizzato sotto questo profilo. Anche perché in quel periodo ero nel pieno della mia attività quindi tutto passava rapidamente.
P.M.: Senta una cosa, ricorda questa autopsia o ne fece tante per cui l'unico ricordo che ha è perché ha dovuto riguardare il verbale?
M.G.: Solo perché ho potuto riguardare il verbale.
P.M.: Ho capito. Allora un'altra domanda prima di passare al contenuto di questo verbale, ovviamente se la Corte autorizza ma penso… date queste premesse…
Presidente: Prego.
P.M.: Lei fu incaricato solo di fare questa autopsia o anche di ricostruire la dinamica del fatto?
M.G.: Solo di fare questa autopsia.
P.M.: Allora ci vuole raccontare, innanzitutto sommariamente, prima poi di vedere le foto, abbiamo anche le foto di quel cadavere, anzi sembra - a dir la verità - dopo l'autopsia, ci vuole raccontare quali furono agli elementi che destarono la sua attenzione in punto di cause della morte? Come fu provocata?
M.G.: Se mi è consentito…
Presidente: Prego, consulti pure.
M.G.: Le conclusioni.
Presidente: Certamente.
P.M.: Prima le conclusioni e poi si riesce a spiegare come è arrivato a quelle conclusioni.
M.G.: Senza dubbio. Allora, primo quesito, la morte risale a circa 26 ore addietro.
P.M.: Lei allora dovrebbe spiegare a che ora l'ha fatta. Sennò non si capisce… C’è un’ora, no?
M.G.: Sì. 1968, nel mese di agosto, la mattina del mese di agosto…
P.M.: La mattina… non c'è il giorno quindi... lei dice 36 ore…
M.G.: Il 23.
P.M.: Ecco, benissimo.
M.G.: Il 23 di agosto. Sì.
P.M.: Il 23 è l'incarico. Comunque 36 ore prima della morte. Dopo la morte cioè...
M.G.: Sì, dopo la morte.
P.M.: Bene, andiamo avanti.
M.G.: “La morte è stata causata da lesioni polmonari espleniche con conseguente emorragia pleurica e peritoneale, da colpi da arma da fuoco a proiettile unico. I colpi che hanno raggiunto il Lo Bianco sono stati quattro. Di questi, uno ha interessato l'avambraccio sinistro…”
P.M.: Ecco dottore, quattro colpi.
M.G.: Quattro colpi.
P.M.: Il primo a l'avambraccio sinistro.
M.G.: All’ avambraccio sinistro.
P.M.: Sì.
M.G.: “Gli altri tre hanno invece interessato il braccio sinistro e l'emitorace sinistro decorrendo con direzione obliqua dall'alto al basso e da sinistra verso destra.” Di questi tre colpi alcuni hanno trapassato il braccio sinistro e poi sono passati, sono penetrati, nell'emitorace. Due di questi.
P.M.: Questa direzione dei colpi lei la dedusse in corso di autopsia? Il tramite come lo dedusse? Vuole spiegare…
M.G.: Esclusivamente in corso di autopsia sul cadavere e dal tramite.
P.M.: Ebbe quindi la dire… sono quattro colpi, tutti sulla parte sinistra, braccio uno, avambraccio gli altri, dall'alto verso il basso - se non ho capito male - da sinistra verso…
M.G.: Da sinistra verso destra.
P.M.: Poté… ebbe la possibilità di determinare la distanza? Cioè…
M.G.: Si, dalle caratteristiche dei fori di entrata, va bene? Poiché difatti si dice: “Poichè non si sono riscontrati segni di affumicatura, da bruciatura o da tatuaggio, i colpi non sono stati esplosi né a contatto, né in stretta vicinanza.” Ossia sono stati esplosi a distanza. Per noi a distanza significa intorno ai 40 cm.
P.M.: Intorno o oltre?
M.G.: Oltre 40 cm.
P.M.: “Per noi” cosa vuol dire? Cioè secondo la vostra esperienza? Quando mancano questi segni, quei segni di affumicatura, vuol dire che è, come minimo, da una distanza superiore ai 40 cm.
M.G.: Superiore a 40 cm.
P.M.: Ecco. Vogliamo mostrare le foto?
M.G.: Poi “la morte è sicuramente avvenuta entro breve tempo dal ferimento”.
P.M.: Lei è in grado di dire di questi quale fu il colpo mortale? Se ce ne fu uno mortale? O nel senso, se uno fu più…
M.G.: I colpi mortali sono due, quelli che sono penetrati nella cavità toracica e che hanno determinato la lesione alla milza, allo stomaco e l'altro che ha interessato il polmone sinistro.
P.M.: Uno alla milza, uno al polmone.
M.G.: Sì.
P.M.: Bene. Vogliamo, dottore, se lei è così cortese, guardare…
M.G.: Io naturalmente le fotografie le guardo ora e quindi...
P.M.: Bene, lei le guarda al solo fine di verificare se ciò che c'ha detto corrisponde col reperto fotografico.
M.G.: Sì, sì.
P.M.: Al fine di spiegarcelo meglio.
Presidente: No, no prego, prego dottore, semmai il microfono, vogliamo sistemarglielo meglio? Ecco grazie. Prego.
P.M.: Vogliamo vedere dottore se, magari ingrandendo la parte dove apparentemente sembra ci siano dei colpi, una sotto l'ascella e una sotto l'avambraccio… Ecco, vedere se lei riesce innanzitutto a spiegarci se questi sono i fori di entrata, di uscita… dunque vediamo subito che sono sulla parte sinistra del corpo.
M.G.: Esatto. Questo è sull’ascellare ed è descritto. Questo è uno dei fori di entrata.
P.M.: È uno dei fori di entrata. Può essere messo in relazione a uno di quelli che lei c'ha detto mortali o no?
M.G.: (fuori microfono): …
P.M.: Questo è sul polmone.
M.G.: Sul polmone.
P.M.: C'è un colpo preciso è accanto una parte…
M.G.: Un alone.
P.M.: Un alone. Ecco, l'alone non ha niente a che vedere con lo sparo?
M.G.: No, no, no.
P.M.: È in grado di spiegarci qualcosa? Lì sembra sia già stata fatta la sezione, se non sbaglio, perché ci sono delle... direi delle ricuciture, dico bene dottore?
M.G.: No, no, no.
P.M.: Almeno apparentemente.
M.G.: Non le saprei dire.
P.M.: Non me lo sa dire. Comunque si vede dalla parte sternale… ecco, vediamo il braccio allora, ingrandiamo, sono… l'avambraccio... no, no quella… quella, quella, quella. Ancora, facciamo un ingrandimento... ecco.
M.G.: Sì.
P.M.: Lo stesso è un foro di entrata.
M.G.: Questo è uno dei colpi al braccio che hanno perforato, dalla parte interna ci dovrebbe essere l'uscita e poi il rientro sulla…
P.M.: La foto dietro non l'abbiamo quindi… almeno per ora non ce l'abbiamo...
Presidente: Vogliamo indicare di tessuto si tratta?
P.M.: Sì.
Presidente: È numerata?
P.M.: Vogliamo… se mi ingrandisce perché non ho io una copia... ecco, mi sembra sia numerata, c'è una didascalia, è la numero 10.
Presidente: È la numero 10.
P.M.: “Cadavere Lo Bianco Antonio, insieme...”
Presidente: “…insieme del tronco e della testa”
P.M.: Vogliamo andare alla foto successiva? Grazie.
Presidente: Che sarà la numero 11?
P.M.: Sicuramente, ecco sembra una foto più ravvicinata di quel colpo che lei c'ha detto ‘è il colpo al polmone’ quello…
M.G.: Così isolato non saprei proprio…
P.M.: Beh, insomma… È lo stesso di prima ma sembra... vogliamo fare un ingrandimento? Apparentemente... Eh?
M.G.: È un ingrandimento...
P.M.: Cosa dice la didascalia? Chiedo scusa. “Particolare dei due fori di entrata…”
M.G.: “… nella regione costale sinistra”.
P.M.: Ecco. Costale sinistra.
M.G.: Dovrebbe corrispondere a quello.
P.M.: Va bene. Va be’ lei non lo ricorda…
M.G.: Non ricordo.
P.M.: Vogliamo andare avanti abbiamo altre foto del cadavere del Lo Bianco? Non abbiamo altro, il P.M. voleva solo mettere in evidenza come sono colpi a sinistra, non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Bene. Signori avete domande?
A.B.: Nessuna signor Presidente.
Presidente: La difesa nessuna, gli avvocati di parte civile nemmeno. Possiamo licenziare…
A.B.: Mi scusi, mi scusi…
Presidente: Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Chiedo scusa. I colpi sarebbero quattro.
M.G.: Quattro.
A.B.: Due sono nella parte sotto-ascellare, va bene?
M.G.: Sì.
A.B.: Sembrerebbe.
M.G.: Che sono però… hanno trapassato anche il braccio.
A.B.: Però due sono molto vicini, uno all’altra…
M.G.: Sì.
A.B.: Un altro è sul braccio…
M.G.: Sull'avambraccio.
A.B.: Sull'avambraccio. E il quarto?
M.G.: Uno sul... uno sull’avambraccio, due…
A.B.: Due nella parte ascellare.
M.G.: Ascellare. E due… Sì. E due sul torace. Di questi due del torace: uno è diretto…
A.B.: Uno è diretto.
M.G.: Sì.
A.B.: È quello mortale?
M.G.: Sono tutti e due... Quelli del torace sono i due mortali.
A.B.: Ecco. Quelli nella zona splenica… Quello là, praticamente.
M.G.: Uno più basso nella zona splenica e l'altro più alto...
A.B.: E sono quindi i due mortali… i due mortali sarebbero questi qua?
M.G.: Di questi uno è arrivato alla decima vertebra dorsale dove è stato reperito il proiettile.
A.B.: Il foro di entrata, lei ha detto, che indicherebbe una proiezione dall'alto verso il basso...
M.G.: Dall'alto verso il basso.
A.B.: Dall'alto verso il basso a sinistra.
M.G.: A sinistra
A.B.: Grazie.
M.G.: Prego
Presidente: Va bene, non ci sono altre domande, grazie dottore, può andare.
M.G.: Grazie lei.
Presidente: Buongiorno.

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