lunedì 7 febbraio 2011

Lorenzo Nesi - Deposizione del 23 maggio 1994 - Prima parte

 
Lorenzo Nesi fu ascoltato il 23 maggio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Signor Pubblico Ministero chi abbiamo ancora?
P.M.: Dunque la situazione è questa, per oggi abbiamo… Il P.M. ha citato diversi testi, sentiamone uno, si, sentiamo Nesi Lorenzo.
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Ah Nesi, quello che dicevi tu.
P.M.: Nesi Lorenzo, si.
Presidente: Si accomodi.
Lorenzo Nesi: Devo legge’ qui? Consapevole della mia responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Senta consente ad essere ripreso con le telecamere o no?
L.N.: E’ uguale.
Presidente: Non gliene importa, allora possiamo procedere come sempre. Prego signor Pubblico Ministero.
P.M.: Signor Nesi lei un giorno si è presentato spontaneamente in Procura, ricorda perché? Cosa aveva da dire, lo vuole dire anche alla Corte stamani?
L.N.: Dunque… Quando venne fuori che Pacciani era inquisito di essere a conoscenza di questi delitti, dico inquisito, in un primo momento scartai a priori, io personalmente, l’idea che Pacciani potesse essere l’autore di questi fatti poi…
P.M.: Perché lo conosce, scusi?
L.N.: Pacciani?
L.N.: P.M.: Si.
L.N.: Si lo conosco.
P.M.: Vada avanti.
Pietro Pacciani (fuori microfono): Ma che cosa sta dicendo?
L.N.: Oh Pietro!
P.M.: Vada avanti, vada avanti non si preoccupi signor Nesi.
Avvocato Bevacqua (fuori microfono): Lo conosci quel tizio?
P.M.: Lei scartò, poi come mai si presentò in Procura? Cosa doveva dire?
L.N.: Dopo, pensando con mente ferma e con mente lucida e chiara, in diversi giorni, mi ricordavo di diversi episodi di Pacciani.
P.M.: Ce li vuole raccontare come li raccontò al P.M. quel giorno?
L.N.: Mi ricordo… Dunque io voglio specificare bene, cioè io conoscevo Pacciani in quanto che Pacciani all’epoca aveva le bambine dalle monache in Croce di Via a Talente, veniva a posteggiare la macchina dove io avevo la ditta prima…
P.M.: Che ditta aveva signor Nesi?
L.N.: Una ditta di maglieria
P.M.: Bene.
L.N.: Che ho tutt’ora. E Pacciani, ora non mi ricordo proprio specificatamente se mi fu fatto conoscere da Vanni…
P.M.: Chi è Vanni signor Nesi?
L.N.: Vanni Mario.
P.M.: La Corte non lo sa. Ce lo dica lei. Lo disse al P.M. quel giorno lo ridica oggi, non si preoccupi il signor Pacciani sta a sentire, è una pubblica udienza.
L.N.: Vanni Mario era un amico di Pacciani e cioè, ripensando, riallacciandomi al discorso precedente e ripensando a queste cose qui dalla prima opinione che io avevo di Pacciani, perché nell’epoca in cui si conosceva Pacciani, io conobbi Pacciani, forse negli anni ‘68/’69, lo conobbi perché anche andavo per mio lavoro a Montefiridolfi e lui ci aveva la casa… … Oh Pietro, io… guarda…
P.M.: Vada tranquillo.
L.N.: Non voglio se…
Presidente: Lei guardi
Pietro Pacciani: Nel ’69 dov’ero?
Presidente: Si volti verso la Corte non guardi Pacciani. Si giri proprio completamente, volga le spalle sennò qui… Lei deve parlare solo con noi, non lo guardi nemmeno.
L.N.: Siccome per me è una cosa imbarazzante
Presidente: E’ imbarazzante, lasci fare, la verità se è verità non è mai imbarazzante, poi lei riferisce circostanze di fatto mi pare no?
P.M.: Che ha già riferito signor Nesi quindi non deve avere alcuna preoccupazione, ridica quello che ha già detto.
L.N.: Quello che ho già detto vu ci avete i verbali che vi ho detto.
P.M.: Eh si ha ragione però…
Presidente: Però noi che siamo…
L.N.: Ora se Pacciani e dice che me un mi conosce allora mi fa passare...
Presidente: No, no, non stia a controbattere con…
P.M.: Continui il suo discorso, lei andava a Montefiridolfi nel ‘68/’69…
L.N.: Andavo a Montefiridolfi quasi tutti i giorni, Pacciani ci aveva le bambine dalle monache in Croce di Via, io conoscevo Pacciani come una persona per bene, una persona dedita alla famiglia, alle bambine, tante volte l’ho incontrato la domenica pomeriggio perché lui gli andava a prendere le bambine dalle monache in Croce di Via la domenica pomeriggio, in cui mi diceva: io vo a prendere queste bambine poerine le son sole, e mi sembra in qualche occasione gli abbia dato, così, delle maglie a cui lui contraccambiava passando io per andare a Montefiridolfi o con du’ pomodori o con… Mi fermavo perché era una persona che ritenevo onesta, simpatica, un po’ stravagante, ecco, perché il discorso…
P.M.: Un po’?
Presidente: Stravagante.
P.M.: Stravagente. Bene.
L.N.: Un po’ stravagante perché magari gli andava un so, per l’osterie col Vanni o che… ma dopo, un bon’omo…
P.M.: Bene, però…
L.N.: Pacciani è venuto dopo quando si seppe della violenza sulle figlie ma io già allora Pacciani non lo vedevo più, ecco. Pacciani in una di queste occasioni
P.M.: In una di queste occasioni…
L.N.: …passavo, che io passavo per andare a Montefiridolfi, in occasione, saranno stati dunque gli anni ’70, credo, anni ‘69/’70, in un’occasione mi disse che lui, parlando di caccia, io sono un cacciatore, parlando di caccia mi disse che lui tirava dicendo: guarda a caccia un s’ammazza più nulla, mi disse che lui tirava ai fagiani con una pistola al che io dissi…. al che io dissi… Io grullo un sono Pacciani!
Presidente: Stia zitto, stia zitto.
L.N.: Presidente se la mi fa sta’ zitto il signore bene sennò…
Presidente: Pacciani stia zitto, stia zitto e non commenti. Lei comunque guardi, guardi noi.
L.N.: Al cui io dissi: Bah o come si fa a ammazzare un fagiano con una pistola?
Avvocato Bevacqua: Ecco, mi scusi Presidente.
P.M.: No, scusi, scusi avvocato, ora mi lascia finire!
A.B.: L’articolo 62 che dice…
P.M.: Sta raccontando quello che ha già raccontato avvocato!
A.B.: Quello… No, ma cosa ha raccontato? Cosa gli ha detto l’imputato.
P.M.: Bene.
A.B.: Eh no!
L.N.: Glielo stavo dicendo.
P.M.: Vada avanti. Lei dice il racconto che ha avuto, sennò il teste già è in difficoltà se noi lo fermiamo in continuazione…
A.B.: No Presidente, scusi…
L.N.: La guardi avvocato io mi rizzo e vo via, mi frego di tutti…
A.B.: Lei prima di rizzarsi parla col Presidente.
Presidente: Forza, vada avanti.
A.B.: Le dichiarazioni comunque rese nel corso del procedimento…
L.N.: Allora…
Presidente: Nel corso del procedimento, avvocato, qui non eravamo in corso del procedimento, forza!
P.M.: Perbacco! Perché si deve interrompere un teste...
L.N.: Si è chiarito come io ho conosciuto Pacciani, si è chiarito queste cose qui, Pacciani in realtà, in verità da persona onesta e seria mi disse queste cose, io rimasi…
Presidente: Allora, ci racconti, chi ammazzava i fagiani con la…
L.N.: Ammazzava i fagiani con una pistola.
Presidente: E come faceva?
L.N.: E come faceva… Gli andava in su… avuto un albero e lui, quand’era il tramonto, non di notte com’è stato detto, quand’era il tramonto lui li ammazzava con la pistola, ora, se n’abbia ammazzati uno, se n’abbia ammazzati dieci o cinque o sette io non lo so. Dato di fatto.
Presidente: Al tramonto gli diceva…
L.N.: Al tramonto. Non di notte. Se è una bugia di Pacciani o è la verità questo non lo so, ripensando…
P.M.: Scusi eh, prima di… Disse qualcosa dopo che li colpiva cosa succedeva? Perché lei…
L.N.: Cascavan giù come sassi.
P.M.: Le disse questo.
L.N.: Si
P.M.: E lei?
L.N.: Mah, io…
P.M.: Stette a sentire…
L.N.: Una cosa normale, no? Non normale, ai fagiani si spara co’ i’ fucile, co’ una pistola io… Cioè i’ discorso avvenne che parlando di caccia Pacciani e io dicendo: ma a caccia sarebbe meglio smette’ d’andare, io fo per riepilogarle un po’ la cosa perché vu possa capire, disse: Io ai fagiani gli tiro con la pistola.
P.M.: Gli tiro con la spistola.
L.N.: Nel ’69… ’70 o ’71…
Presidente: La pistola, all’imbrunire, sugli alberi.
L.N.: Sugli alberi.
P.M.: Scusi signor Nesi, lei in realtà al P.M. ha riferito che le fu detto “di notte”, c’è qua il verbale, io glielo faccio…
L.N.: Come?
P.M.: Lei al P.M. si è presentato spontaneamente e ha detto queste cose però non disse al tramonto, disse di notte, ho qua il verbale, io chiedo… faccio presente che si è presentato spontaneamente
L.N.: Nooo io ho detto tramonto
P.M.: Qua il verbale è suo, lei ha detto di notte, noi non la conoscevamo è venuto lei, per noi scrivere di notte o al tramonto era uguale.
L.N.: Ho sempre detto tramonto.
P.M.: Qua c’è scritto di notte, l’ha detto lei.
L.N.: Ho sempre detto tramonto.
P.M.: Bene ci siamo capiti male, chiedo…
Presidente: Oggi dice “al tramonto”.
P.M.: Perfetto, perfetto io glielo volevo ricordare. Senta una cosa, pistola non l’ha vista ovviamente?
L.N.: No.

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