lunedì 31 gennaio 2011

Ruggero Perugini - Deposizione del 23 maggio 1994 - Sedicesima parte

Segue dalla quindicesima parte 

Presidente: Bene. Altro? Avvocato Fioravanti.
Avvocato Fioravanti: Io pochissime cose perché è già stato molto lungo ed esauriente per la fase l’avvocato-collega Bevacqua. Dottor Perugini lei questa mattina ha affermato che Pacciani “è una delle nostre opzioni”, questa è una frase…
R.P.: Esatto.
A.F.: …che non può disconoscere
R.P.: Era.
A.F.: Questa sera ha detto. “Noi abbiamo degli elementi da verificare e non delle prove”, io le chiedo: voi cercavate l’autore, l’autore che firmasse questi delitti, come mai ci dite che siete partiti dal 1989 risultandovi da quegli 82 un condensato di 26 nomi e non vi siete curati dall’85 all’89 di una lettera anonima che penso sia stata la vera partenza per le vostre indagini? Cioè, è quella lettera o sono le vostre indagini dall’89?
R.P.: Quella lettera anonima si confonde con altre centinaia di migliaia di lettere anonime arrivate come arrivavano in genere subito dopo i duplici omicidi e come stesso arrivano dopo un fatto che desta scalpore. Quella lettera anonima ebbe sviluppo in una perquisizione condotta approssimativamente in una sola delle case del signor Pacciani, non nelle altre due che lui già possedeva e nelle loro pertinenze dopodiché l’ufficio continuò ad occuparsi, visto che carabinieri avevano dato esito negativo sul conto del… per quanto riguardava la perquisizione del Pacciani, continuammo ad occuparci di molte, numerose, numerosissime altre opzioni, ora è molto facile adesso… in questo momento il processo si focalizza su un personaggio, tutto ruota intorno a un personaggio: l’imputato; può sembrare, può dare la falsa impressione che noi per anni ci siamo occupati soltanto di lui, questo non è vero. Il fatto che noi nel 1989 iniziamo quel tipo di verifica, quel tipo di accertamento non potevamo iniziarlo nel 1985, subito dopo, perché quell’accertamento scaturisce dal silenzio dell’autore dei duplici omicidi per un certo periodo di tempo, spero di essere stato chiaro, quindi al momento in cui dopo una serie omicidi aria estremamente virulenta, ripetuta, l’autore, che tutti ci si aspetti torni a colpire con la stessa regolarità, non colpisce più, in quel momento e non colpisce più per certi anni, in quel momento noi cominciamo a considerare quella opzione però, vede, l’ipotesi investigative ne sono state fatte tante altre nel frattempo, se crede io posso farle avere..
A.F.: No, mi basta…
R.P.: Posso farle avere uno schema di quante ipotesi investigative abbiamo sviluppato…
A.F.: Mi basta la risposta
R.P.: Non con minor cura e non con minore attenzione.
A.F.: Mi basta la risposta soltanto mi resta il dubbio che la partenza non sia quella di un computer ma quella di una persona, non quella dei fatti ma quella di un soggetto e basta
Presidente: Va be’ evitiamo i commenti.
R.P.: Lei immagina…
Presidente: Ha altre domande?
A.F.: Mi resta il dubbio, mi resta il dubbio
Presidente: E va be’ avvocato...
A.F.: Ecco, me lo tengo.
Presidente: Se lo tenga e andiamo avanti.
A.F.: Ecco perché le indagini su Pacciani sono state intensificate perché poteva essere la chiusura più semplice di qualcosa che doveva essere chiuso oppure perché realmente i fatti riscontrati sulla persona di Pacciani e sull’ambiente di vita di Pacciani erano realmente oggettivi?
R.P.: Lei mi fa una domanda molto difficile io cercherò di essere esauriente nel rispondere…
A.F.: Sono 25 anni, 26 di indagini… …dal ’68…
R.P.: Primo, noi abbiamo sopportato per 25 anni un’indagine aperta quindi nessuno ci imponeva di chiuderla, ecco e nessuno di noi ha cercato di forzare i tempi per chiuderla. Io non credo sinceramente per quanto fosse grande il desiderio nostro di catturare l’autore dei duplici omicidi che potessimo pensare di chiuderla. Al momento in cui cominciamo ad investigare su questo nucleo di nomi lo facciamo come abbiamo sempre fatto con gli altri, con la giusta dose di scetticismo e con la giusta dose di impegno, naturalmente niente ci garantiva che l’una o l’altra ipotesi si sarebbe rivelata fruttuosa però i fatti ci sono capitati in mano, certo li abbiamo cercati, certo forse abbiamo posto in atto l’attività investigativa convenzionale forse nel modo giusto, di errori ne avremmo commessi diversi, indubbiamente, nessuno è perfetto però i fatti ci sono capitati in mano non è che li abbiamo creati, non è che li abbiamo inventati, non li abbiamo piantati ed innaffiati per farli crescere, sono cresciuti da soli.
A.F.: Non lo dice nessuno questo che voi li abbiate inventati, io ho detto forse c’era qualche caso più attinente ma più difficile al caso del mostro di Firenze, diciamo mostro, dell’autore…
R.P.: Io penso che… io vorrei avvocato Fioravanti sgombrare il campo una volta per tutte da questo perché credo che lei voglia parare sul discorso dell’insospettabile ad alto livello, è un discorso che molti hanno fatto, vede io credo che la SAM ha investigato più insospettabili di quanti sia possibile e lecito sospettare col risultato che questi cosiddetti insospettabili, le persone in posizioni eminenti, in posizioni di rilievo, di prestigio eccetera, eccetera hanno finito inevitabilmente ad essere i primi sospettati in questi duplici omicidi. Noi cercavamo un autore di duplici omicidi che fino a quel momento non era stato sospettato, vede e questa è una mia considerazione personale, in un immaginario collettivo in cui tutti pensano al chirurgo perché la stampa ha detto che l’autore taglia magnificamente bene da operazioni chirurgiche; tutti pensano al ginecologo perché si focalizza sul seno e sulla vagina della donna; tutti pensano alla persona talmente al di sopra di ogni sospetto… Noi abbiamo semplicemente considerato che non potevamo escludere neanche coloro che apparendo, sfuggendo all’immaginario collettivo dimessi erano ugualmente potenziali sospettabili, il signor Pacciani è stato un potenziale sospettabile esattamente come tutti gli altri, naturalmente non abbiamo escluso queste persone di cui lei parla e per quanto riguarda le difficoltà investigative…
A.F.: Ma oggi non sono… Nemmeno oggi sono escluse
R.P.: La prego.
A.F.: Nemmeno oggi queste persone sono escluse perché noi abbiamo elementi da verificare e non prove quindi non sono escluse
R.P.: Mi perdoni, mi perdoni, parlavo al passato
A.F.: Ah, al passato.
R.P.: Parlavo al passato.
A.F.: Quindi abbiamo messo una pietra sopra?
R.P.: Vede, scusate, quello che voglio dire è che noi non facciamo altra attività che quella di raccogliere elementi che sono quelli che sono, si presentano nella loro natura, nella loro essenza, nella loro quantità, sono quelli e al momento in cui ci sembrano pertinenti, ci sembrano rilevanti, ci sembrano significativi li presentiamo com’è dovere nostro, senza particolari interpretazioni, mi consenta avvocato Bevacqua, ma con l’apparenza del dato che è, del fatto che è all’autorità giudiziaria, non rilevano i convincimenti personali in questo processo ma lei certamente non vuol sapere di cosa sono convinto io…
A.F.: No
R.P.: Se me lo chiede io glielo posso dire
A.F.: Ma io non glielo chiedo.
Presidente: Nooo, assolutamente.
A.F.: io questo non glielo chiedo, no io volevo soltanto..
Presidente: Tronchiamo qui.
A.F.: Si, soltanto due cose ma le faccio in un’unica domanda brevissima. Il primo punto della domanda: quante persone ha frequentato il garage di Pacciani dal 6-12-91, giorno della libertà di Pacciani, al 25 maggio ’92, giorno dell’arrivo della lettera ai Carabinieri. Cioè quante persone l’hanno frequentato, tra cui anche molti della Polizia. Secondo, seconda domanda…
R.P.: Mi ripete le date perché su questo
A.F.: Si, Pacciani viene liberato il 6 dicembre del ‘91
R.P.: Mi perdoni avvocato lei ha fatto una domanda alla quale ha dato una risposta…
A.F.: No, no, no, no.
R.P.: Ha detto: “fra cui molti della Polizia”
A.F.: No, cioè oltre quelli della Polizia tante altre persone l’avranno frequentato, Pacciani stesso.
R.P.: Si.
A.F.: Io le chiedevo quante persone, quante volte, hanno frequentato quel garage per poter trovare qualcosa attinente a quello straccio e a quel tiramolla (?? n.d.r.). Questa era una delle domande. Seconda domanda, noi siamo stati insieme, lei ed io, in quel periodo delle perquisizioni quasi giornalmente lì
R.P.: Si.
A.F.: La mia grande meraviglia, se me la può spiegare, è il ritrovamento del proiettile in quel paletto di vigna…
R.P.: Non lo dica a me.
A.F.: Ecco, quel paletto di vigna, cioè la vigna..
Avvocato Bevacqua: Vigneto!
A.F.: Vigneto. No Vigna, io dico vigna, la chiamo vigna, sono marchigiano la chiamo vigna.
Presidente: Va bene, abbiamo capito.
A.F.: Ecco, in quel paletto fu trovato, senza prima esserci passato col metal detector, fu trovato per caso?
R.P.: Si.
A.F.: Oppure era stato… con qualche avvertimento?
R.P.: Allora guardi…
A.F.: Queste erano le mie due ultime domande
R.P.: Io le sono molto grato di queste domande. Primo, per quanto riguarda la frequentazione del garage di Pacciani, che se lei mi dice nel periodo intercorrente… beh, certo avevamo perquisito quel garage, certamente. Prima ancora della nostra perquisizione mi sembra che il Pacciani ci portò un paio di ex detenuti, no?
A.F.: Si insieme a Don Cuba.
R.P.: A Don Cubattoli, mi ricordo bene, perché può darsi che dica qualcosa di cui non sono…
A.F.: No, no, perfetto.
R.P.: E altre persone, a parte i familiari, non… a me personalmente non risulta che abbiano frequentato quel garage. Per quanto riguarda il proiettile, la sua grande sorpresa
Presidente: Però, scusate un attimo, io vi dico una cosa, del proiettile ancora non ne abbiamo parlato per la verità nell’esame, io direi che sul proiettile sarebbe bene…
P.M.: E’ da stamani che dico la stessa cosa ma vedo che nessuno mi sta a sentire, menomale qualcuno mi ha…
Presidente: E questo giova sia all’accusa che alla difesa naturalmente.
A.F.: Scusi mi ero dimenticato.
Presidente: Il proiettile è un punto piuttosto importante
A.F.: D’altra parte…
Presidente: Non ha fatto parte dell’esame, quindi magari ne parliamo diffusamente e compiutamente dopo se siete d’accordo.
A.F.: Io non ho altre domande.
Presidente: Va bene.

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