lunedì 7 giugno 2010

Francesco De Fazio - Intervista su La Città - 11 settembre 1985

L'11 settembre 1985, dopo il duplice omicidio di Scopeti, il quotidiano La Città pubblicò le dichiarazioni che seguono del professor De Fazio.
-"No, neanche questo è un delitto perfetto. Qualcosa su cui lavorare c'è, qualche traccia. No, non è un delitto perfetto."
-"Cerchiamo di raccogliere elementi per ricostruire la dinamica materiale, i movimenti dell'assassino. Vi sono delle microtracce: un'impronta di scarpa piuttosto grande ad esempio, vicino alla macchia di sangue dove si suppone sia stato finito il ragazzo. E' il piede di un uomo alto almeno un metro e ottanta. Il segno del tacco è di almeno nove centimetri, l'impronta è marcata, come se fosse stata lasciata da qualcuno che sta facendo uno sforzo. Ma potrebbe anche non essere del mostro."
-"Penso che il maniaco sia un accanito lettore di giornali. Quando ha tagliato un seno per la prima volta lo ha fatto dopo che un sessuologo aveva rilasciato un'intervista in cui diceva che avrebbe sempre risparmiato quella parte. Si, il mostro segue la stampa e adegua la sua tecnica. Il suo stereotipo di mostro e la percezione che ha di se stesso sono modulate su come gli altri lo percepiscono."
-"Il maniaco ha migliorato la sua tecnica di sparo. Le differenze con i precedenti omicidi? Il fatto che abbia nascosto i corpi prima di tutto. Non è escluso che per compiere lo scempio sulla donna abbia tirato il cadavere fuori dalla tenda per poi rimettercelo e poi il fatto che stavolta non abbia colpito una coppia appartata in macchina ma in una tenda."
Rif. 1 - La Città - 11 settembre 1985 pag.5

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