sabato 1 maggio 2010

Udienza del 20 maggio 1999 - 16

Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 20 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 15
Avvocato Voena - Sono l'avvocato Voena prendo la parola per Iolanda Cardini vedova Baldi. Signor Presidente, signor giudice a latere, signori giudici popolari, (...) voglio parlarvi della 128 rossa, della 124 blu, perchè è vero che quello è uno dei punti qualificanti del processo anche se non è un punto decisivo. Ma voglio sfidare su questo campo la difesa e a questo punto anche l'accusa pubblica. Il gioco dell'avvocato Filastò è stato brillante egli ha polarizzato l'attenzione su questo dato che ha trovato col suo impegno ma l'avvocato Filastò usa questo "grimaldello", questa chiave, però questa chiave non è proprio del tutto genuina perchè se noi andiamo a leggere l'appello dell'avvocato Filastò cosa ci dice? Ci dice a pag. 4 che le dichiarazioni di Lotti, di Pucci siano indotte dagli inquirenti, dimostrerebbe questo passaggio, come tali confermative di un ipotesi precostituita all'interno dell'indagine svolta dal dottor Giuttari e qui non nascondiamoci dietro a un dito, anche se non è piacevole dirlo, comunque in realtà, qui, di riscontri ce ne sono montagne. Solo che a questi riscontri non ci crediamo. Forse dietro molte dichiarazioni, in molti di noi almeno, circola un pensiero remoto, ma saranno poi vere? Sono stati indotti? Alterati? Hanno parlato molto tempo dopo... In questo processo si sono fatte delle indagini gigantesche si sono trovati dei riscontri obbiettivi, individualizzanti eppure non ci basta, non ci convincono, non ci persuadono. E io che rappresento una parte privata, una donna che ha perso l'unico figlio che aveva, devo dire che se ci sono responsabilità si vada in fondo anche dall'altra parte, in atti non risulta niente in ordine a possibili alterazioni di testimoni, induzione di testimoni, nulla, anche se le domande sono state fatte, anche se si è cercato di grattare su quel terreno ebbene io credo, come parte civile, come cittadino, credo si debba andare in fondo anche su quel terreno perchè è troppo facile lanciare strali ma poi non andare avanti, cioè qui bisogna andare con chiarezza fino in fondo, la posta è alta ma bisogna andare fino in fondo. Brevemente per quanto riguarda l'automobile non è in gioco se lui abbia detto della 128 rossa, abbia taciuto perchè temeva, non temeva eccetera, sono disposto a non dare troppo peso a queste considerazioni. Della presenza di un'auto 128 rossa abbiamo tre riscontri, non uno, tre, non sto a narrarvi la vicenda, ormai la conoscete, la Ghiribelli che torna indietro che va a fare la puntura ad Indovino, suo amico Indovino ammalato di un brutto male, questo mago da 4 soldi che ha il tetto che gli piove sulla testa, e vede quest'auto rossa scodata, non ci da sul momento troppa attenzione ma due giorni dopo quando la notizia viene fuori suoi giornali allora ci pensa e ne parla con il suo convivente, il suo sfruttatore il quale gli dice - eh no non vai a parlare bella mia sennò son botte, non vai a parlare perchè con il tuo mestiere e con il mio qui ci andiamo di mezzo - e allora la donna non parla. Questo ricordo gli verrà in mente molto tempo dopo ai tempi dell'inchiesta del 1996. Poi abbiamo le dichiarazioni di Galli, anche questo è importante signor Procuratore Generale, che vide un'auto che gli sembrava corta senza bagagliaio posteriore, quella sera maledetta agli Scopeti. E poi la sentenza da questo trova convinzione, a pag.56, che quella macchina fosse la 128 rossa di Lotti. Abbiamo un elemento in più che il Procuratore Generale ha molto svalutato, ci sono anche le dichiarazioni di Pucci, che su quell'auto c'è andato, è andato agli Scopeti quella sera ma che non ha parlato per le minacce che aveva ricevuto ma tuttavia termina i rapporti quasi subito, la sorella l'aveva poi detto nel processo di primo grado che non aveva più avuto rapporti col Lotti, ma anche per la paura di essere coinvolto. Questo Faggi (in realtà Pucci ndr) che è così oligofrenico, così confuso ma lo è così davvero? Lo è o ci marcia? La mia opinione è che ci marci. Del resto se voi andate a vedere il verbale dell'udienza del 6 ottobre, se non ricordo male, il punto è se conosce o non conosce, tra l'altro si parlava a quel punto di un altro soggetto, che.. viene qui in gioco... Faggi... eccetera ma lui la preoccupazione certe volte in lui è di non dire certe cose perchè comprende benissimo il peso delle dichiarazioni che egli fa e quindi la sua preoccupazione non è tanto... perchè smentisce su un punto Faggi... non tanto perchè poi alla fine sulle contestazioni del PM cede.. lui ha paura, purtroppo forse non siamo sempre bravi ad interrogare le persone sulla loro lunghezza d'onda, anch'io quando faccio gli esami spesso, mi rendo conto di non esserne capace a farlo, probabilmente il problema è bisognava dire: "L'avevi visto? Ti ricorda qualcosa?" E' un dato importante, non centrale ma non voglio sottrarmi al compito di vedere questo significato sarebbe troppo facile. Innanzitutto abbiamo un dato molto forte che avevamo già a suo tempo: la rottamazione che è a marzo dell'86. Quindi la prova provata che questo veicolo esisteva nell'85. Almeno fino a fine febbraio '85. L'argomentazione che si è messa in campo è che è una persona come Lotti, che è privo di risorse economiche, privo a tal punto da doversi rivolgere al suo datore di lavoro per farsi prestare le 800.000 lire con le quali pagherà il Bellini per l'acquisto dell'automobile e non potrebbe avere due macchine, dovrebbe proprio comprare la macchina nuova quando la vecchia è morta del tutto, finita. Questo non è così perchè questa è una mera illazione che traiamo dalla pesonalità del Lotti che potremmo anche rigirare al contrario perchè per persone come lui è fondamentale, è uno status simbol e quindi se ne possono avere in certi periodi anche due magari. Magari si fanno i prestiti ma a mio avviso quella non è nient'altro che un'illazione. Io non sto cercando di dirvi il contrario, per me è una mera illazione eppoi che la macchina non circolasse, andiamo a leggere anche qui il verbale del processo di primo grado, Lotti non si ricordava delle gomme levate alla macchina ma il teste Scherma roberto pag.47 del verbale dell'udienza di quel pomeriggio drammatico in cui fu sentito in via dell'Agnolo questi testimoni, ecco a lui gli risultava che le gomme c'erano. Eppoi c'è - non ha detto la verità - ma come si può imputare ad una persona di non aver detto la verità quando è così comodo adagiarsi su un documento? Lo facciamo tutti. Se c'è qualcosa che ci può togliere da un impiccio di riminescenza... si è certamente appiattito su quel dato che era venuto fuori nel dibatimento di primo grado circa il 20 settembre.E non c'è neanche bisogno allora di chiamare in gioco la frazionabilità delle dichiarazioni. In sostanza io ritengo che l'argomento messo in campo dall'avvocato Filastò e poi qui in udienza così sapientemente anche risolto con questo scrupolo che avete avuto, anche legittimo, non sia quest'arma dirompente, non sia questa bomba ad orologeria ma sia alla fin fine una catapulta, diciamo la quale poggia però su basi fragili che probabilmente non è in grado di buttare la palla nella cittadella della sentenza di primo grado. Concludo il passaggio, che una persona che va a compiere quello che è andato a fare Lotti, che vada a compierlo, si preoccupi se la macchina è assicurata o meno non è neanche da dirlo... E anche chi viaggiava con il contrassegno... In realtà questo dato che ha messo in campo l'avvocato Filastò dovrebbe smentire tre testimoni, che sono quelli che sono, ma sono testimoni, dovrebbe smentire le indagini della polizia giudiziaria, così complesse sul punto, dovrebbe smentire anche il problema della rottamazione.. direi quindi che su questo punto non bisogna basarsi più di tanto, inesatezza, vogliamo chiamarla bugia? Chiamiamola anche bugia, la bugia di Lotti non può essere messa a base di una argomentazione che escluda l'impiego di quell'altro... ma soprattutto non può essere messa a base di un'argomentazione generale sulla non credibilità del lotti e non voglio argomentare quell'argomento di dire invece che uno usa quella macchina perchè la gente sa che ne ha un'altra e quindi pensi che non usa quella, sarebbe un argomento puerile e mancherei di rispetto a questa corte. Allora per concludere, se avessimo solo tre testimoni a parlarci dell'auto rossa, se fossero solo indagini di poliziua, se ci fosse solo dimostrato il problema della nuova rottamazione e anche se Lotti ci fosse venuto a dire che non si ricordava la macchina che aveva utilizzato quel giorno, ebbene direi che l'elemento messo in campo dalla difesa non sarebbe ancora di un significao dirompente rispetto ad anni di indagini e un dibattimento che è durato 50 udienze. Non può diventare questo argomento un cannone per far saltare tutta un'argomentazione e permettetemi questa considerazione ma io rirengo che questo processo sia stato a tutti gli effetti una discesa agli inferi, si sono viste delle cose che fanno male al cuore e quindi anche su questo certamente in punto di prova, anzi proprio nei casi più gravi la prova deve essere scvrupolosamente osservata, però veramente un pò più di calore dopo aver visto quelle cose credo che venga anche alla persona più fredda. Io difendo Iolanda Cardini vedova Baldi, la mamma di Stefano Baldi, quel ragazzo che è stato ammazzato alle Bartoline, Travalle, Calenzano, mi ero preparato delle argomentazioni su dei riscontri per quella particolare vicenda ma direi che a questo punto forse non è il caso che io entri in questi particolari sul discorso della chiamata di correo, indiretta eccetera che la giurisprudenza ammette. (...) Le dichiarazioni accusatorio di Lotti stanno insieme con la sua credibilità, certo potremmo investigare se ci sia un excamotage ai sensi del 129 ma non sono temi che mi interessano in realtà io credo che non possiate che legare indissolubilmente la posizione di Lotti a quella di Vanni, il diritto è anche fantasia, però, però, c'è un però, andiamo a spiegare alla gente di queste aule per un problema di giudicato implicito non è applicabile il 129 quindi un soggetto che ha superato il vaglio di un giudizio di primo grado e che chiama altri in correità deve essere condannato a 18 anni... per essere autore di fatti materiali che i concorrenti che lui indicava, anzi i veri autori non devono essere puniti... sarà difficile spiegarlo alla gente purtroppo ed è un compito al quale potete sottrarvi. Cosa posso dire al termine di questa, che per me continua ad essere una discesa agli inferi? Gli auori di questi efferati delitti avrebbero meritato quella che Borges avrebbe chiamato un "castigo infinito" ma se tra costoro vi sono gli odierni imputati, come io credo, vedo che in fondo questo castigo non l'hanno subito, l'umana indulgenza, gli ha consentito un "limitato perdono" a mio avviso non devono chiedere di più. Per queste ragioni chiedo la conferma della sentenza di condanna nei confronti di Lotti (in realtà Vanni ndr) e presento le mie conclusioni.
Presidente: Grazie avvocato
Interruzione dell'udienza
Segue...

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