martedì 23 giugno 2009

Piero Mucciarini - Intervista su La città - 12 settembre 1985

Alcuni giorni dopo il duplice omicidio di Scopeti, Giovanni Mele rilasciò l'intervista che segue alla giornalista Maria Cristina Carratù per il quotidiano "La città".

Piero Mucciarini: "Non ho niente da far sapere... ...L’ho saputo da mia figlia, io leggo solo i giornali sportivi. Ho provato orrore, come per tutti gli altri delitti".
Giornalista: "Gli inquirenti sono venuti da lei per controllare dov'era?"
Piero Mucciarini: "No. I carabinieri di Scandicci mi hanno telefonato per farmi andare in caserma a dire se avevo un alibi".
Giornalista: "E ce l’aveva?"
Piero Mucciarini: "Si, sabato e domenica sono stato in casa, fra domenica e lunedi ho lavorato al forno e sono stato visto da due persone in due ore diverse."
Giornalista: "Si sente braccato, perseguitato?"
Piero Mucciarini: "No, ora no. Mi sono sentito perseguitato all’epoca del nostro delitto, quando ho visto come si parlava di me e di mio cognato. La mia foto è stata dappertutto per giorni, e giorni. Ero distrutto. Questa volta non è successo".
Giornalista: "Che rapporto ha con la gente?"
Piero Mucciarini: "Sono tutti gentili. Mi sento riconosciuto, si, e questo mi secca molto. Spesso vado in giro senza guardarmi intorno. Però chi mi fa domande lo fa con gentilezza. Mi chiedono se è stata una brutta esperienza, io rispondo solo si o no e allora non mi dicono altro".
Giornalista: "Si è fatto un'idea in questo periodo di che uomo potrebbe essere l’assassino?"
Piero Mucciarini: "Sicuramente una persona che non ha figli, nè famiglia, sennò non farebbe quelle cose. Non giovane, perché i delitti sono cominciati tanti anni fa. Forse un uomo di una cinquantina d’anni. Un fanatico, uno disposto a tutto, uno sbandato."
Giornalista: "Pensa che possa tradirsi nella sua vita normale?"
Piero Mucciarini: "Forse, ma chi lo sa".
Giornalista: "Cosa pensa degli Inquirenti?"
Piero Mucciarini: "Lavorano con grande serietà professionale, io li ho visti bene. Sono pignoli, bravissimi. Non è colpa loro se questo assassino non lascia tracce."
Giornalista: "Non ha mai pensato che abbiano fatto qualche errore?"
Piero Mucciarini: "No, no, io giustifico anche il giudice Rotella (che ha incriminato
Mele e Mucciarni, ndr). E una vittima del mostro anche lui, come me. È stato sempre onesto con me mi ha spiegato il groviglio in cui mi trovavo. Che cosa doveva fare?"
Giornalista: "Come si sente in questo momento?"
Piero Mucciarini: "Tranquillo. Una volta, quando ero in caserma a Borgognissanti, un carabiniere mi chiese come facevo a essere cosi tranquillo con tutti quegli interrogatori. lo gli ho detto: se gli inquirenti lavorano, lavorano anche per me."
Giornalista: "Allora non prova risentimento per nessuno?"
Piero Mucciarini: "Per nessuno. Quando uno è nato sfortunato come me, deve rassegnarsi. Tutto è successo solo perchè sono nato male."
Rif.1 - La città - 12 settembre 1985 pag.5
Nella foto il palazzo a Scandicci dove, abitava Piero Mucciarini.

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