martedì 28 aprile 2009

Gabriella Ghiribelli - Seconda parte

Segue dalla prima parte.
Il 3 luglio 1997 nel processo ai presunti complici del "mostro di Firenze" fu sentita come "teste gamma" e dichiarò: "L’unica cosa che a me faceva arrabbiare era perché facevano dei riti, una cosa e un’altra. (…) Vanni è venuto con me una volta sola, le altre due o tre volte andava con Filippa Nicoletti e con Antonietta Sperduto. (...) Era tutta una cricca, andavano tutti da Salvatore, lui, il Vanni, il Pacciani il Giancarlo.Riferendosi a Vanni: “Lui se la faceva con due ragazze di Prato. Lui andava anche con quelle due di Massa, una era bionda e una mora. Tra l’altro erano due sorelle. (…) Andava a Firenze al “Mia Cara”, dietro a via Faenza, con la Filippa.” Alla domanda del Pm “Senta ci può parlare di tutte le persone che lei a suo tempo ha memorizzato che frequentavano questa casa? Finora ho capito Vanni, Pacciani, l’Indovino…” la Ghiribelli rispose “Cioè, il fratello di Salvatore, che era Sebastiano, poi c’era anche un altro che viaggiava con un camper… poi c’erano delle persone che erano di Prato. (…) Luciano che frequentava una ragazza piuttosto grassoccia, io Salvatore l’ho conosciuto a Prato tramite il fratello Sebastiano. (…) In questa casa ce n’era tante di minorenni, ce le portava o Sebastiano o quello lì o quello là… Giancarlo anche, parecchie; le raccattavano a Prato loro, perché frequentavano questo bar, parlando in Piazza Duomo, e loro venivano tutti in Piazza Duomo.(…) Faltignano era frequentato anche da un certo Ezio, che aveva un negozietto e che era più che altro amico di Salvatore, comunque frequentava sia la Filippa che me. Salvatore faceva filtri, faceva le carte” Alla domanda del PM “Sa se la casa di Indovino era frequentata anche dai sardi?” Ghiribelli rispose: “No, veniva Agnello, era siciliano, che però era amico di Vinci, quello che hanno ammazzato. Vinci Francesco e Domenico Agnello so che erano amici, perché venivano spesso a Prato, al Bar Rolando. C’era anche un certo Draculino, sardo, che frequentava la casa, però che si chiamava Sanna. Anche questo Sanna era amico di Vinci, perché tutti frequentavano il Bar Rolando, che era un ritrovo proprio di sardi”.Alcune informazioni testimoniali furono rese il 28 febbraio 2003: “Nel 1981 vi era un medico che cercava di fare esperimenti di mummificazione in una villa vicino a Faltignano, che da quello che sapevo sembra che l’avesse comprata sotto falso nome. (…) Di questo posto mi parlò anche Giancarlo Lotti in più occasioni e sempre negli anni ’80, quando ci frequentavamo. (…) La Marisa veniva da Massa unitamente alla sorella e alle ragazzine che portava, (…) venivano da Marina di Massa, da Massa, da Viareggio, da Perugia; ricordo che venivano in pullman ed io personalmente ebbi modo di vederle insieme a queste minorenni; era sempre di venerdì e venivano a mangiare a casa mia a San Casciano. Devo precisare che venivano solo le due sorelle a mangiare, mentre i bambini sparivano.” Il 5 marzo 2003, in merito ai festini, dichiarò “posso dire che quando il venerdì notte avvenivano, ed io ero presente, c’erano molte persone che partecipavano, tra cui c’era l’orafo, di cui vi ho già raccontato, il carabiniere di San Casciano, il medico delle malattie tropicali, la Filippa Nicoletti, la Milva Malatesta, Ezio, che è il droghiere, assieme alla moglie, il capo degli Hare Krishna, Sebastiano Indovino che si accompagnava con dei bambini minorenni di circa otto-undici anni. (…) Non sono a conoscenza di cosa facessero fare a questi bambini, in quanto io dovevo venire a Firenze a lavorare; comunque, questi bambini erano sempre diversi. So che provenivano dalla zona di Prato, ma non sono a conoscenza di come facessero a convincerli… Io ho anche parlato con loro, ma non ho avuto l’impressione che fossero stati costretti, i bambini di otto-undici anni. (…) Le feste avvenivano sempre a casa di Indovino, tranne una volta che andarono in un cimitero assieme al capo degli Hare Krishna. Infatti il giorno dopo c’era un articolo sulla Nazione che diceva che sconosciuti avevano scoperchiato le tombe. Il cimitero era nei dintorni di san Casciano e il periodo erano i primi anni Ottanta.” Nel 5 giugno del 2003 dichiarò: “Riconosco l’uomo la cui foto è contrassegnata con il numero 4, cioè il medico svizzero di cui mi aveva parlato Lotti. E’ quello che l’ho visto andare a bordo della macchina scura in compagnia dell’orafo di San Casciano. (…) Sono certa altresì che si tratta della stessa persona che si accompagnava spesso con il medico di Perugia. Ricordo che il Lotti in merito a questa persona mi aveva riferito che il medesimo era entrato in possesso di alcuni papiri riguardanti la mummificazione, ma lo stesso si lamentava che mancava una pag. (…) Il periodo in cui ho visto queste persone, cioè il dottore svizzero e gli altri, che vi ho appena descritto, era l’82-83; di questo periodo sono certa.(…) Ricordo che il Lotti mi raccontava che lui, con Pacciani e Vanni, quando trovavano un posto appartato frequentato da coppiette, lo dovevano riferire al medico svizzero, all’orafo e al dottore delle malattie tropicali.” L’11 luglio 2003 riferì: “Ho visto questo individuo (Mario Robert Parker) dare soldi al Lotti. Queste somme erano costituite da svariate banconote da cento, credo che fossero qualche milione; credo che usava questi soldi per portare la nipote del Vanni al mare, o per andare con la Nicoletti Filippa a mangiare e a farci l’amore.(…) La sua autovettura era sportiva. Ora che ci penso ricordo che almeno in un’occasione ho visto il dottore svizzero, e l’Ulisse insieme al Bar Centrale di San Casciano. In un’intervista del 2001, rilasciata alla giornalista di Un giorno in pretura, Roberta Petrelluzzi, dichiarò: “ti sto parlando con il cuore in mano… …è la prima volta… …ti ho già detto che non mi fido nemmeno della mia ombra… …a San Casciano del gruppo di merende lo sapevano e lo sa anche qualche altro… …anche in farmacia dovresti andare, però li devi prendere di brutto, a cattiva devi andare eh!”
E' morta il 5 dicembre del 2004 a 54 anni a causa di una cirrosi epatica.

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