domenica 1 marzo 2009

FBI - Profilo del mostro di Firenze - Parte 1

Il 30 giugno 1989, su richiesta della Procura di Firenze, il Forensic Behavioral Science Investigative Support Unit fornì la perizia che segue. Il testo (in inglese) del profilo è visibile sul sito del canale televisivo via cavo statunitense MSNBC.

"FBI Academy, Quantico, Virginia 22135 30 giugno 1989
Richiesta di collaborazione da parte della Polizia di Stato italiana per l'indagine "IL MOSTRO DI FIRENZE", FPC-GCM FBIHQ 00: FBIHQ.

La seguente analisi investigativa criminale è stata preparata dagli Agenti Speciali John T. Dunn jr., John Galindo, Mary Elien O'Toole, Fernando M. Rivero, Richard Robley e Charles B. Wagner con la consulenza dell'Agente Supervisore Ronald Walker e altri membri del National Center for the Analysis of Violent Crime (NCAVC) - Centro Nazionale di Analisi del Crimine Violento. Quest'analisi è basata su un esame dei materiali forniti dal vostro Ufficio, e le conclusioni sono il risultato della conoscenza acquisita dalla personale esperienza investigativa, da un background pedagogico, da una ricerca condotta da questo analista, come pure da altri membri del NCAVC. Non è sostitutiva di una indagine completa e ben programmata e non dovrebbe essere considerata onnicomprensiva. Quest'analisi è basata su probabilità notando, comunque, che nessuno tra due atti o personalità criminali è esattamente uguale e, quindi, il reo talvolta può non calzare sempre l'analisi in ogni categoria. Le fotografie della scena del crimine e dell'autopsia, le mappe dell'area locale, i rapporti ed i materiali investigativi allegati dalla Polizia di Stato italiana, la maggior parte dei quali è stata tradotta in inglese, sono stati esaminati per quest'analisi i seguenti episodi:
1 - Locci/Lobianco - 21-22 agosto 1968
2 - Gentilcore/Pettini - 14-14 settembre 1974
3 - Foggi/DeNuccio - 6-7 agosto 1981
4 - Baldi/Cambi - 22-23 ottobre 1981
5 - Mainardi/Migliorini - 19-20 agosto 1982
6 - Meyer/Rusch - 9-10 settembre 1983
7 - Stefanacci/Rontini - 29-30 luglio 1984
8 - Kraveichvili/Mauriot - 8-9 settembre 1985

VITTIMOLOGIA
Gli scarsi dati disponibili del background della vittima per l'interpretazione di quest'analisi non hanno indicato che le vittime di questa serie di omicidi potevano essere considerate in modo particolare soggetti ad "alto rischio" per potenziali aggressioni criminali. Sebbene tutte le vittime fossero apparentemente impegnate in attività che potevano essere considerate rischiose, per esempio chi esercita la prostituzione nelle cosiddette "lover's lanes" (viali dell'amore) o nelle zone di campagna nelle ore notturne, la demografia dell'area circostante, nonchè l'assenza di informazioni, che suggeriscono che dette aree siano da considerarsi ad alto rischio, farebbe pensare che queste vittime potevano essere considerate "a basso rischio". In quanto tali è probabile che non fossero vittime predestinate ad una aggressione da parte del reo, ma che fossero semplicemente vittime del caso che le aveva portate a trovarsi nel luogo e nel tempo scelti da quello per dar luogo alle sue attività criminose.

Ciò considerato, è improbabile che l'aggressore conoscesse o avesse rapporti personali con ognuna delle vittime. Al contrario, gli erano estranei e sono diventate vittime solo casualmente, semplicemente perchè erano a sua disposizione quando ha scelto il luogo per i suoi assalti.

RAPPORTO MEDICO LEGALE
I rapporti dell'autopsia, relativi a questi otto casi, indicano che l'aggressore, in tutti i casi eccetto tre, ha infierito più volte sulle vittime, usando un'arma da fuoco ed almeno un'arma da taglio. Le vittime femminili dei casi n.1 e 6 hanno evitato mutilazioni post-mortem per varie ragioni: la presenza di un bambino nella macchina della vittima del caso n.1 può aver inibito l'uccisore dalle sue attività post-mortem, ed il fatto che le vittime del primo caso fossero in grado di fuggire dal luogo dell'aggressore ha impedito all'assalitore di compiere le sue tipiche mutilazioni. Il caso n.6 riguarda una coppia di omosessuali, e sarà trattato più avanti nel rapporto.

E' importante notare che l'aggressore ha usato più armi in quasi tutti i suoi attacchi e che il suo uso di un coltello, scalpello o altri strumenti da taglio ha compreso il pugnalamento, lo squartamento e l'asportazione delle mammelle e delle aree pubico-vaginali di molte delle sue vittime femminili. Il significato della natura, dell'ambiente e i modi in cui sono avvenuti questi atti criminosi saranno affrontati più dettagliatamente in seguito.

Poichè mancano altri rapporti medico-legali (tossicologia e sierologia), nessun altro commento può essere fatto in merito. E' da notare che nessuna delle vittime portava segni evidenti di penetrazioni sessuali.

VALUTAZIONE DEL CRIMINE
Nessun tentativo sarà fatto per ricostruire una precisa cronologia o uno scenario sequenziale di questa serie di crimini. Comunque un'analisi sarà fornita dal prospetto del comportamento significativo dell'aggressore.

Questi otto assalti, secondo l'opinione degli analisti che hanno esaminato i materiali sottoposti, sono stati perpretati dallo stesso aggressore che ha agito da solo. Gli attacchi stessi possono essere classificati come "omicidi di libidine". La ricerca nei crimini di violenza da parte del FBI indica che gli omicidi per libidine comprendono tipicamente mutilazioni e/o asportazione delle mammelle, dei genitali o del retto della vittima. Questi si distinguono dagli omicidi sadici poichè comprendono l'immediata inabilitazione della vittima seguita dalla mutilazione post-mortem e l'assenza della tipica penetrazione sessuale. Invece della penetrazione del pene, l'omicida per libidine inserisce tipicamente oggetti estranei nella vagina o nel retto della vittima, come era evidente nel caso n.2, dove un tralcio di vite era inserito nella vagina della vittima.

SELEZIONE DEL POSTO
E' probabile che l'aggressore conosca bene le aree in cui questi crimini sono stati commessi . L'aggressore conosce abbastanza bene queste zone da sapere che sono frequentate periodicamente da coppie che possono essere impegnate in vari stadi dell'attività sessuale, nella relativa riservatezza che questi "viali dell'amore" permettevano loro. In più, queste zone sono isolate e generalmente rurali e devono essere abbastanza conosciute da persone che conoscono molto bene la zona di Firenze. Si ritiene che l'aggressore abbia acquisito una sempre maggiore familiarità con i luoghi in cui sarebbero avvenute le aggressioni dopo averli sorvegliati e quindi selezionati. L'isolamento delle zone permetteva all'aggressore di sentirsi a suo agio nel sapere che non sarebbe stato scoperto per tutta la durata dei suoi attacchi.

Le ricerche del FBI hanno dimostrato che gli aggressori di questo tipo tendono ad assalire nelle aree dove si sentono più a loro agio e a "basso rischio" come vicino al proprio posto di lavoro o di residenza. Via, via che l'aggressore acquista sicurezza con ogni  aggressione successiva, egli può andare oltre la sua area geografica abituale, nelle aree a lui meno familiari. Si considera che i primi o pochi assalti iniziali siano stati eseguiti nei luoghi più vicini al suo posto di lavoro o di residenza.

L'analisi computerizzata che fu preparata per questa serie di otto aggressioni, costituisce un allegato a questo rapporto. Il punto focale di quest'analisi ha indicato un'area ben circoscritta, come evidenziato nell'allegato A nella parte nord-ovest della città di Firenze. Il risultato di quest'analisi tenderebbe a suggerire che quest'aggressore è più familiare con l'area del punto focale o con le sue immediate adiacenze. Tale familiarità quasi sicuramente deriverà dalla residenza, lavoro, o frequenti visite nell'area per ragioni legittime.
Segue...

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